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Come si concima il frutteto?

Il 04/11/2016, Giampiero di Asti chiede:

Come si concima il frutteto?

Il 08/11/2016, Fabio Di Gioia risponde:

Salve gentilissimo signor Giampiero,

Premessa

Prima di procedere, all’impostazione del programma di concimazione, è necessario fare chiarezza su alcuni termini tecnici di questo ambito, che spesso vengono usati come sinonimi ma in maniera errata.
Con il termine di fertilizzazione, si intende quella operazione agronomica necessaria al miglioramento della fertilità del suolo, dal punto di vista chimico, fisico e biologico. I prodotti che possiedono tale capacità, sono chiamati fertilizzanti.
Con il termine di concimazione, si intende quella operazione agronomica necessaria al miglioramento delle caratteristiche nutrizionali del terreno. I prodotti che possiedono tale capacità sono i concimi.
Con il termine di correzione, si intende invece quella operazione agronomica capace di migliorare le caratteristiche chimiche del terreno. I prodotti che possiedono tale capacità, sono i correttivi.
Infine con il termine di ammendamento, si intende quella operazione agronomica, necessaria al miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno. I prodotti che posseggono tale capacità sono gli ammendanti.
Da queste definizioni si capisce molto bene, che il termine fertilizzante non può essere considerato sinonimo di concime, perché i fertilizzanti comprendono anche gli ammendanti e i correttivi, mentre i concimi non possono essere considerati come fertilizzanti.
I concimi vengono impiegati per apportare al terreno i tre principali elementi della fertilità, che sono: l’azoto N, il fosforo P e il potassio K.
Il titolo di un concime, rappresenta la % dei tre elementi presenti nella sua composizione, espressa come % di:

a) Azoto N2.
b) Anidride fosforica P2O5.
c) Ossidi di potassio K2O.

A seconda della loro natura, i concimi sono suddivisi in:

1) Concimi minerali
2) Concimi organici
3) Concimi organo - minerali

I concimi minerali a loro volta, possono essere:

a) Semplici
Quando contengono un solo elemento della fertilità (es. o solo N, o solo P, o solo K).

b) Composti o complessi
Quando contengono due o più elementi della fertilità.

I concimi composti a loro volta, possono essere:

1) Binari
Quando contengono due elementi della fertilità (es. N-P, P-K e N-K).

2) Ternari
Quando contengono i tre elementi della fertilità (es. N-P-K).

Tra i prodotti correttivi capaci di migliorare le caratteristiche chimiche del terreno ricordiamo:

1) Calce
Utilizzata nei terreni acidi per correggere l’eccessiva acidità.

2) Gesso
Utilizzato nei terreni basici per correggere l’eccessiva alcalinità.

Infine tra i prodotti ammendanti capaci di migliorare le caratteristiche fisiche del terreno, ricordiamo principalmente la sostanza organica, utilizzata nei terreni argillosi e compatti per renderli più soffici, leggeri e ben drenati.

Elementi diagnostici

Gli elementi che devono essere presi in considerazione per l'impostare un accurato piano di concimazione del frutteto, risultano:

a) Analisi del terreno.
b) Diagnostica fogliare.
c) Asportazioni di nutrienti.
d) Perdite di nutrienti.

a) Analisi del terreno
Per conoscere accuratamente le caratteristiche chimico - fisiche e nutritive di un terreno, laddove dovrà essere impiantato l'arboreto, è necessario effettuare un’opportuna analisi del terreno.
Per eseguire un’analisi accurata del suolo, è necessario fare dei campionamenti (1 o 2 per ettaro), cercando di prelevare un campione di terra alla profondità dello strato interessato dalle radici delle future piante (circa 80 - 100 cm). I campioni prelevati in maniera casuale, dovranno essere rappresentativi di tutto l’appezzamento e prelevati nella stagione che non deve essere ne troppo fredda e umida e nemmeno troppo siccitosa.
I dati del suolo che devono essere valutati con l’analisi del suolo, sono:

  1. La tessitura
    Esprime la % di sabbia, limo e argilla di un terreno, talvolta chiamata anche con il termine di granulometria.
  2. Il pH
    Esprime la reazione acida, neutra o alcalina del suolo.
  3. Il calcare attivo e il calcare totale.
  4. La sostanza organica.
  5. La capacità di scambio cationico (CSC)
    Esprime la capacità di un terreno di trattenere e rilasciare gli elementi della fertilità alle piante.
  6. L’azoto N totale.
  7. Il fosforo P assimilabile.
  8. Il potassio K assimilabile.
  9. Lo zolfo S assimilabile.
  10. Il rame Cu, il ferro Fe, lo zinco Zn, il molibdeno Mo assimilabili ecc.
  11. La salinità.

