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Le mie drupacee presentano una gelatina: da cosa è causata?

Le mie drupacee presentano una gelatina: da cosa è causata?

Il 15/10/2016, Nadia di Cameri chiede:

Buongiorno, quest'anno le mie drupacee hanno questa specie di gelatina che non so cosa sia e da cosa possa essere stata causata. In attesa di una sua risposta, anticipatamente ringrazio. Nadia

Il 17/10/2016, Fabio Di Gioia risponde:

Salve gentilissima Nadia.

Le rispondo intanto facendo una semplicissima considerazione. Con il termine di "Drupacee" si intende quella sottofamiglia della famiglia delle Rosacee, caratterizzata dalla produzione di frutti, che dal punto di vista botanico, vengono definitI "drupe", ovvero i frutti con il nocciolo.

Le Drupacee più importanti dal punto di vista produttivo sono:

  • Pesco (Prunus persica);
  • Albicocco (Prunus armeniaca);
  • Susino (Prunus spp.);
            a) Susino Europeo (Prunus domestica);
            b) Susino Cino - Giapponese (Prunus salicina).
  • Ciliegio (Prunus spp.)
            a) Ciliegio Dolce (Prunus avium);
            b) Ciliegio Acido (Prunus cerasus);
  • Mandorlo (Prunus spp.).
            a) Mandorlo dolce (Prunus dulcis);
            b) Mandorlo amaro (Prunus amygdalus).

La gelatina (tecnicamente detta "resina") di colore giallo virante al marrone scuro che fuoriesce dai rami, dalle branche o dal tronco della pianta, non è altro che una reazione di quest'ultima all'attacco dei patogeni del legno che in questo caso sono rappresentati da funghi e/o batteri vascolari che si insediano all'interno dei vasi linfatici.

Con tale gelatina, ricca tra l'altro di sostanze polifenoliche ad azione antibatterica o antifungine (dette fitoalessine), la pianta tenta di isolare la parte infetta accumulando queste fitotossine allo scopo di distruggere il patogeno. In alcuni casi ci riesce, in altri casi molto spesso questo non accade e allora l'infezione procede in senso basipeto (verso il basso), prima attaccando gli elementi legnosi di diametro ridotto (rami), procedendo poi su quelli di maggiore diametro (branche e tronco).

Nelle Drupacee i principali agenti di cancro del legno sono rappresentati da:

  • Cancro fungino delle Drupacee (Cytospora leucostoma).
  • Cancro del pesco (Fusicoccum amygdali).
  • Cancro batterico delle Drupacee (Xanthomonas campestris pv. pruni).

Come si può capire quando il cancro del legno è causato da un agente fungino o batterico?

Semplicemente osservando le corrugazioni e gli spacchi che questi patogeni provocano sul legno attaccato.

Se ci sono degli spacchi ad andamento longitudinale con fuoriuscita di liquido scuro, si tratta di cancro batterico. Se viceversa vi sono spacchi ad andamento longitudinale, con dei corpi fruttiferi a forma di pustola di colore grigiastro, si tratta di cancro fungino.

Le cause che in questo anno possono aver causato la produzione di gelatina, sulle sue piante possono essere dovute a varie cause, come:

  • Varietà suscettibili:
  • Vegetazione troppo folta;
  • Condizioni microclimatiche di temperatura e/o umidità favorevoli allo sviluppo di parassiti;
  • Eccesso di azoto nel terreno;
  • Potature con attrezzi non disinfettati adeguatamente;
  • Tagli del legno troppo grossi che fanno fatica a rimarginare;
  • Terreno argilloso e pesante con ristagni di umidità.

Per cui, concludendo, la lotta ai cancri del legno è soltanto di tipo preventivo basata soprattutto su tecniche di natura agronomica, tese a ridurre le cause sopra citate, come:

  • Utilizzo di varietà resistenti;
  • Effettuare potature mirate ad eliminare la vegetazione in eccesso;
  • Evitare il ristagno di umidità del suolo, favorendo l'allontanamento delle acque in eccesso;
  • Evitare gli eccessi d'azoto con le concimazioni;
  • Disinfettare le attrezzature utilizzate per la potatura;
  • Proteggere i grossi tagli di potatura con mastici protettivi;
  • Distribuire prodotti a base di sali rameici a scopo protettivo.

Ringraziandola della sua domanda e restando a disposizione per altri dubbi o questi, le porgo i miei distinti saluti.

Dott. Fabio Di Gioia
Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

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Fabio Di Gioia Fabio Di Gioia

Fabio Di Gioia è nato a Montelupo Fiorentino nel febbraio del 1980, da una famiglia caratterizzata da una lunga e radicata tradizione contadina. Esperto di recupero e valorizzazione delle varietà vegetali antiche.

Dal 2010 a oggi organizza corsi e seminari sulle buone pratiche di conservazione e coltivazione delle varietà antiche vegetali sia in ambito erbaceo e orticolo che arboreo e frutticolo.

Lo scopo principale del suo lavoro è quello principalmente di recuperare le varietà locali e poterle reinserire in un contesto agricolo e produttivo, verso tutti coloro come le aziende agricole credono sempre di più nelle potenzialità di questo settore.

Blog: fabio13280 - fabio13280.wordpress.com