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La rotazione degli ortaggi

La rotazione degli ortaggi

1. Introduzione

Con il termine di rotazione colturale, si intende una successione di colture diverse tra di loro sullo stesso appezzamento, la quale prevede il ritorno dopo un certo numero di anni della coltura iniziale (cioè quella che ha aperto la rotazione).
La funzione principale di questa pratica agronomica, è quella di ricostituire la fertilità del suolo che si è perduta nel corso del tempo, attraverso le coltivazione sullo stesso terreno della stessa specie orticola.
Per questo ai fini delle rotazioni colturali, le colture sono distinte in:

  1. Depauperanti o sfruttatrici
    Esigenti dal punto di vista nutritivo, perché sfruttano il terreno e lo impoveriscono (es. frumento, avena, orzo, segale, riso, mais, sorgo e tutti i cereali da granella).
  2. Preparatrici o da rinnovo
    Richiedono cure colturali particolari (lavori di preparazioni e/o concimazioni organiche e minerali abbondanti) (es. mais, barbabietola da zucchero, patata, pomodoro, tabacco, girasole, fava, fagiolo, pisello, lupino ecc.).
  3. Miglioratrici
    Aumentano la fertilità del terreno influendo sulla struttura fisica, chimica e biologica (es. graminacee pratensi) oppure lo arricchiscono d’azoto N (es. leguminose da granella e da foraggio).

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In definitiva, progettare una rotazione colturale in orticoltura, significa stabilire la sequenza con la quale le varie specie, si devono succedere sullo stesso appezzamento, tenendo conto inoltre del tempo che deve intercorrere tra due ritorni della stessa specie in uno stesso terreno.

Leggi le altre risposte dell'esperto su CURA E COLTIVAZIONE ORTO:

2. Funzioni della rotazione colturale

I motivi che spingono l’orticoltore a ricorrere alla rotazione colturale, sono sia di carattere tecnico che economico.
Dal punto di vista tecnico, questa pratica, è fondamentale perché gioca un ruolo favorevole a livello del terreno, agendo sulle:

  1. Proprietà fisiche.
  2. Proprietà chimiche.
  3. Proprietà biologiche.

2.1 Proprietà fisiche

Dal punto di vista fisico la successione delle colture sul terreno, determina:

  • Miglioramento della struttura del terreno.
  • Aumento dell’infiltrazione dell’acqua.
  • Incremento della permeabilità del terreno.
  • Miglioramento della circolazione dell’aria.
  • Incremento dell’attività della microflora del suolo.
  • Aumento del contenuto di sostanza organica del suolo a seguito dell’interramento dei residui della coltura precedente.

2.2 Proprietà chimiche

Dal punto di vista chimico la successione colturale, comporta:

  • Arricchimento del suolo di elementi nutritivi (es. microelementi) dovuto alle diverse colture che si succedono nel suolo.
  • Prevenzione delle carenze di elementi nutritivi come l’azoto N.
  • Eliminazione di tossine o altre sostanze non gradite lasciate dalla coltura precedente.
  • Mantenimento del pH del suolo e del livello di fertilità costante nel tempo.

Frumento


L’effetto della successione colturale sulle proprietà chimiche del
terreno, è tanto più marcato quando ad una coltura depauperantesfruttatrice della fertilità (es. frumento o mais) fa seguito una coltura miglioratrice della fertilità (es. erba medica, trifoglio, fagiolo, favaecc.).

2.3 Proprietà biologiche

Dal punto di vista biologico infine, la successione colturale determina:

  • Riduzione della flora di piante infestanti.
  • Riduzione del contenuto di patogeni del terreno (funghi, insetti terricoli e nematodi), soprattutto quelli che si sviluppano a carico delle radici delle piante quando si coltivano cereali per più anni nello stesso appezzamento.
  • Stimolazione dell’attività dei batteri azotofissatori sia simbionti che non simbionti.
  • Miglioramento del contenuto di sostanza organica del suolo.
  • Aumento della competizione delle colture principali (es. erba medica, patata e canapa) nei confronti delle infestanti grazie alla loro azione rinettante (cioè di copertura totale del suolo).

2.4 Funzioni economiche

Dal punto di vista economico invece, le ragioni che spingono l’agricoltore a ricorrere alla successione colturale, sono:

  • Differenziare la produzione in più raccolti di specie diverse, per ridurre il danno da crolli di produzione o di prezzo di un determinato prodotto.
  • Sfuggire ad eventuali danni causati dallo sviluppo di malattie o all’andamento climatico avverso, grazie alla coltivazione di specie diverse caratterizzate da diversi cicli vegetativi.
  • Distribuire in maniera più razionale e regolare l’impiego delle macchine e della manodopera nel tempo.
  • Migliorare la conservazione anche temporanea delle produzioni e il loro collocamento sul mercato.
  • Gestire in maniera più equilibrata la produzione grazie ai raccolti periodici di piante diverse, che possono comportare il ritorno di denaro più immediato.
  • Ampliare la conoscenza di altri settori produttivi con delle soddisfazioni di carattere psicologico.