Per quanto riguarda il fosforo P, il potassio K, lo zolfo S, il rame Cu, il ferro Fe, lo zinco Zn e il molibdeno Mo, è necessario richiedere espressamente l’analisi di tali elementi in forma assimilabile, perché a seconda del pH del terreno essi tendono a precipitare e quindi non diventare più disponibili per le piante.
Il fosforo P, è disponibile in terreni neutri e leggermente acidi, ma non in quelli alcalini.
Il potassio K, è disponibile nei terreni neutri e alcalini, ma non in quelli acidi.
Lo zolfo S, è disponibile nei terreni alcalini, ma non in quelli acidi.
Il rame Cu, il ferro Fe e lo zinco Zn sono disponibili nei terreni acidi, ma non in quelli alcalini.
Infine il molibdeno Mo, è disponibile solo nei terreni neutri, ma non in quelli acidi e alcalini.
Bisogna ricordare inoltre che anche gli squilibri nutrizionali, dovuti e carenze o eccessi di minerali, influiscono pesantemente sulla qualità della produzione.
L’interpretazione dei dati sull’analisi del terreno, deve essere fatta da tecnici qualificati del settore, capaci di stabilire attraverso delle opportune formule di concimazione, la quantità di nutrienti da distribuire in maniera corretta al terreno al fine di permettere sia un adeguato accrescimento e sviluppo delle piante, che una buona produzione delle stesse nel corso dei vari anni del ciclo vitale dell'impianto arboreo.

b) Diagnostica fogliare
Un altro importantissimo strumento che permette di regolare l’apporto dei concimi durante la fase produttiva del frutteto, è rappresentato dalla diagnostica fogliare.
Tale analisi, è basata sul campionamento delle foglie delle piante da frutto, a cui fa seguito l’osservazione delle stesse in modo da poter individuare opportune carenze o eccessi sia di macroelementi che di microelementi, al fine di poter regolare la concimazione sulla base dell’effettivo stato nutrizionale delle piante. Questo perché, lo scopo della metodica della diagnostica fogliare, ha come funzione principale quello di evidenziare eventuali squilibri nutrizionali o situazioni di stress fisiologico della pianta in alcune fasi fenologiche critiche (es. allegagione e/o accrescimento del frutto), in modo da poter intervenire rapidamente con opportune tecniche di concimazione (es. concimazione fogliare) per evitare danni qualitativi e perdite dal punto di vista produttivo.
Per eseguire correttamente il campionamento è necessario seguire questi criteri d’analisi fogliare:

a) Scegliere 1 campione per ogni ettaro di terreno.

b) Individuare 15 - 20 piante del frutteto, escludendo le file del bordo.

c) Prelevare circa 150 foglie per campione dalle piante individuate.

d) Delle 150 foglie, prelevarle solo 8 - 10 foglie per pianta da 4 - 5 germogli di medio vigore, sui diversi lati della chioma e due foglie sane per germoglio senza picciolo.

e) Essiccare le foglie all’ombra.

f) Mettere le foglie in un sacchetto a tenuta stagna e portarle al laboratorio di analisi.

