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Azalea: guida alla cura e coltivazione

Azalea: guida alla cura e coltivazione

L'azalea è tra le piante più apprezzate del panorama botanico, grazie all'impatto altamente scenografico della sua parte aerea quando si riempie di fiori dai colori sgargianti. In passato come oggi, le azalee hanno un significato simbolico tanto da essere state scelte come simbolo di importanti campagne a favore della ricerca contro gravi malattie. Non a caso, nel linguaggio dei fiori, le azalee simboleggiano la femminilità ma, soprattutto in occidente, anche felicità e gioia inaspettata.
Come tutte le piante, le azalee possono abbellire giardini, balconi e case a patto di prendersene cura e mettere in atto gli accorgimenti necessari per garantire la buona salute della pianta.

PRODOTTI CONSIGLIATI PER LA COLTIVAZIONE DELLE AZALEE

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L'antica e variopinta bellezza dell'Azalea

L'Azalea appartiene al genere dei Rhododendron della famiglia delle Eriaceae: è un arbusto nano la cui altezza può spaziare dai 40 cm ai 90 cm ed è originario delle zone umide dell'Asia Orientale, anche se alcune specie provengono anche dal Nord Europa e dalla Florida. Giunsero in Europa intorno al '600, sviluppando subito un enorme successo che portò presto all'ibridazione di alcune specie, tradottosi poi nella nascita di azalee dai fiori azzurrognoli e violetti.

Le azalee possono raggrupparsi essenzialmente in due tipi: piccoli arbusti decidui oppure arbusti nani sempreverdi, certamente molto delicate e dunque da coltivarsi preferibilmente in vaso.
Le azalee sono piante note sin dall'antichità: lo stesso Plinio Il Vecchio narra di come un esercito romano, nel corso di una campagna in Asia, sia rimasto intossicato per aver consumato miele estratto da un genere di azalea velenosa.
Esistono in commercio più di 1000 varietà di azalea e tutte si differenziano per la forma dei petali, i tempi delle fioriture, gli habitat richiesti per crescere bene: si pensi che esistono persino piante i cui fiori hanno ben trenta petali e si tratta della splendida Rhododendrun Balsaminiflorum.
Alla luce di ciò, è importante sapere che genere di azalea si sta acquistando, per poterla coltivare e curare nel modo più giusto, garantendole una vita florida e lunga.
In generale l'azalea presenta sottili fusti semi-legnosi e molto ramificati, sui quali spuntano foglie verdi scuro, ovali e ruvide al tatto. Nel periodo di fioritura, ovvero in primavera, sbocciano fiori a calice che possono essere rossi, rosa, bianchi e, nella Azalea Japonica, anche color salmone e viola.

Come si coltiva l'azalea? Terreno e clima ideali

Chiunque decida di coltivare azalee, deve procurarsi un terreno organico dal PH piuttosto acido, dunque compreso tra 5,6 e 6. Deve inoltre essere ottimamente drenato, magari mescolato con torba o sabbia per renderlo maggiormente soffice e fertile.
Una valida alternativa in tal senso può essere procurarsi un comune terriccio generico e integrarlo poi con aghi e corteccia di pino.
Prima di piantare l'azalea, è importante porre sul fondo del vaso della perlite, dell'argilla espansa oppure della pietra pomice vulcanica, per evitare i dannosi ristagni d'acqua che possono portare alla morte della stessa. A tal proposito è meglio evitare la ghiaia che potrebbe rilasciare elevate quantità di carbonato di calcio, molto temuto dalla pianta.
Una volta piantata l'Azalea, bisogna sapere che il suo impianto radicale è abbastanza superficiale e ciò significa essenzialmente che non serve un vaso profondo ma piuttosto uno largo che sia sufficiente spazio alle radici di espandersi. Inoltre queste ultime saranno maggiormente esposte alle intemperie e agli sbalzi di temperatura, siano essi caldi che freddi: per questo è fondamentale proteggere il cuore della pianta pacciamando il terreno in superficie magari con aghi di pino e corteccia.
L'Azalea predilige la mezz'ombra, non sopporta la luce diretta del sole e generalmente resiste dai -10° fino ai 20°.
Per proteggerla dal freddo più rigido e dal caldo più torrido, bisogna posizionare la pianta in modo da garantirle fresco d'estate (magari all'ombra di latifogli e conifere se coltivata in terreno) e tepore d'inverno: in quest'ultimo caso, se non è possibile spostare l'Azalea, sarebbe utile coprire la superficie del terreno prossima alle radici con del materiale isolante mentre la parte aerea può essere avvolta da un apposito telo.

