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Latifoglie: ecco quelle più conosciute

Latifoglie: ecco quelle più conosciute

Nella definizione più comune di "latifoglie" vengono fatti rientrare tutti gli alberi che presentano foglie larghe, indipendentemente dalla loro forma. Essi si contrappongono, dunque, per definizione e caratteristiche agli alberi aghifoglie, che sono piante dotate di foglie ad ago.

Alberi a foglie larghe: caratteristiche comuni

Le latifoglie sono piante per lo più decidue, ovvero perdono il loro fogliame nella stagione autunnale/invernale.
Esistono però anche delle eccezioni a questa caratteristica.
Il leccio, ad esempio, è una latifoglia sempreverde, ovvero che non perde mai il fogliame. Stesso discorso vale per sughero, alloro e tasso. Per quanto concerne invece le aghifoglie, esse non perdono i loro aghi e sono sempreverdi, escluso il Larice che è l’unica aghifoglie che perde gli aghi.

Gli alberi latifoglie sono diffusi prevalentemente nelle aree caratterizzate da un clima temperato e mediterraneo, con altitudine media. Le aghifoglie, al contrario, sono prevalentemente presenti nei paesi del nord e nelle aree montuose.
Le latifoglie hanno un tronco che tende ad aprirsi ad ombrello, ad una determinata altezza, con una chioma globoide o ovoidale, molto rigogliosa e ricca di fronde. Il tronco ha una massa legnosa percorsa da tubi, formati da un grande numero di cellule sovrapposte l’una all’altra: all’interno di queste scorre la linfa che ha la funzione di nutrire la pianta.

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Conifere e Latifoglie: differenze

Molti tendono erroneamente a confondere le conifere con le latifoglie, credendo che i due termini siano sinonimi. Ma questo non è corretto.

Le conifere, di norma, popolano le zone montane, tollerano molto bene climi freddi e rigidi e la loro caratteristica peculiare consiste nella struttura aghiforme del loro fogliame. Infatti conifere e aghifoglie sono sinonimi. 
È possibile integrare per il loro nutrimento un concime specifico per conifere con Guano, in modo da garantire le giuste sostante nutritive al loro sviluppo e mantenimento.
Le conifere sono sempreverdi e cambiano frequentemente il fogliame. Hanno una struttura a triangolo: la grandezza dei rami diminuisce man mano che si sale con l’altezza.

Come avete letto poco fa, il concime specifico per conifere può essere davvero utile per lo sviluppo delle conifere. Questo prodotto in particolare contiene magnesio e zolfo. Inoltre l'aggiunta di Guano favorisce l'irrobustimento della struttura delle piante e aiuta a prevenire l'ingiallimento fogliare. Aquistalo subito su Amazon, clicca qui sotto!

Le latifoglie, al contrario delle conifere, vivono in pianura e collina, dove il clima è mite.
Il fogliame ha una grandezza ampia e cadono, per ricostituire poi in primavera l’apparato fogliare. La loro struttura si sviluppa con una grande e ampia chioma, diversamente dalle conifere, la cui struttura è triangolare.

Classificazione latifoglie

Le latifoglie vengono classificate in base alla forma che assume la corolla dei loro fiori. Quest’ultima è costituita da tutti i petali collocati all’interno del calice.
Possiamo riconoscere ed individuare dunque tre gruppi distinti:

  • Alberi latifoglie con fiori irregolari: a questo gruppo appartiene ad esempio il castagno, che presenta fiori maschili e femminili piccoli, penduli e gialli;
     
  • Alberi latifoglie con fiori attinomorfi: ovvero nei quali i petali si dispongono a raggiera come all’interno di un cerchio. Pesco e ciliegio hanno fiori attinomorfi.
     
  • Alberi latifoglie con fiori zigomorfi: ovvero con fiori irregolari dotati, tuttavia, di petali simmetrici in relazione ad una superficie. La Robinia appartiene a questa categoria.