Il periodo migliore per il prelievo delle foglie è il mese di luglio, perché è il periodo di maggiore attività fotosintetica della pianta, per cui è anche elevata la circolazione degli elementi nutrizionali all’interno delle piante da frutto.

c) Asportazioni di nutrienti
Le asportazioni, rappresentano la quantità di elementi nutritivi assorbiti da un frutteto in 1 ettaro (ha), nel corso dell'anno.
Per determinare le asportazioni di nutrienti, si calcola la quantità di sostanza secca (s.s) presente negli organi della pianta (es. frutti, , foglie e legno di potatura), dopodiché si analizza la quantità di elementi nutritivi rimasti in essa.
Per chiarezza di terminologie, la quantità di sostanza secca rimasta negli organi della pianta, esprime la % dei più importanti nutrienti che ritroviamo all'interno della frutta e che sono indispensabili per l'alimentazione degli esseri viventi, come:

1) Zuccheri.
2) Lipidi.
3) Proteine.
4) Elementi minerali.
5) Vitamine.
6) Polifenoli e flavonoidi.
7) Sostanze aromatiche.

Le asportazioni di elementi minerali, vanno espresse come asportazioni riferite ad una produzione media annuale su 1 ettaro di suolo.
Riferendoci ai principali macroelementi della fertilità, avremo che le asportazioni medie risulteranno:

a) L'azoto N, viene assorbito in una quantità di media di 50 - 100 kg/ha, ad eccezione del pesco e dell'uva da tavola che ne asportano anche quantità medie di 150 - 200 kg/ha.

b) Il fosforo P e il magnesio Mg, sono asportati in una quantità media di 10 - 45 kg/ha.

c) Il potassio K e il calcio Ca, sono asportati in quantità medie molto rilevanti intorno ai 5 - 10 kg/ha.

Al tale proposito dobbiamo rilevare che si tratta di dati indicativi, che non possono ricondurci ad una concimazione teoricamente restitutiva a causa del fatto delle numerose variabili in gioco, tenendo conto che il terreno pur essendo un substrato inerte, è sempre vivo con una sua attività metabolica.
Di conseguenza è molto difficile e non sempre razionale restituire le quantità precise di elementi nutrizionali effettivamente persi nel corso dell'anno dal terreno con la nutrizione del frutteto. Per questo le asportazioni di elementi nutritivi, hanno solamente scopo indicativo.

d) Perdite di nutrienti
Le perdite di nutrienti, rappresentano la quantità di elementi minerali che vengono asportarti dal terreno che non sono imputabili alle esigenze nutritive della pianta, ma bensì ai processi di:

a) Dilavamento
E' riferito principalmente all'azoto (soprattutto quello nitrico NO3-) che viene perso per lisciviamento lungo il profilo del suolo, dipendente a sua volta da:

I) Piovosità
II) Metodo d'irrigazione.
III) Tipo di terreno.

Le perdite medie di azoto nel suolo per dilavamento, sono mediamente pari a 30 - 60 kg/ha/anno per pianta.

b) Insolubilizzazione
E' riferito alla quantità di elementi nutritivi (es. fosfati PO43- e ione ferrico Fe3+), trattenuti dal complessi di scambio del suolo e quindi non disponibili per le piante.

c) Volatilizzazione
E' riferito alla quantità di elementi nutrizionali (es. azoto ammoniacale NH3), perso in seguito alla trasformazione delle sostanze in composti gassosi e volatili.

Concimazione

La concimazione del frutteto, viene tradizionalmente distinta in:

a) Concimazione di fondo.
b) Concimazione di produzione.

Concimazione di fondo

La concimazione di fondo detta anche concimazione di pre - impianto, o concimazione di base, ha come scopo principale quello di elevare il livello nutritivo del suolo, in modo da riportarlo ai valori ottimali tali, da creare la base agronomica necessaria al corretto svolgimento della produzione delle piante da frutto nel corso del loro ciclo vitale. Di solito viene eseguita soltanto al momento dell’impianto del frutteto, anche se in alcuni casi e a seconda del tipo di terreno, può essere ripetuta a cadenza biennale.
La concimazione di fondo prevede prevalentemente la distribuzione di concimi a lento rilascio, ossia quei prodotti che vengono trattenuti dal terreno e rilasciati in maniera molto graduale nel corso degli anni.
I concimi che vengono normalmente distribuiti sono i:

1) Concimi fosfatici.
2) Concimi potassici.
3) Concimi organici.

