Portale del Verde

Ciliegio con macchie grige: di cosa si tratta?

Il 23/09/2016, Tanja di Cavallino-Treporti chiede:

Buongiorno, vivo su una delle isole nella laguna di Venezia. Abbiamo un ciliegio acido che produce bene. Negli ultimi 2 anni compaiono sulla buccia dei frutti piccole macchie grigie. La polpa non viene attaccata e il sapore neppure. Come trattamento, di solito in primavera, somministro olio bianco e poi la bordolese una oppure due volte. Il fogliame è bello. Devo preoccuparmi? Perché tengo molto a questo albero. Cordiali saluti. Tanja

Il 23/09/2016, Fabio Di Gioia risponde:

Salve Tanja,

Il ciliegio acido (Prunus cerasus), è molto meno sensibile alle avversità parassitarie, rispetto al ciliegio dolce (Prunus avium), perché è una specie più rustica e quindi meno soggetta ad essere attaccata.

Tuttavia vi sono alcune patologie e insetti che possono colpire anche il ciliegio acido, come:

  1. Monilia (Monilia fructigena e/o Monilia laxa);
  2. Corineo o vaiolatura (Coryneum bejerinchi);
  3. Mosca delle ciliegie (Rhagoletis cerasi).

Andando ad analizzare bene il problema e interpretando le sue parole, lei rileva che i frutti presentano delle piccole macchie di colore grigiastro sulla buccia, che però non vanno ad intaccare nè la polpa e nè il sapore e il fogliame al tempo stesso rimane integro, bello e vigoroso. Quindi non si tratta di Monilia, perché questo fungo attacca non solo i frutti con una muffa estesa a circoli producendo le tipiche mummie che poi marciscono completamente, ma attacca anche i rami determinandone il loro appassimento e disseccamento fogliare.

Non si tratta neanche di Corineo, perché questa malattia fungina si manifesta con l'insorgenza di macchie circolari scure sulle foglie, che poi distaccandosi creano dei fori e la foglia è come se fosse stata impallinata. Inoltre questa malattia sui frutti determina l'insorgenza di macchie rossastre leggermente suberose e con la presenza di gomma.

Non si tratta nemmeno della Mosca delle ciliegie, perché la larva di questo insetto distrugge la polpa alterandone il sapore e determinandone infine la sua marcescenza.

Secondo il mio modesto parere, l'avversità che lei ha rilevato sui suoi frutti di ciliegio, non è altro che il "Brusone".
Questa avversità, talvolta di origine parassitaria (come nel caso del riso) e a volte di origine non parassitaria, si manifesta appunto con l'insorgenza di macchie grigio-nerastre sulle foglie leggermente infossate, che come dice lei non vanno ad alterare la consistenza della polpa e il sapore del frutto, ma creano comunque un danno estetico che dal unto di vista fitopatologico non è grave, ma che potrebbe esporre il frutto all'attacco di altre patologie più gravi. Il brusone, soprattutto quello non parassitario, si manifesta quando a inverni spesso rigidi e piovosi, si alternano primavere umide e leggermente calde.

Quindi in definitiva il problema di per se stesso non è preoccupante, ma va comunque trattato.

Come trattamento le consiglio di ripetere sempre i trattamenti a base di poltiglia bordolese come già sta facendo, mescolando insieme anche della propoli agricola che agisce come antibatterico e antifungino.

La distribuzione di poltiglia bordolese + propoli agricola, con trattamenti sulla pianta in fase di riposo (sul bruno), va eseguita due volte:

  • Al momento della caduta delle foglie (novembre - dicembre).
  • Prima dell'apertura delle gemme (febbraio).

Questi trattamenti, oltre a ridurre l'insorgenza del brusone, induriscono i tessuti e limitano gli attacchi sia di Monilia che di Corineo. Ovviamente la distribuzione deve essere fatta tenendo conto anche delle condizioni climatico-ambientali esterne. La distribuzione dell'olio bianco, sempre a mio parere la considero utile solo nel caso di attacchi molto forti ed intensi di afidi e cocciniglie. In caso di attacchi lievi può ricorrere all'uso del piretro, oppure se è biologico al macerato d'ortica o all'impiego del sapone molle.

Ringraziandola della domanda e rimanendo a sua disposizione per ulteriori chiarimenti, le porgo i miei distinti saluti.

Dott. Fabio Di Gioia
Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

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Fabio Di Gioia Fabio Di Gioia

Fabio Di Gioia è nato a Montelupo Fiorentino nel febbraio del 1980, da una famiglia caratterizzata da una lunga e radicata tradizione contadina. Esperto di recupero e valorizzazione delle varietà vegetali antiche.

Dal 2010 a oggi organizza corsi e seminari sulle buone pratiche di conservazione e coltivazione delle varietà antiche vegetali sia in ambito erbaceo e orticolo che arboreo e frutticolo.

Lo scopo principale del suo lavoro è quello principalmente di recuperare le varietà locali e poterle reinserire in un contesto agricolo e produttivo, verso tutti coloro come le aziende agricole credono sempre di più nelle potenzialità di questo settore.

Blog: fabio13280 - fabio13280.wordpress.com