Portale del Verde

Marco Assirelli, consulente tecnico per la Cura e Manutenzione di Tappeti Erbosi e Spazi Verdi si racconta alla redazione di Portale del Verde

Marco Assirelli, consulente tecnico per la Cura e Manutenzione di Tappeti Erbosi e Spazi Verdi si racconta alla redazione di Portale del Verde

Vi proponiamo un’ interessante intervista a Marco Assirelli, consulente tecnico per la Cura e Manutenzione Tappeti Erbosi e Spazi Verdi.
Il dott. Assirelli fa parte dello staff di due importanti aziende operanti nel mondo del verde: la Bottos (PN) e la Lacogreen (TV). Per la prima ricopre il ruolo di capo area Emilia Romagna, mentre per la seconda è consulente di riferimento per la regione Emilia Romagna.

“Come e quando è nata in lei la passione per questo particolare genere di esperto del tappeto erboso naturale?”

“Beh, la passione è nata fin dagli studi, dove ero alla ricerca di un settore “fuori dal comune” e, nonostante fossi un perito agrario e laureando in Scienze Forestali-Ambientali, del “settore verde” fino a quel punto poco o niente era stato detto dal percorso scolastico seguito. Ad oggi qualche cosa si è aperto in alcuni corsi, ma penso si possa e si debba fare decisamente di più fin dalle scuole medie inferiori nell’avvicinare i ragazzi a ciò che ci circonda imparando a riconoscere, apprezzare e capire il settore del verde.”

“Cosa l'ha spinta a intraprendere questo settore lavorativo? Era il suo sogno nel cassetto sin da bambino?”

“Mi ha spinto inizialmente la curiosità di sapere perché un argomento enorme quanto bello e affascinante come questo settore non fosse insegnato (se non marginalmente) fin dalle scuole medie inferiori. Certamente non era il sogno nel cassetto che ognuno di noi può avere, ma di sicuro, nel mio cassetto c’è sempre stata l’irrefrenabile voglia di distinguermi dal comune. Le faccio un esempio: da ragazzino se andava di moda una certa maglia e tutti l’avevano, era altrettanto certo che non l’avrei mai comprata. Questa iniziale curiosità si è trasformata nella voglia di documentarmi, seguire corsi in tutta Italia, ricerche, insomma tutto ciò che era inerente al settore verde e in men che non si dica mi son ritrovato con una passione difficile da spiegare a parole ed emozioni che mi fan perseguire un percorso e obiettivi ben chiari in un ambito a cui dovrebbe esser dato certamente maggiore risalto e importanza da parte di tutti.”

“Qual è il fiore all'occhiello del suo lavoro?”

“Penso sicuramente che il mio lavoro abbia, nel complesso, molti punti a suo favore e tanto per citarne alcuni: l’essere sempre a contatto con tante persone e l'essere sempre immersi nel verde (dai campi sportivi ai garden) che certamente Diventa come un elisir di positività perché gli ambienti in cui opero sono di solito pieni di colori e profumi che esprimono benessere, creatività, relax e danno la possibilità di interloquire con persone con diverse culture, idee, tradizionalismi. Ciò si traduce poi nel loro modo di operare sul territorio portando un po’ della loro passione in ogni lavoro eseguito cercando di trasmetterla al cliente finale.”

“Come si vede tra 10 anni?”

“In questo settore in continua evoluzione, avrei certamente potuto essere molto preciso nel darle una risposta 6/7 anni fa, ma oggi è davvero un enigma perché si sta verificando un’evoluzione/involuzione (dipende dai punti di vista) nella quale vedremo scomparire alcune figure storiche per vederne altre nuove confermarsi, alcune non fisiche ma diciamo “tecnologiche”. Di certo la domanda da porsi è: - Ma il territorio italiano è pronto a un salto del genere quando mancano ancora le linee guida basilari per affermare un settore troppo in balia e certamente lacunoso sotto diversi punti di vista?- A mio avviso ho paura di no, se non vi sarà una vera presa di posizione da parte delle istituzioni e dei professionisti del settore collaborando per un fine comune che tuteli il settore.”

“Ricorda il suo primo “incontro” con il giardinaggio? Provi a raccontarcelo.”

“Il mio primo “incontro” fu impegnativo, nel senso, entrai subito nel vivo dell’ambiente verde dalla parte più “tosta” che ci sia, come agente di commercio che rappresentava prodotti per la creazione e manutenzione dei tappeti erbosi naturali. Son passati oltre 10 anni di attività, dei quali la maggior parte nel boom della crisi economica, dove son passato dall’esser considerato “troppo giovane” per esser credibile ad oggi che sono riconosciuto con fiducia, rispetto e professionalità da parte dei miei clienti e non solo. È un settore che perdona poco o niente, dove la cultura e le regole del verde non sono ancora chiare, ma che appassiona come pochi altri lavori emozionandoti per i risultati conseguiti.”