Latifoglie: varietà più comuni

L’Acero è una delle latifoglie più diffuse in Europa.
I colori particolarmente vivaci di questo albero ornamentale la rendono perfetta per ornare e decorare giardini e parchi.

Il Castagno si trova soprattutto nelle zone collinari e montane, raggruppato in boschi, ad altitudini non elevate. Viene coltivato essenzialmente per produrre frutti e il suo valore ornamentale è particolarmente apprezzato dagli architetti del paesaggio e dai giardinieri, che la scelgono per abbellire numerosi spazi verdi.

Il Frassino, appartenente al gruppo delle latifoglie, si trova in numerose zone d’Europa in differenti varietà. Nel nostro paese, ad esempio, troviamo un frassino comune, diffuso prevalentemente sui rilievi collinari, e un frassino da manna o orniello, che popola le zone marittime. Il suo portamento è maestoso ed elegante e può crescere superando addirittura i 30 metri di altezza.

Il Leccio è una latifoglia sempreverde con fusto torto, ampiamente diffuso nei paesi del bacino Mediterraneo e nell’Italia del Sud.

L’Olmo si trova in tutta Italia. La sua chioma è tondeggiante e può addirittura raggiungere i 25 metri di altezza.

Varietà di Olmo:

Bosco di latifoglie

Il bosco di latifoglie corrisponde ad un particolare tipo di bioma, che si può trovare soprattutto nelle zone caratterizzate da un clima mite: ad esempio Europa centrale, Stati Uniti, Canada, Cina e Giappone.
Una volta le foreste si estendevano per ettari ed ettari in questi territori, ma, con il trascorrere del tempo, l’azione dell’uomo ha finito per compromettere gran parte dei boschi di latifoglie, non solo per ottenere degli spazi agricoli ed abitativi, ma anche per ricavare legname da impiegare come combustibile e come materiale di costruzione, o anche come segatura per l'affumicazione a freddo di carne e pesce, tramite l'utilizzo di un affumicatore.

La foresta di latifoglie o decidua è caratteristica di un particolare ambiente climatico, contraddistinto da abbondanti precipitazioni in quasi tutti i mesi dell’anno. In questo specifico bioma, le stagioni climatiche si susseguono con un preciso ritmo e successione: di norma un inverno freddo e rigido è seguito da una estate calda.

In estate le precipitazioni sono più abbondanti, perché questo è anche il momento in cui si rileva una maggiore evaporazione e traspirazione ed il bosco necessita, quindi, di un tasso di umidità più elevato.
Nei mesi estivi la foresta registra una riduzione di apporto idrico, ma in primavera in genere si verifica un considerevole eccesso d’acqua.

La spaziatura fra gli alberi sempreverdi

Poiché le conifere crescono in altezza e hanno rami fitti ma piuttosto corti, questi alberi non hanno bisogno di molto spazio e possono essere piantati in file o gruppi, mentre le latifoglie devono essere distanziate a sufficienza fra loro e hanno un effetto ornamentale anche come albero unico.

Alberi sempreverdi: il clima

Fra gli alberi sempreverdi esistono sia specie che sopportano bene temperature anche molto basse, sia quelle che amano un clima caldo e umido e troviamo spontanee nella zona mediterranea: tutti i sempreverdi sono alberi molto resistenti, ma un olivo soffrirebbe al freddo o in montagna così come al contrario un pino non sopporta un'esposizione troppo soleggiata.

Alberi sempreverdi: l'acqua e il sole

In generale, per un giardino esposto al nord o una posizione ombreggiata sono più adatti il tasso, il larice e tutti gli alberi da conifera che andranno innaffiati soltanto durante l'estate, mentre alberi come l'olivo, il salice, l'eucalipto amano il sole e i terreni mantenuti ben umidi e drenati.


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Questo articolo è stato scritto da Redazione

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