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Cure da apportare ai tronchi o ai rami danneggiati

Cure da apportare ai tronchi o ai rami danneggiati

I venti violenti, così come il peso della neve, sono di solito responsabili della rottura dei rami; ma anche le macchine, i tagliaerba e i motocoltivatori possono occasionalmente provocare dei danni ai tronchi. Per rimediare nella maniera migliore possibile a questi danni si propongono 2 tipi intervento: la recisione dei rami danneggiati e le possibili cure delle ferite.      

Taglio dei rami danneggiati      

Bisogna segare correttamente i rami al di sotto del punto di rottura o dello schiacciamento della corteccia.    

          

Cura delle ferite      

Per le ferite, tanto accidentali come dovute alla potatura, in passato si suggeriva di stuccare tutti i tagli dei rami di oltre 6 o 7 cm di diametro come aiuto alla cicatrizzazione, con i cosiddetti mastici o pitture per cicatrizzare tipo catrame.

Attualmente non si consiglia più questo tipo di intervento, in quanto sono stati osservati effetti totalmente opposti a quelli che si volevano ottenere. Si potenziava persino lo sviluppo di marciuni di tipo fungoso o batterico. Gli alberi non “cicatrizzano” le proprie ferite come fa l'essere umano, ma chiudono le proprie ferite per isolare le aree con legno marcescente.

Per controllare il possibile sviluppo di malattie fungine o batteri e piaghe di insetti rodilegno, nelle zone delle ferite è preferibile usare dei fungicidi battericidi o insetticidi convenzionali al posto delle cosiddette pitture cicatrizzanti.

Realmente, uno dei motivi per utilizzare i suddetti prodotti è estetico, o meglio ancora psicologico, perchè la citata applicazione su di una ferita provoca, in forma implicita, il falso riconoscimento che si sta facendo qualcosa per la salute dell'albero. Nel caso di rottura di rami principali all'altezza del tronco, in generale è preferibile non toccarli e limitarsi esclusivamente ad eliminare gli angoli acuti del cambio che siano rimasti.

Nella cura delle ferite della corteccia di origine meccanica, che non riguardano il cambio, si potrà solo eliminare la corteccia danneggiata o staccata senza interessare il tessuto vivo. Una volta individuato il danno si deve intervenire con prontezza per salvare al massimo il cambio. Si deve coprire con un materiale che conservi l'umidità, impregnato di fungicida-battericida, quindi avvolgerlo con materiale plastico, opaco se la ferita è esposta al sole; legarlo quindi al tronco in maniera che rimanga umido per alcune settimane, tempo di cui ha bisogno il cambio per cominciare a rigenerare la corteccia. Trascorso questo tempo si deve poi togliere l'impacco.

Non è raccomandabile riempire le cavità del tronco, perchè può essere dannoso per l'albero. In qualsiasi caso, se si riempisse una cavità, il riempimento deve essere fatto di materiali non rigidi. Non si deve mai effettuare questa operazione se, per realizzarla, si dovesse interessare il callo cicatriziale della ferita.

Il callo cicatriziale è molto spesso e non si è sviluppato abbastanza rapidamente nella ferita di questo castagno. Si corre il rischio chela cavità duri per sempre, con il conseguente pericolo di un'aggressione da parte di funghi (questi ammorbidiranno il legno che andrà in mille pezzi e il centro deII'albero si vuoterà come nel caso del platano accanto).

Lesione della gemma terminale

Non è difficile trovare degli alberi la cui gemma terminale presenta una ferita, dovuta a un animale o al giardiniere. Se questi non se ne rende conto, lascerà che si sviluppino, inopportunamente, le 2 gemme situate al di sotto. Si formerà, quindi, una biforcazione con angolo acuto e 2 tronchi rivali. A volte predomina uno di questi, mentre l'altro si allontana un po' dalla verticale e, sotto l'effetto del suo peso, si separa dal tronco “dominante” per una fessura. L'unico tipo di riparazione possibile è la collocazione di un anello alla base di ognuno (ma, successivamente, si deve prestare attenzione al fatto che nessun anello strangoli il proprio supporto), che si avvicinerà con un tenditore a vite, vale a dire regolabile, per unire la separazione dei due tronchi.

Disinfezione delle ferite

Bisogna saper come disinfettare le ferite, con poltiglia bordolese concentrata al 3%, preferibilmente durante la stagione secca e quando l’albero non sia umido. Successivamente bisogna stuccarle, per evitare possibili infezioni da crittogame, così come l'invasione di uccelli o insetti o persino dell'acqua piovana. In caso contrario, l'infezione potrebbe estendersi attraverso la fessura e creare del marciume discendente, secco o umido.

Questo platano ha patito molte vicissitudini e gli rimane solo la corteccia. La stuccatura con un prodotto cicatrizzante è una misura estetica del tutto inutile (persino controproducente) per I'albero. Se I'albero non si trova in una zona pericolosa, I'unica cosa che è opportuno sperare è che il platanofinisca i suoi giorni degnamente. Sicuro che ha già svolto completamente il suo ruolo. In nessun caso si deve riempire la cavità con cemento come spesso si può vedere.

Come e quando si usa il mastice cicatrizzante per le piante?

Questo articolo è stato scritto da Redazione

Redazione

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