3. Come impostare una rotazione colturale

Per impostare correttamente, una successione di specie orticole diverse tra di loro, è necessario tenere conto di alcune regole fondamentali come:

  1. Alternare, piante a radici profonde (es. pomodoro) con piante a radici superficiali (es. lattuga).
  2. Alternare, colture la cui parte commestibile, è rappresentata da radici e/o tuberi (es. patata, carota) con specie di cui si utilizzano i frutti o la parte fogliare (es. peperone, cavolo broccolo, lattuga).
  3. Alternare, piante a portamento assurgente (es. melanzana) con piante a portamento ridotto (lattuga, cipolla, aglio).
  4. Alternare, piante che richiedono lavori di preparazione e cure colturali più accurate e più intense (es. pomodoro, carciofo) con altre che richiedono solo lavorazioni superficiali (es. zucchina, cereali).
  5. Alternare, piante azotofissatrici (es. leguminose) con piante particolarmente sfruttatrici di azoto (es. patata).
  6. Alternare, piante che mostrano ad un certo sensibilità ad alcuni patogeni o parassiti con altre che invece sono più tolleranti.

AsparagoInoltre, nell'impostare una determinata rotazione colturale, è necessario stabilire o indicare quale è la specie orticola migliore da far precedere a quella che si dovrà seminare e/o trapiantare in successione ad essa per avere i migliori risultati dal punto di vista produttivo.

Nella seguente tabella, vengono indicate in base alla coltura da impiantare, quali siano alcune delle precessioni colturali favorevoli e quelle sfavorevoli:
 

Coltura in rotazione

Precessione favorevole

Precessione sfavorevole

Asparago

Cereali e fragola

Asparago, carota e patata

Bietola

Cipolla e fagiolo

Spinacio

Carciofo

Bietola, patata e pomodoro

Carciofo

Carota

Aglio, cipolla, patata e porro

Asparago, bietola, prezzemolo e sedano

Cavolo

Lattuga, cipolla, pisello e carota

Cavolo

Cipolla

Cetriolo, fagiolo, patata e pomodoro

Cavolo, bietola e mais

Fagiolo

Cavolo broccolo e cavolo cappuccio

Bietole, melone, cocomero, zucca e zucchina

Indivia

Ravanello

-

Lattuga

Porro e spinacio

Lattuga

Melanzana

-

Melone e pomodoro

Patata

Cavolfiore, zucchina, fagiolo e pisello

Melanzana, patata, peperone e pomodoro

Pomodoro

Bietola, cavolfiore, cipolla, fagiolo e spinacio

Asparago e pomodoro

Radicchio

Pisello e porro

Lattuga

Spinacio

Cavolo cappuccio

Spinacio

Zucca

-

Zucchina e pomodoro

Zucchina

Cavolo, pisello, fagiolo, porro, patata e lattuga

Melone, cetriolo e pomodoro

Leggi le risposte dell'esperto su MALATTIE E PROBLEMI ORTO:

4. Schemi di rotazione colturale

Una prima classificazione delle rotazioni colturali, è basata sulla continuità della successione colturale e per questo possono essere:

  • Rotazioni discontinue.
  • Rotazioni continue.

4.1 Rotazione discontinua

La rotazione discontinua, è caratterizzata dall’interruzione o riposo di uno più anni della coltivazione di una serie di colture sullo stesso terreno. Questo tipo di rotazione è poco praticato in Italia e in tutti gli ambienti temperati a causa della diffusione della meccanizzazione, dell'introduzione di colture foraggere e la scomparsa della transumanza.
A sua volta questo riposo, può essere.

  1. Riposo assoluto
    Con terreno mai lavorato. Il riposo assoluto, può essere anche:
    a) Pascolato.
    b) Non pascolato.
  2. Lavorato o a maggese
    Che può essere a sua volta:
    a) Nudo o non lavorato (privo di vegetazione).
    b) Coltivato (attraverso colture maggesate come le leguminose da granella quali l’erba medica o la fava).

La rotazione discontinua, è tuttavia la pratica agronomica attualmente più impiegata in ambienti poveri, siccitosi e difficili nelle zone caldo aride del Mediterraneo.
Gli schemi maggiormente adottati in queste zone, sono:

  1. Coltura intermittente regolare
    E’ praticata nelle zone dell’Appennino Centrale e prevede la successione regolare con colture di patata/cereale e un’interruzione di coltivazione di 10 - 20 con il pascolo.
  2. Pascolo inserito in avvicendamento
    Il pascolo entra in successione con alcune colture come i cereali rimanendo solo un anno. Il pascolo è seguito di solito dalla coltivazione con una leguminosa da granella e poi con i cereali.
  3. Maggese nudo
    Le stoppie lasciate dopo la raccolta dei cereali, vengono lasciate a riposo che può essere pascolato o non pascolato. Il terreno viene lavorato a maggese e prima delle piogge autunnali predisposto per la coltivazione dei cereali.
    Le successioni a loro volta, possono essere:

a) Maggese – Frumento – Riposo.
b) Maggese – Frumento – Avena – Riposo.
c) Maggese – Frumento – Avena – Riposo – Riposo.

