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Il carciofo: alla scoperta dei segreti per coltivarlo nel proprio orto

Il carciofo: alla scoperta dei segreti per coltivarlo nel proprio orto

I carciofi nell'orto: introduzione

Il gustosissimo carciofo (famiglia Asteracee) è un ortaggio nativo dell'area mediterranea coltivato già nell'antichità, e del quale l'Italia risulta il primo produttore mondiale.
Prendersene cura lungo tutto il suo ciclo vitale, dalla preparazione del terreno per la carciofaia sino al momento della raccolta, non è difficile, ma certamente richiede impegno e parecchie attenzioni.
Per iniziare, occorre sapere che le varietà oggi disponibili sono diverse.

Le varietà di carciofo

Numerosissimi i tipi di carciofo disponibili per gli orticoltori: ben 90.
Questi si suddividono in 2 gruppi principali: il gruppo primaverile, che contiene le varietà più pregiate con capolini di maggiori dimensioni, e quello autunnale (con doppio raccolto, uno in autunno e uno in primavera), destinato per buona parte alla surgelazione e ai prodotti inscatolati.
Una seconda classificazione divide il carciofo nelle varietà spinose e inermi, ossia prive di spine. Le varietà più importanti sono: fra gli spinosi il carciofo sardo e quello di Palermo, fra gli inermi il violetto toscano, il romanesco, il catanese, il romagnolo e infine il biancone di Castelvetrano.

Preparazione del terreno per il carciofo

Il terreno per la carciofaia, che può rimanere produttivo per diversi anni (fino a un massimo di 10) deve essere molto ricco di sostanza organica, quindi occorre prepararlo con letame maturo (indicativamente 5 kg per metro quadro).

L'aratura preliminare, da effettuarsi al principio dell'estate o in autunno, deve spingersi in profondità, fino a 50 cm. Infine, occorre ricordare che il carciofo richiede molta acqua ma un'eccessiva stagnazione è pericolosa, quindi è bene evitare infossature del terreno; al contrario, se è il caso, conviene realizzare baulature (ossia modesti rilievi sopraelevati).

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Impianto del carciofo

I metodi disponibili per impiantare un carciofo sono 3:

  • messa a dimora dei carducci, verso marzo-aprile o in alternativa dalla metà di settembre a fine ottobre; è il metodo più frequente e si usano i germogli alla base della pianta di carciofo, che devono essere prelevati con la loro radice quando hanno circa un anno di età e misurano 30-40 cm di altezza;
  • semina;
  • sistemazione di piantine con pane di terra.

Un accorgimento importante è scegliere carducci con 4-5 foglie a margine intero: sono più produttivi e più precocemente. In previsione delle esigenze del carciofo adulto, occorre sistemare i carducci a 1 m di distanza uno dall'altro (vale anche per le file).

Se si preferisce sistemare piantine acquistate dal vivaista invece il periodo ideale è aprile-maggio, così come per la semina. In ambedue i casi, procedere poi ad abbondanti irrigazioni.

CarciofoCure colturali per il carciofo

Il fabbisogno idrico del carciofo è molto elevato, quindi la prima cura devono essere irrigazioni abbondanti e regolari, o la pianta entrerà in una fase di quiescenza.

Allo stesso tempo occorre evitare gli eccessi, pena il rischio di un deleterio marciume radicale. A seconda del clima e della varietà l'innaffiatura estiva deve proseguire nel primo autunno, specie nel sud Italia, e ovviamente va effettuata durante la fase produttiva, nel caso le piogge non siano sufficienti.

Per aumentare la fase produttiva delle varietà tardive di carciofo (violetto toscano e romanesco) si può proseguire la loro irrigazione anche a tarda primavera. Altro accorgimento, fondamentale nei climi rigidi, è la pacciamatura, che mette il carciofo al riparo dalle gelate (ovviamente non occorre se le piante crescono in serra). Infine il diserbo, da effettuarsi tramite sarchiatura con zappa e manualmente.

Concimazione del carciofo

Date le sue elevate esigenze nutritive, il carciofo ha bisogno di fertilizzante, meglio se organico (letame).
Il periodo della concimazione per la carciofaia è alla ripresa vegetativa, a settembre e a febbraio.
In alternativa si può utilizzare un concime chimico a base di azoto, fosforo e potassio. Le dosi dipendono dal tipo di terreno in cui cresce il carciofo, se ad esempio è calcareo occorre aumentare l'apporto di fosforo e potassio.
Altro fattore da considerare è il grado di dilavamento del terreno: tanto maggiore è, tanto più occorrerà aumentare la quantità di fertilizzante.

Scarducciatura e dicioccatura del carciofo

Dopo il primo anno, è importante eliminare dalla pianta di carciofo i carducci in soprannumero (scarducciatura), lasciandone solo 2-3 per pianta, che in tal modo crescono più grandi e robusti.
L'operazione può essere effettuata più volte all'anno, in genere si procede a una scarducciatura a fine inverno e una seconda al principio dell'autunno. Con la dicioccatura invece si eliminano gli steli che hanno prodotto i capolini. Si esegue al principio dell'estate, avendo cura di eliminare anche i germogli sotterranei (si scende fino a 4-5 cm sotto al suolo).

Raccolta del carciofo

Il periodo di raccolta del carciofo è in funzione della specie e anche delle dimensioni delle piante; quanto al numero di raccolti, può variare da un minimo di 3-4 fino a 12-15.

Ogni pianta di carciofo produce dai 4 ai 15 capolini (boccioli, rappresentano la parte edibile), che si raccolgono recidendo con un taglio obliquo lo stelo sottostante (circa 5-10 cm). Importante è farlo al momento giusto, quando i capolini del carciofo sono ben sviluppati ma con le punte ancora chiuse.

Le malattie del carciofo

La pianta di carciofo ha numerosi nemici. I principali (con relativo rimedio) sono:

La migliore arma per combatterli è l'intervento precoce, che richiede un controllo frequente di ogni pianta di carciofo. Ai primi segni di infestazione, si procede prontamente con il prodotto consono.

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Questo articolo è stato scritto da Redazione

Redazione

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