Concimazione e irrigazione ideali

La concimazione della pianta è fondamentale ed è preferibile che avvenga tra febbraio e luglio con un prodotto fertilizzante adatto alle piante acidofile. Può essere utilizzato un concime liquido, da integrare all'acqua per le innaffiature oppure granulare, a rilascio graduale. In ogni caso è altamente raccomandato di usare il fertilizzante in quantità moderate in quanto l'azalea è una pianta che nasce in terreni poveri: un uso eccessivo del concime infatti comporterebbe una crescita vegetativa di ramificazioni ancora erbose che poi difficilmente riuscirebbero a superare i freddi invernali.
Il terreno della pianta deve essere mantenuto costantemente umido, per far sì che lo sviluppo dell'Azalea sia ottimale e la fioritura primaverile sia rigogliosa e scenografica. È buona regola innaffiare con costanza tra marzo e ottobre, accertandosi sempre che il terreno risulti secco e asciutto, per evitare di bagnare eccessivamente la pianta creando marciume radicale.
Nei periodi più torridi e siccitosi è ovviamente consigliato irrigare con maggiore frequenza: in particolare, è buona abitudine d'estate vaporizzare acqua con un nebulizzatore (integrata anche con concimi fogliari) sul fogliame oppure posizionare la pianta su un sottovaso ricolmo di acqua, evitando il contatto con quest'ultima ponendo della ghiaia nello stesso sottovaso.
Per innaffiare inoltre è sempre preferibile prediligere acqua demineralizzata e dunque povera di calcare, in quanto l'Azalea è una pianta acidofila. Per questo motivo si rivelano ottime l'acqua piovana o l'acqua che si compra normalmente per utilizzare il ferro da stiro. Si può infine utilizzare anche una miscela a base di 10 litri di acqua con un cucchiaio di aceto, lasciata macerare al fresco in un annaffiatoio per minimo 12 ore.

Azalea: moltiplicazione e potatura

Come potare le azalee? Per garantire una vita lunga alla pianta, è necessario potare l'Azalea in primavera ogni anno con delle forbici, eliminando fiori e rami secchi: è importante non rinviare questa pratica fondamentale perché, a estate inoltrata o in autunno, nell'atto di eliminare i fiori morti si rischia di tagliare anche i germogli che solo in quel momento stanno maturando. Nell'operazione di potatura è bene utilizzare strumenti disinfettati per evitare che la pianta maturi rischi di infezioni in quanto tagliare un ramo equivale a una ferita per l'uomo: proprio per questo è buona regola trattare la recisione, che deve essere netta, con una soluzione a base di acqua e ormoni radicanti.

Per quanto riguarda la moltiplicazione dell'Azalea, questa può avvenire essenzialmente in due modi, escludendo quella per semi in quanto tanto difficile quanto incerta nei risultati.

Talea azalea

La moltiplicazione per talea, da effettuarsi tra giugno e luglio, è il metodo più diffuso e semplice: basta prelevare circa 10 cm di ramo dalla pianta madre e sistemarlo in un vaso ricolmo di torba mista a terriccio sabbioso da mantenere sempre umido; dopo un mesetto, passato alla mezzombra, saranno spuntate le radici e la piantina potrà essere travasata.

Moltiplicazione per propaggine

Un'alternativa altrettanto semplice, ma più veloce alla talea, è moltiplicare l'Azalea per propaggine: basta piegare dolcemente un ramo dell'arbusto fino sotterrarne l'estremità nel terreno; alla comparsa delle radici avventizie, quando queste saranno robuste, si potrà recidere la nuova piantina dalla pianta madre.

Cosa fare dopo la fioritura?

Il momento successivo alla fioritura, ovvero dopo la stagione primaverile, è quello più particolare per chi deve prendersi cura della pianta: il suo aspetto infatti appare spoglio e sofferente, con la zona centrale particolarmente spoglia, essendo all'ombra della parte aerea più cespugliosa. In questo caso la prima cosa da fare è, ove sia possibile, posizionare la pianta in un ambiente luminoso (ricordando sempre di evitare i raggi diretti del sole) ed eliminare tutti i fiori morti: in tal caso bisogna avere l'accortezza di staccare anche il peduncolo per impedire all'arbusto di immettere troppa energia nel generare tanti nuovi semi. È importante inoltre accorciare i rami eccessivamente lunghi, così da garantire all'arbusto un aspetto più ordinato quando ci sarà la ripresa vegetativa.

Azalee: malattie comuni e rimedi

Il primo nemico di una pianta è una cattiva cura, ovvero scegliere l'habitat sbagliato, non potarla oppure innaffiarla troppo o troppo poco. Ci sono poi le muffe e i funghi da arginare con l'uso di appositi fungicidi. Particolarmente ostici sono in particolare l'exobasidium rhododendri, fungo parassita che crea rigonfiamenti spugnosi sulle foglie da eliminare prontamente appena si manifestano, e la Phytophthora cinnamomi: quest'ultima è causato dai ristagni d'acqua e dai tagli infetti praticati in precedenza sull'arbusto.
C'è poi la muffa grigia che si manifesta con la comparsa di una sorta di lanuggine grigiastra: in tal caso è opportuno intervenire riducendo l'umidità del terriccio e utilizzando fertilizzanti a base di rame.
Come ogni pianta, l'Azalea soffre l'attacco di ragnetti rossi, afidi e cocciniglia che, nonostante siano parassiti molto piccoli, attaccano l'arbusto nutrendosi della sua linfa vitale: per scongiurare un blocco della crescita della pianta, è bene intervenire tempestivamente con pesticidi chimici.
Infine c'è il nemico numero uno dell'Azalea: la Clorosi Ferrica, malattia causata dalla carenza di sali minerali e soprattutto di ferro nel terreno utilizzato per la coltivazione della pianta. Le foglie hanno difficoltà a sviluppare clorofilla e dunque tendono a scolorirsi e a ingiallirsi: l'unico rimedio è quello di utilizzare terreno dal PH acido e soprattutto concimare la pianta almeno due volte al mese con sequestrene di ferro, grazie al quale si incentiva un maggiore assorbimento di sostanze nutritive con un conseguente ricolorarsi delle foglie.


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Questo articolo è stato scritto da Redazione

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