“Quanto è cambiato il settore del verde negli anni rispetto a quando l'ha conosciuto lei? “

Molto, forse troppo perché la maggior parte dei professionisti non ha avuto ancora il tempo di aggiornarsi sotto vari aspetti. È diventato tutto frenetico, tecnologico, con rischi d’impresa altissimi e spesso purtroppo il mercato non sta dando più a questo settore il valore che merita.

“Pensa che la tecnologia possa fornire al giardinaggio e al verde un buon trampolino di crescita per le nuove generazioni? “

“Penso che la tecnologia potrà certamente velocizzare le soluzioni e creare nuove possibilità al settore; non di meno il cliente finale ora può accedere a tutta una serie d’informazioni che lo avvicinano e lo appassionano a questo mondo. Per contro il mondo tecnologico sta mostrando anche gli “avvoltoi” del mercato cibernetico che, senza regole, stanno liberamente destabilizzando il settore. Ciò implica un alto rischio di un mercato troppo spinto sul prezzo come unico indice di valutazione (ricordiamo che non deve mai mancare la riconoscenza dell’estro e la bravura di progettazione e realizzazione, nonché l’assistenza tecnica che solo un professionista può dare come servizio) e spero vivamente che presto si possa intervenire in maniera decisa su questi fronti perché la tecnologia può essere un validissimo aiuto per tutti, ma non si deve permettere possa poi ritorcersi contro un settore che ha già subito un grandissimo ridimensionamento in questa crisi economica.”

“Nell'era del web e dello smartphone quali sono oggi gli strumenti che utilizza per approfondire la conoscenza e lo studio delle varietà e per avere informazioni certe?”

“In quest’era tecnologica dove si può diventare tutti “dottori” e tutti esperti di qualsiasi questione, le fonti dalle quali traggo il mio “bagaglio culturale” sono i libri, ma soprattutto il rapporto umano e la condivisione di idee tra colleghi, altri esperti, partecipando a convegni da spettatore o intervenendo direttamente. Reputo sia sempre la strada, un po’ più lunga, più sana e vera da percorrere.”

“C'è un libro o un volume di giardinaggio a cui è particolarmente affezionato?”

“Non mi vedo nella posizione di esprimere nessuna preferenza perché penso che il miglior libro sia qualsiasi volume che parli con passione e competenza del mondo del giardinaggio sia hobbystico che professionale (da non confondere con agricoltura e orticoltura).”

“Qual è il primo consiglio che si sente di dare a chi si vuole avvicinare a questo lavoro?”

“Questo lavoro, se non si hanno le competenze per farlo è pericoloso e dannoso. Se si pensa di intraprendere questa strada vi è la rigorosa necessità di seguire questo iter: studio e pratica, studio e pratica, studio e pratica…SEMPRE.”

“Qual è l’aspetto che preferisce del suo lavoro e perché?”

“Lavoriamo tutti i giorni per rendere più funzionali, belli, sani e all’avanguardia, dal punto di vista ambientale, ambienti pubblici e privati che altrimenti sarebbero notevolmente inospitali e malsani. Avere come obiettivo il sano benessere del prossimo penso sia quanto di più gratificante possa esserci nel lavoro”.

“Ci sono stati momenti difficili nel corso della sua carriera professionale, in cui ha pensato di abbandonare il suo lavoro?”

“No mai. Ho visto molti miei colleghi/clienti purtroppo abbandonare, fallire imprenditorialmente parlando, “gettare la spugna” e questo ha sempre lasciato un segno in me: la determinazione e ancor più volontà nel perseguire quel famoso percorso di cui ho accennato prima. Non vuol essere falsa modestia nel dire “io ce la farò” rispetto a tanti altri, ma vuol essere un messaggio a tutti i professionisti che, come me, stanno certamente stringendo i denti e ci credono nonostante tutto e lavorano duramente guardando al futuro. Abbiamo un territorio che merita tanto, ma attualmente è un grande malato che va curato e risanato per poi capire quanto sia sempre più fondamentale puntare sulla prevenzione nella gestione piuttosto che andare a mettere tante “toppe” dopo disastri. Il vero risparmio è in questa chiave di lettura, tutto il resto son tutti debiti che nessuno può più permettersi di subire.”

“Come considera il settore verde europeo di oggi?”