Tra i concimi fosfatici si può optare per l’utilizzo delle fosforiti (rocce macinate contenenti fosfati di calcio)  il guano (escrementi dei volatili ad alto contenuto di fosforo), il perfosfato minerale, il perfosfato triplo e le scorie Thomas.
Mentre per i concimi potassici, si può invece optare verso l’utilizzo di rocce ricche di sali di potassio, come la silvite, la carnallite, la kainite oppure il solfato di potassio, il cloruro di potassio e il salino potassico.
L’apporto dei concimi fosfatici e potassici, deve essere determinata in base ai calcoli fatti attraverso l’analisi del terreno. In ogni caso si consiglia di non superare le dosi di 250 kg/ha di fosforo P e di 300 kg/ha di potassio K.
La distribuzione dei concimi organici in fase d’impianto, è importantissima, perché questi prodotti oltre ad essere prettamente naturali, hanno inoltre le caratteristiche di migliorare efficacemente tutte le proprietà chimiche, fisiche e biologiche del terreno.
Tra i concimi organici da distribuire, i più importanti sono:

a) Letame
b) Pollina.
c) Stallatico.

Il letame rappresenta sicuramente il concime organico più diffuso ,soprattutto laddove si effettuata una coltivazione biologica. Il letame è anche un ottimo ammendante in quanto migliora la struttura e la capacità di ritenuta dell’acqua nei terreni sabbiosi, mentre in quelli argillosi li rende più soffici, più areati costituendo al tempo stesso, un buon substrato per la crescita degli organismi terricoli.
In alternativa è possibile optare anche verso l’uso di sottoprodotti organici della lavorazione industriale dei funghi, degli scarti di lavorazione degli animali (cuoiattoli, pennoni e sangue secco), dell’industria enologica (vinacce esauste) e dell’industria olearia (sansa esausta e panelli d'estrazione).
In fase d’impianto e prima della messa a dimora delle piante, sono assolutamente da evitare le concimazioni azotate, per evitare le perdite d’azoto per dilavamento lungo il profilo del terreno.

Concimazione di produzione

La concimazione di produzione, chiamata anche concimazione annua di mantenimento, è quell’operazione colturale che viene eseguita durante il periodo vegetativo e produttivo delle piante, al fine di restituire alle piante da frutto ciò che hanno asportato dal terreno nel corso dell’anno.
La concimazione di produzione è prevalentemente incentrata sulla distribuzione di concimi azotati, anche se in parte è possibile ripetere a cadenza biennale sia le concimazioni fosfatiche e potassiche, che le concimazioni organiche.
Tra i concimi azotati che vengono distribuiti con la concimazione di produzione ricordiamo, quelli:

a) Ammoniacali (es. nitrato ammonico, solfato ammonico ecc.).
b) Nitrici (es. nitrato di calcio, nitrato di potassio ecc).

Per il primo e il secondo anno d’impianto, si consiglia di effettuare delle concimazioni azotate, localizzate in base alle proiezione della chioma, ricorrendo a dosi ridotte rispetto a quelle previste nella fase di massima produzione.
In particolare si consiglia di non superare la dose di 1 kg/ha a pianta al primo anno e 1,5 kg/ha a pianta nel secondo anno.
In caso di carenza e laddove non sia stata fatta la concimazione di fondo prima dell’impianto, è opportuno somministrare
anche fosforo e potassio, cercando di non superare le dosi di 30 kg/ha a pianta di fosforo P e 40 kg/ha a pianta di potassio K al primo anno e 50 kg a pianta di fosforo P e 80 kg a pianta di potassio K al secondo anno.
Per ridurre i problemi di dilavamento, provocati dalla somministrazione dei concimi azotati, è consigliabile frazionare le concimazioni con prodotti a pronto effetto nei periodi di maggiore necessità, come al risveglio vegetativo, alla fioritura, all’allegagione e all’inizio dell’accrescimento dei frutti.
La distribuzione dei concimi durante la fase di produzione, è dipendente anche dal tipo di cura colturale che viene eseguita nel corso degli anni di produzione del frutteto (es. lavorazioni, inerbimento ecc).
Se si eseguono delle lavorazioni superficiali del terreno, sarà necessario alternare alla pratica del sovescio, l’interramento annuale di concimi organici intorno alla pianta, distribuiti nella proporzione di circa 50 q/ha.
Se invece si esegue l’inerbimento dell’interfila, in autunno ad ogni pianta si dovranno praticare delle piccole buche della profondità di 20 - 30 cm, da riempire sempre con concime organico.
Nel caso di piccoli appezzamenti di terreno, può essere interessante allevare alcuni animali da cortile allo stato brado (galline, oche, tacchini ecc.), i quali oltre a liberare il terreno dalle erbe infestanti, praticheranno una piccola e costante concimazione.
La pratica della concimazione di produzione, siccome viene effettuata ogni anno, richiede un periodico controllo delle disponibilità nutrizionali del terreno, in modo da regolare l’apporto degli elementi fertilizzanti in termini di reintegro sulle base delle quantità asportate. Per cui è possibile programmare l’apporto di concimi sulla base delle asportazioni di elementi nutritivi per la produzione.
A tale scopo esistono per le specie da frutto più importanti, dei coefficienti e formule che servono per calcolare le quantità d’azoto, fosforo e potassio da distribuire ogni anno in base alle loro produzione.