4.2 Rotazione continua

La rotazione continua, invece consiste in una successione di una serie di colture a ciclo annuale o poliennale nello stesso terreno in maniera ininterrotta nel tempo.
Con questo tipo di rotazione di norma a colture sfruttatrici della fertilità del suolo (es. cereali), seguono sempre colture miglioratici (es. leguminose).
La durata di un intero ciclo di rotazione da il nome alla stessa e la durata corrisponde anche al numero delle sezioni in cui deve essere diviso l'appezzamento. La durata indica inoltre la superficie dell’azienda destinata ad ogni coltivazione.
Le rotazioni colturali si aprono sempre con una lavorazione di rinnovo che ha come scopo quello di conferire al suolo una determinata stabilità fisica, chimica e biologica.
Le rotazioni colturali continue, a loro volta possono essere:

  1. Fisse
    Quando seguono degli schemi rigidi aziendali.
  2. Libere
    Quando mantengono una rigidità nell’ampiezza delle sezioni, ma una determinata variabilità per quanto riguarda la specie coltivata.
  3. Regolari
    Se le colture si succedono in appezzamenti di uguale ampiezza e dimensione.
  4. Irregolari
    Se le colture si succedono in appezzamenti di diversa ampiezza e dimensione.
  5. Miste
    Quando una parte della superficie aziendale è divisa in appezzamenti di uguale ampiezza e dimensione per colture in normale rotazione, accompagnata da altre sezioni con colture fuori rotazione (es. erba medica).

Le rotazioni colturali continue, possono essere anche:

  • Semplici
    Quelle che contengono una sola coltura da rinnovo.
  • Composte
    Quelle costituite dalla combinazione di più rotazioni semplici.

Nello schema classico rotazione colturale, le piante si succedono come segue:

Pianta preparatice o miglioratice – Pianta depauperante – Pianta miglioratrice pratense – Pianta depauperante.

Le rotazioni semplici, possono essere:

  1. Biennali (2 anni).
  2. Triennali (3 anni).
  3. Quadriennali (4 anni).
  4. Quinquennali (5 anni).
  5. Sessennali (6 anni).

Le rotazioni colturali composte, possono essere invece:

  1. Settennali (7 anni).
  2. Ottennali (8 anni).
  3. Decennali (10 anni).
     

5. Esempio di rotazione colturale

Di seguito, si riportano alcuni esempi di successione colturale in una rotazione triennale (3 anni):

1° Anno

Pomodoro

Cipolla

Lattuga

Carota

Zucchina

Pisello

Cavolo

Spinacio

Prezzemolo

 

2° anno

Cipolla

Carota

Zucchina

Lattuga

Pomodoro

Prezzemolo

Pisello

Cavolo

Spinacio

3° anno

Carota

Pomodoro

Cipolla

Zucchina

Lattuga

Cavolo

Spinacio

Prezzemolo

Pisello

In una rotazione quadriennale (4 anni), ad esempio durante il ciclo produttivo, vengono coltivati in successione tutte e quattro le aree in modo da assicurare un duplice risultato:

  • Assicurare sempre prodotti orticoli diversi, durante tutto il ciclo di rotazione.
  • Sfruttare al meglio le risorse del terreno senza impoverirlo, ma integrarlo.

PomodoroAd esempio al posto dell’anno di riposo (maggese), si può alternare il sovescio, tramite la coltivazione di una leguminosa (es. trifoglio), capace, grazie ai batteri simbionti presenti nelle sue radici, di fissare l’azoto atmosferico riuscendo così ad arricchire e migliorare la fertilità del terreno. Non a caso al sovescio viene fatto seguire una solanacea come il pomodoro, piuttosto esigente (di azoto N) per quanto riguarda il fabbisogno di elementi nutritivi.
La cosa fondamentale nelle rotazioni colturali, è quella di non riservare alcune zone dell'orto in maniera perenne per alcune colture orticole, ma di cambiare ogni anno l'aiuola di coltivazione.

Questo articolo è stato scritto da Fabio_DiGioia

Fabio_DiGioia

Fabio Di Gioia è nato a Montelupo Fiorentino nel febbraio del 1980, da una famiglia caratterizzata da una lunga e radicata tradizione contadina. Esperto di recupero e valorizzazione delle varietà vegetali antiche.

Dal 2010 a oggi organizza corsi e seminari sulle buone pratiche di conservazione e coltivazione delle varietà antiche vegetali sia in ambito erbaceo e orticolo che arboreo e frutticolo.

Lo scopo principale del suo lavoro è quello principalmente di recuperare le varietà locali e poterle reinserire in un contesto agricolo e produttivo, verso tutti coloro come le aziende agricole credono sempre di più nelle potenzialità di questo settore.

Blog: fabio13280 - fabio13280.wordpress.com