“Dal verde europeo, senza mezzi termini, dobbiamo imparare. Mi spiego meglio: in Italia abbiamo aziende di progettazioni e fornitrici di materiali riconosciute in tutto il mondo come TOP QUALITY, ma succede che le stesse, nel nostro Paese lavorino molto poco in percentuale rispetto all’estero perché in molti paesi europei, dal pubblico fino ad arrivare al privato, vi è una cultura dell’ambiente decisamente maggiore e non prettamente legata, come troppo spesso accade anche nel nostro Paese, a una questione puramente turistica. Vi è la prioritaria necessità che si faccia un grandissimo lavoro a 360°, dalle istituzioni, all’insegnamento, all’educazione civica,  e ci siano maggiori e decise tutele del settore per aumentare la cultura del verde. Le faccio un esempio paradossale: non me ne vogliano altri settori ma le pare che per potersi chiamare “giardiniere” (una figura che dovrebbe essere altamente specializzata e acculturata in quanto deve sapere di geologia, pedologia, arboricoltura, meteorologia, chimica, fisica, meccanica, norme giuridiche del settore, idraulica, ecc... ecc ....tanto che sostengo che un manutentore medio potrebbe insegnare all’università) possa bastare l’acquisto di un decespugliatore, un tosaerba e un mezzo che li porti in giro? S’immagini lei la qualità medio scadente che può contaminare il settore con questa crisi di lavoro, senza alcun controllo e le conseguenze anche pericolose che ne possono derivare come ad esempio: un “giardiniere” improvvisato, probabilmente anche non totalmente in regola esegue una potatura in ambito privato, incautamente scivola e si infortuna in maniera grave. I problemi ora sono due: probabilmente, visto le potature aberranti che si notano ovunque, ha creato un danno irreparabile alla pianta portandola nei 4/5 anni a seguire all’abbattimento mentre per l’infortunio vorrei far notare, notizia poco diffusa, che è il proprietario privato ad essere responsabile e quindi anche penalmente perseguibile. Tutto ciò per dire che è bene sempre accertarsi di far eseguire a ditte e personale qualificato le operazioni. Se, come capita spesso, chiedete più preventivi e il primo ha un costo di 10, il secondo 3 e il terzo 7, oltre a chiedere specifiche sul perché e per come vengano svolte le opere, non vi sorge il dubbio che magari chi costa 3 possa essere troppo economico a discapito della qualità e del lavoro a regola d’arte? Dobbiamo guardare all’Europa e prendere parecchi spunti perché mi piacerebbe si arrivasse a “gareggiare” non solo esclusivamente per il prezzo ma per la qualità del servizio espresso, migliorando poi anche la modalità di pagamento e tutela di questi, altra piaga tutta italiana.”

“Se non fosse agronomo, quale potrebbe essere il mestiere che le piacerebbe praticare?”

“Beh, resto fedele ai sogni avuti da bambino e le dico che probabilmente ora sarei un pompiere e con la passione per i cani, quindi con un allevamento a casa.”

“La zona in cui abita e lavora è un'area “amica del verde” o pensa che si dovrebbe fare ancora tanto per avvicinare la gente alle piante e al mondo del verde?”

“L’Emilia Romagna è la seconda Regione più ricca d’Italia, abbiamo aziende leader mondiali in tutti i settori ed ogni provincia ha delle eccellenze industriali inestimabili; ciò nonostante la Regione ha necessità nel settore verde di un rinnovamento, di un restauro con “aria nuova” che valorizzi le strutture, il modo di proporre e facendo avvicinare il cliente finale al settore appassionandolo. Se fosse questa la direzione, riusciremo a far capire che deve essere un piacere e un dovere pretendere, contribuendo alla realizzazione e mantenimento ambienti curati, ordinati, puliti non solo per un richiamo turistico, ma perché migliora certamente la qualità della vita.”

“La sua famiglia o gli amici condividono con lei la passione per il verde?”

“Condividere è una parola forse troppo “intima”, ma diciamo che il mio stile di vita ha indotto i miei cari e le persone che mi circondano ad avere certamente un occhio di riguardo nel rispettare l’ambiente e/o notare aspetti positivi o meno di ciò che c’è attorno a noi. In conclusione, se 10 anni fa ero aggettivato scherzosamente dai miei amici come “il Dottore dell’erba” tale soprannome, che fa tutt’ora molto ridere, ha quel senso di affetto e riconoscenza che valorizza e fan riconoscere la mia dedizione e passione per il meraviglioso settore in cui opero. Certamente, come in tutti i mestieri, vi sono tanti sacrifici e tante rinunce da fare, ma ad oggi rifarei tutto e di più.”

Questo articolo è stato scritto da Redazione

Redazione

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