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Piante acquatiche: caratteristiche e coltivazione

Piante acquatiche: caratteristiche e coltivazione

Le piante acquatiche costituiscono un’alternativa di grande impatto scenografico per qualunque tipo di spazio verde e giardino. Si definiscono "acquatiche" o "idrofitiche" o "idrofite" quelle piante che sono riuscite ad adattarsi a sopravvivere in ambienti acquatici o nelle prossimità di quest’ultimi e che, per svilupparsi in maniera armoniosa ed efficace, necessitano di abbondanti quantità d’acqua.

Come si classificano le piante acquatiche

Queste piante possiedono differenti modi di sviluppare vegetazione e in base a questi possono essere classificate in differenti gruppi:

  • piante delle rive, ovvero quelle le cui radici sono radicate nel suolo e di norma crescono ad una profondità d’acqua che non supera mai 1 metro;
  • piante a foglie fluttuanti, le cui radici sono ancorate nel fondo dello specchio d’acqua;
  • piante sommerse, interamente ricoperte dall’acqua;
  • piante natanti, che in genere si muovono sulla superficie dell’acqua.

Le piante acquatiche esistono in una immensa varietà di forme, che rappresentano il frutto del tentativo di questi entità botaniche di sopravvivere ed adattarsi alla presenza dell’acqua.

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Piante acquatiche: caratteristiche

Le piante acquatiche hanno una sottile cuticola, che svolge l’importante funzione di evitare che venga dispersa troppa acqua. I loro stomi sono aperti per quasi la totalità del tempo, in quanto la pianta ha a disposizione abbondanti quantità di acqua. Diversamente da altre specie botaniche, le piante acquatiche presentano un numero superiore di stomi, che si trovano in genere su tutti e due i lati del fogliame.

Le piante acquatiche sono caratterizzate da un' "ossatura" leggera e flessibile, in quanto questa permette loro di tollerare meglio la pressione esercitata dall’acqua.
Alcune varietà, come ad esempio le ninfee, galleggiano grazie alle foglie di cui sono dotate. Le loro radici sono minute, perché il ruolo è limitato al solo assorbimento delle sostanze nutritive, tra le quali si annovera anche l’ossigeno che trovano nell’ambiente e nell’acqua dalla quale sono abbondantemente circondate.
Proprio per la loro limitata funzione, le radici delle piante acquatiche vengono anche definite "a piuma", perché non hanno bisogno di dare supporto alla pianta.

Le piante acquatiche sono dotate di una crescita davvero rapida e, per questo, spesso, entrano in concorrenza con le altre specie botaniche da cui sono circondate.
Per questo motivo, quando vengono messe a dimora, è indispensabile prestare la massima attenzione alla tipologia di vegetazione che le attornierà.

Come si curano le piante acquatiche

Per curare le piante acquatiche non sono necessari grandi opere di manutenzione: intervenire spesso su di esse, infatti, rischia di compromettere e danneggiare il loro micro-clima ed equilibrio vitale.
Sono piante perenni molto resistenti e vigorose, che non vengono colpite frequentemente da attacchi di afidi e altri insetti.

Le piante acquatiche, nella maggior parte dei casi, amano un’esposizione ampiamente soleggiata. Per evitare che si compromettano, al sopraggiungere della stagione invernale, è preferibile mettere al riparo le piante più delicate in un luogo protetto dal gelo oppure in una serra riscaldata.
Il terreno ideale per ottenere una coltivazione di successo è un terriccio da giardino, mescolato a letame. Dopo averle messe a dimora, è opportuno innaffiare bene le piante.

Le piante acquatiche sono tanto belle e decorative, quanto delicate ed esigenti nella coltivazione, ecco perché prima di iniziare a coltivarle è vivamente consigliabile studiarne le caratteristiche, per capirne al meglio le esigenze colturali. Alcune di queste piante presentano dimensioni ingenti e si adattano pertanto solo a specchi d’acqua grandi; altre, al contrario, hanno dimensioni più piccole e, pertanto, si possono utilizzare per ornare e ravvivare bacini d’acqua di dimensioni più piccole e contenute. 

Quali sono le condizioni indispensabili per la coltivazione delle piante acquatiche

Uno degli elementi indispensabili ai fini di una coltivazione di successo è il terriccio. Possono essere coltivate in qualunque tipologia di vaso o recipiente, ma ciò che conta è questo sia dotato di impermeabilità e resistenza all’ossidazione. Dopo aver scelto il contenitore di destinazione delle piante, il passo successivo è quello di colmarlo per metà di terriccio. Deve essere composto da torba, fertilizzante naturale e sabbia.

Terminare la messa a dimora con uno strato di sabbia, affinché il terriccio resti attaccato alla pianta anche quando verrà versata l’acqua. A questo punto è bene piantare i semi nel terreno: da esso le piante acquatiche trarranno le sostanze nutritive essenziali e cresceranno in maniera efficace.

Per quanto concerne la coltivazione delle piante acquatiche in vasche, stagni o bacini d’acqua ampi, occorre creare uno strato di terriccio che misuri almeno 30 cm.
Un fattore importantissimo per la crescita corretta delle piante acquatiche è l’acclimatazione. Ad esempio:

  1. nelle aree con clima più caldo, il recipiente o il bacino deve essere più profondo che nelle aree fredde, perché in estate l’acqua tende a surriscaldarsi se il livello è troppo basso, liberando nell’ambiente le sostanze nutritive indispensabili.
     
  2. Al contrario nei paesi con clima rigido, il contenitore o bacino deve avere una profondità contenuta, per consentire all’acqua presente di scaldarsi velocemente e del tutto.

Per assicurare lunga vita alle piante acquatiche è consigliabile controllare spesso il livello dell’acqua, perché questo rischia di ridursi per via dell’evaporazione.

Piante acquatiche e ninfee anche in balconi e terrazzi di città

Scopri le piante consigliate da Gianni Ricci, esperto di piante acquatiche

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Questo articolo è stato scritto da Redazione

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