Epoca e modalità di somministrazione dei concimi

L'epoca di somministrazione dei concimi in un frutteto è in relazione a:

1) Richiesta nutritiva da parte delle piante da frutto.
2) Solubilità dei concimi.
3) Compatibilità dell'ambiente.

I concimi organici si distribuiscono in autunno in modo da poterli interrare con le successive lavorazioni del suolo. L'interramento deve avvenire velocemente, soprattutto vicino alle abitazioni al fine di evitare sgradevoli odori.
I concimi azotati, vanno distribuiti in 2/3 volte nel corso dell'anno a partire dalle fine dell'inverno. Il frazionamento della loro distribuzione è quella più consigliata, in modo da far trovare l'azoto N nel terreno nel momento di massima richiesta e per evitare perdite per dilavamento lungo il profilo.
Per quanto riguarda la distribuzione dei concimi azotati bisogna anche ricordare che:

a) In specie produttive (es. melo, pero e pesco), è necessario apportare circa 30 - 40 kg/ha in autunno per favorire la loro attività radicale e la differenziazione a fiore delle gemme. In altre specie da frutto (es. ciliegio), la concimazione azotata autunnale, migliore la vitalità degli organi del fiore e l'allegagione dei frutti.

b) Sono da evitare apporti di azoto prima della fioritura, mentre sono invece richiesti nel corso dell'allegagione del frutto.

I concimi a base di fosforo e potassio, possono essere distribuiti dall'inizio dell'autunno fino alla fine dell'inverno, per favorire il loro approfondimento nel terreno durante la stagione piovosa.
Infine in relazione alle modalità di somministrazione dei concimi, la distribuzione può essere:

a) Totale
Se riguarda l'intero terreno.

b) Parziale
Se riguarda soltanto la fila delle piante da frutto, oppure nell'interfila.
La concimazione nell'interfila, riguarda frutteti caratterizzati da sesti d'impianto stretti, che in genere non sono lavorati sulla fila.

In caso infine di piante isolate, la distribuzione dei concimi avviene in base alla proiezione della chioma o poco oltre.

Ringraziandola della domanda e rimanendo a sua disposizione per risolvere altri dubbi, la saluto cordialmente.

Fabio Di Gioia
Esperto nel recupero e valorizzazione delle varietà botaniche

Fabio Di Gioia Fabio Di Gioia

Fabio Di Gioia è nato a Montelupo Fiorentino nel febbraio del 1980, da una famiglia caratterizzata da una lunga e radicata tradizione contadina. Esperto di recupero e valorizzazione delle varietà vegetali antiche.

Dal 2010 a oggi organizza corsi e seminari sulle buone pratiche di conservazione e coltivazione delle varietà antiche vegetali sia in ambito erbaceo e orticolo che arboreo e frutticolo.

Lo scopo principale del suo lavoro è quello principalmente di recuperare le varietà locali e poterle reinserire in un contesto agricolo e produttivo, verso tutti coloro come le aziende agricole credono sempre di più nelle potenzialità di questo settore.

Blog: fabio13280 - fabio13280.wordpress.com