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Le misteriose origini della Rosa Alba

Una varietà fuori dal comune

Pubblicato il 18/05/2016 da in Rose
Le misteriose origini della Rosa Alba

Sono molti anni che mi interesso alla coltivazione e produzione di rose antiche

Ne ho ritrovate molte nei luoghi che avevo l'abitudine di frequentare: alcune di queste erano all'epoca pressoché sconosciute. Altre, invece, erano ancora presenti nei cataloghi. Una di queste è la varietà di rosa antica Alba. Si tratta di una rosa davvero speciale: grande, elegante e raffinata, soprattutto diversa da tutte le altre. Essa si distingue dalle altre nell'insieme e in ogni singola parte.  

Non è un caso che fino alla fine del '700 era considerata una specie a sè.

Ho trovato le prime rose antiche Alba per caso, nella primavera del 2005, passando in macchina lungo una strada comunale, al margine, fra sterpi e rami secchi, insieme ad Alba Maxima, Semiplena e a fiore semplice allo stato selvatico. Ho fatto alcune ricerche e un signore molto anziano mi ha raccontato che, quando era bambino, quelle piante esistevano già. Ricorda che in autunno ne mangiava le bacche, i cinorrodi. Sono grandi, succosi, simili a quelli della rosa canina ma senza le fastidiose setole urticanti, ottimi per le marmellate.

In seguito, osservando meglio le diverse piante, ho notato con grande sorpresa che, senza fiori, sono praticamente identiche ed ho immaginato che l'origine probabilmente è la stessa, i fiori si sono differenziati nel tempo.  

A rafforzare questa teoria è stata la scoperta, nella primavera del 2012, nel giardino del convento di San Silvestro a Montecompatri, di una bella pianta di Alba Maxima, ricca di fiori, sana e rigogliosa: uno dei numerosi polloni basali, proprio al centro della pianta, aveva i fiori semidoppi dell’Alba Semiplena.

Anche quest’anno all’interno della Maxima erano presenti fiori della semiplena. Questa è una pianta molto vecchia ma in realtà, sempre giovane, perché si rinnova continuamente: i rami vecchi seccano e dalla base nascono nuovi getti che li sostituiscono. Proprio questa particolare vitalità della pianta probabilmente ha generato la mutazione e, riprendendo la situazione precedente, ho immaginato che alla sorgente delle tre rose ci fosse proprio la rosa Alba a fiore semplice, poi mutata in Semiplena, quindi in Alba Maxima.

Si può anche pensare che le tre rose siano state piantate insieme o che siano nate per ibridazione spontanea da seme. Resta tuttavia il fatto che le tre piante senza fiore sono identiche nel portamento e nelle singole parti. L'unica piccola differenza sta nelle foglie, che nella rosa a fiore semplice sono un po' più allungate in punta, ma hanno la stessa consistenza e colore. Quando sono andato a prenderne dei polloni per avere le piante nel roseto del nostro vivaio, non ho raccolto la rosa a fiore semplice e, l’anno successivo, sono stato costretto, per riconoscerla, a segnarne la base.

L'origine della rosa antica Alba

Per quanto riguarda l’origine della rosa Alba ho fatto alcune ricerche sui testi più accreditati, ma non ho trovato risposte certe. Ci sono solo ipotesi diverse tra loro. Ancora oggi la parentela è incerta.

Studiosi di chiara fama, anche attraverso lo studio del DNA, hanno ritenuto che la rosa Alba fosse un incrocio tra rosa canina e damascena, altri un incrocio tra arvensis e gallica, in ultimo studi recenti accreditano la tesi che essa sia il risultato di una ibridazione tra rosa gallica e rosa villosa.

La maggior parte di rose Alba conosciute sono ibridi con altre rose (gallica-damascena). Per avere la certezza di risalire all'origine dell’Alba si dovrebbe utilizzare la rosa Alba originaria che, per deduzione logica, è quella a cinque petali, non più presente nel mercato e nei roseti.

Recentemente ho individuato diverse Alba a fiore semplice in 6 siti diversi: queste piante hanno esclusivamente caratteristiche di rosa Alba:

  • Hanno portamento alto e slanciato;
  • Producono numerosi polloni basali;
  • Hanno foglie chiare, morbide, verde-grigio, con la caratteristica velatura bluastra;
  • Hanno margini con dentellatura doppia ed appuntita, spine rade, grandi e piatte alla base, poi cilindriche e dritte, quindi uncinate in punta;
  • Presentano boccioli rosa con bella forma e lunghi sepali;
  • Sviluppano fiori semplici, profumati, bianco puro di grandezza media (grandi per il genere);
  • Producono bacche grandi, rosse a maturazione con pochi semi grandi e setole esterne, succose.

Nessuna di queste caratteristiche è presente nelle galliche o nelle damascene.

Se in poco tempo e senza una ricerca sistematica ne ho potuto trovare diverse piante in 6 siti diversi, ritengo che la rosa Alba dovesse essere una rosa molto diffusa in passato, magari anche allo stato naturale. Del resto le Alba erano già conosciute dai romani e dal Medioevo al Rinascimento sono state rappresentate in numerosi dipinti.

In conclusione propongo due ipotesi:

  1. La prima, secondo la quale questa rosa deriva direttamente dalla rosa canina che è l’unica a cui in qualche modo somiglia, per portamento, forma delle foglie e dei getti nuovi, dei fiori e delle spine. Del resto la rosa canina non si trova in forma unica, ma è un gruppo di rose. Alcuni anni fa, per raccoglierne le bacche per una favolosa marmellata, sono andato con mia moglie nella zona di Campo Staffi sopra Filettino: i cinorrodi erano di tutte le forme e tutte le dimensioni e anche le numerose piante tutte diverse tra loro. La rosa Alba potrebbe, semplicemente, essere l’evoluzione di uno dei tanti tipi di rosa canina che si trovano in natura.
  2. La seconda, suggestiva forse, senza fondamento ma affascinante, fa perdere la sua origine nella notte dei tempi: è una rosa a sè, una rosa spontanea, prima dei suoi splendidi ibridi, come la consideravano gli antichi fino alla seconda metà del ‘700.

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