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Pachypodium: piante grasse spinose dal tronco rigonfio

Elementi unici per una collezione di piante grasse

Pubblicato il 16/03/2016 da Marco Alberti in Piante grasse
Pachypodium: piante grasse spinose dal tronco rigonfio

Oggi si conoscono 25 specie di piante grasse appartenenti a questo genere: di queste 20 provengono dal Madagascar e quasi tutte sono considerate piccoli endemismi. Le altre vivono nell’Africa australe continentale.

Gli ambienti favorevoli per queste piante grasse succulente vanno dal livello del mare, su dune sabbiose (Pachypodium geayi), sino a quote che sfiorano i 2.000 metri, come nel caso di Pachypodium brevicaule  sulle montagne del Madagascar. Le temperature minime che possono sopportare alcune specie sono di -10 °C. L’aridità è una costante per tutte le specie, in quanto il periodo in cui non piove oscilla tra i 5 e i 10 mesi!

Il substrato è estremamente vario: rocce, suoli superficiali poveri, terreni più profondi con discreta quantità di humus.


I caratteri adattativi: peculiari pregi estetici

L'ambiente naturale che ospita i rappresentanti del genere Pachypodium ha indotto un evoluzione delle strutture morfologiche e anatomiche nel senso di una diffusa spinescenza, con spine robuste  appaiate o in gruppi di tre che favoriscono la formazione di condensa sul fusto e i rami.

È inoltre evidente l’ingrossamento del tronco per la formazione di speciali tessuti di riserva dove si accumula l’acqua. L'aspetto che presentano gli esemplari arborei mostra rosette di foglie all'apice di un lungo e sottile fusto particolarmente rigonfio alla base.

Coltivazione e cura

Le specie più comuni coltivate da noi non tollerano, se non per brevissimi periodi, il gelo, evento che causa la caduta delle foglie e danni ai tessuti interni del fusto. È bene quindi coltivare queste piante grasse all’aperto in vaso solo nella bella stagione, oppure in serra o sotto una veranda assolata qualora li volessimo in piena terra.

Una buona esposizione ai raggi solari unita ad un'adeguata ventilazione permette una crescita armonica e una fioritura regolare. L'ombra, al contrario, riduce tali possibilità, favorendo al contempo l'infestazione di insetti e lo sviluppo di muffe soprattutto in  periodi umidi.

Il terreno deve essere ben drenato e deve essere dunque formato da sabbia e ghiaino, con poca terra fine. Il consiglio è quello di annaffiare moderatamente solo in tarda primavera ed estate.

Quali specie, quali spazi

Per piccole roccaglie o vasi è consigliabile utilizzare quelle specie che in natura hanno dimensioni contenute e che sono in grado di dare il meglio di sé anche in uno spazio limitato: ad esempio, in vaso, il Pachypodium brevicaule ha un diametro che si mantiene entro i 20 centimetri e un'altezza di 15, con delicati fiori gialli.  

Una pianta che richiede un maggiore spazio a maturità, oltre il mezzo metro di larghezza e 1 metro di altezza, è il Pachypodium saundersii, i cui tozzi rami spinosi portano ciuffi di foglie verde brillante.

Per chi ha più spazio sono consigliabili esemplari di due specie arboree, Pachypodium namaquanum e il più noto Pachypodium lamerei o Palma del Madagascar, quest’ultimo con splendidi fiori bianchi: entrambe le specie in piena terra o in un grande vaso, dove la copiosa fioritura primaverile-estiva avviene regolarmente.

Questo articolo è stato scritto da marco_alberti

marco_alberti

Marco Alberti è Dottore Forestale, esperto in Piante Cactacee e Succulente, e autore di alcuni studi e volumi sulla flora spontanea e ornamentale. In particolare si occupa di piante succulente coltivate in Italia sia nei giardini pubblici che a livello amatoriale e acquistabili presso vivai specializzati.

La lunga carriera professionale del professor Alberti è costellata di esperienze lavorative di successo, arricchite da Studi botanici, ecologici e paesaggistici, Consulenze per progettazione di aree verdi con analisi paesaggistica, valutazione di impatto ambientale, studi d’incidenza ecologica, Pianificazione forestale per le proprietà di numerosi comuni ed istituzioni locali; Progettazione e direzione lavori in ambito forestale.

Il professor Alberti è docente e autore di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative ed è stato relatore in seminari e convegni.

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