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Strumenti per la potatura

Strumenti per la potatura

Gli arnesi per la potatura sono numerosi e a volte molto diversi gli uni dagli altri per quanto riguarda le loro forme o i loro utilizzi. Alcuni sono di uso frequente, come le forbici per potare, l'innestatoio o le forbici tagliasiepi; altri si usano meno: il potatoio, la sega o la motosega. Si usano anche (ma qui non se ne parlerà, poiché sono usate esclusivamente dagli arboricoltori professionisti) le forbici pneumatiche, la sega pneumatica o la motosega-potatore ad asta. Il seguente articolo ha come obiettivo quello di fornire alcune indicazioni riguardo al modo di utilizzare e mantenere questi arnesi.

Gli arnesi da taglio

L'innestatoio

Ne esistono vari tipi dotati di una lama, sia essa stretta o ricurva, a forma convessa rispetto alla parte che taglia, e di una spatola (dì osso o di ottone), che può essere sostituita dall’affilatura dell’estremità del manico, opposta a quella che porta la lama. Per tagli delicati su organi di piccole dimensioni, di solito si preferisce l'innestatoio al roncolino, meno preciso. Oltre che per gli innesti, l'innestatoio serve anche per eseguire cimature e degemmazioni.

Il roncolino

Esiste in vari formati; quello dei giardinieri dilettanti, grande come un coltello da tasca, è caratterizzato dal fatto che la lama si può piegare sul manico. Serve per tagliare piccoli rami, praticare degemmazioni, fare le divisioni dei cespugli di arbusti o di piante vivaci e, soprattutto, per profilare le ferite fatte dalla sega. Il roncolino dei professionisti è dotato di un manico che permette di afferrarlo con entrambe le mani e di tagliare i mozziconi e i succhioni.



La roncola

Quest'attrezzo è più grande di quelli descritti in precedenza; la sua lama è lunga 25 cm, retta o a punta curva, e il manico misura 15 cm. La roncola si utilizza essenzialmente per i grandi lavori di svettatura e potatura dei grandi alberi.

La roncola a mezzaluna

La lama curva a mezza luna e la boccola misurano circa 40 cm. La boccola si trova dentro un manico che misura da 1,80 a 2 m. Serve per potare le siepi rurali, che normalmente sono alte, i rami degli alberi in filare utilizzati nei viali. Quest'attrezzo utilizzato in passato è stato sostituito dalla sega meccanica o da piccole motoseghe.

La scure

Si tratta più di un arnese forestale per il lavoro del boscaiolo che di un attrezzo orticolo; perciò, la scure si cita solo per ricordarla, benché esistano vari modelli e vari formati.

 

Manutenzione

Su tutti questi arnesi, specialmente i più piccoli (coltello da giardiniere e innestatoio), si devono eseguire regolarmente determinate operazioni di manutenzione.

  • Dopo ogni uso, bisogna pulire la lama, eliminando il deposito verdognolo e resistente che lasciano la polvere e la linfa delle piante. Questo deposito crea dei problemi, soprattutto perché impedisce alla lama di scorrere bene. La pulizia si esegue con un panno imbevuto di alcol, che dissolve in parte questo deposito; inoltre, l'alcol disinfetta l'attrezzo, e permette di prevenire il contagio di parassiti: crittogame, batteri e virus.
  • Periodicamente, bisogna passare la lama sulla pietra per affilare di gres, a grana molto fine, che si girerà lentamente con la mano per affilare e pulire la lama. Non si raccomandano le pietre per l'affilatura dei trapani meccanici (torni), mossi da un motore elettrico: girano troppo in fretta e la loro grana non è abbastanza fina per il metallo relativamente morbido delle lame degli innestatoi o coltelli da giardiniere.

Queste lame si possono passare, per rifinire l'affilatura, su una pietra per affilare ad olio (pietra scistosa morbida con qualche goccia di olio di vaselina).


Gli arnesi che potano

Le forbici per potare (a mano)

Esistono numerosi formati, forme, marche, eccetera, ma tutte le forbici hanno 2 parti mobili:

  • una lama tagliente, piana e rettilinea che riposa dopo il suo movimento su un'incudine piana, più grossa e perpendicolare alla prima lama;
  • e una lama tagliente, curva e concava, che scorre su una controlama a forma di mezzaluna.

Questa controlama a forma di croissant si deve appoggiare sulla parte del vegetale da eliminare e non su quella che si conserva. ll modo di reggere le forbici è importante. Esistono forbici per mancini; in quel caso, il manico che presenta incisioni per collocare le 4 dita, non si trova associato alla lama curva bensì a quella che comanda il movimento della lama a forma di croissant. A volte, questo manico a 4 incisioni ruota su se stesso di 1/4 di giro, il che facilita il movimento del polso ed evita la stanchezza in caso di potatura prolungata. Le lame e i manici in posizione di riposo si possono bloccare con una chiusura metallica, che garantisce così la sicurezza durante il trasporto dell'attrezzo, poiché una molla situata tra le due lame tende a separarle permanentemente per il loro uso. ln alcuni modelli le lame usate si possono cambiare. Le radici degli alberi che si piantano devono essere tagliate perpendicolarmente al loro asse, mediante le forbici per potare, in modo che le sezioni delle radici siano le più piccole possibile e possano cicatrizzare prima. I rametti ed i rami si potano leggermente a becco di clarino, a 3 o 4 mm sopra una gemma a legno, per non danneggiarla e non creare monconi di alcuni centimetri sopra la medesima.

Gli svettatoi a pertica o telescopici

Gli svettatoi a pertica si presentano come le forbici per potare, con una lama curva ed una a forma di croissant; uno dei 2 manici si fissa ad un tubo che si raccorda con una lunga pertica di 3 o 4 m; l'altro manico, più corto, ha un anello nel quale si inserisce uno spago lungo quanto la pertica. Questo spago permette di attivare a distanza la lama tagliente degli svettatoi a pertica e di recidere rami con un massimo di 2,5 cm di diametro. Serve per raccogliere ciliegie o prugne situate su lunghi rami nella cima degli alberi, impossibili da raggiungere con una scala. Questa potatura permette anche il rinnovamento dei rami fruttiferi nel periodo in cui le ferite di potatura cicatrizzano prima. Queste forbici consentono anche di eliminare i rami di 2 o 3 anni in eccesso, che sono apparsi sull'asse di un giovane albero ornamentale.

Le cesoie tagliasiepi

Come indica il suo nome, queste cesoie si usanopraticamente solo per potare le siepi. È composto da 2 lame rette, lunghe da 25 a 35 cm, in acciaio temprato, senza molla di apertura con 2 tamponi ammortizzatori in caucciù situati tra i 2 manici, ognuno di 25 o 30 cm cli lunghezza. Esistono vari formati e marche, ma sono ormai quasi completamente sostituite dai tagliasiepi elettrici.

Le forbici a due mani

Hanno 2 lame identiche a quelle delle forbici per potare, i cui 2 manici hanno una lunghezza di 40-50 cm; tuttavia, non sono dotate di molla né, pertanto, di apertura automatica. Si usano per potare i fusti o rami delle siepi ornamentali, il cui diametro raggiunga i 3 o 4 cm. Vale la pena utilizzare queste cesoie, poiché il loro uso è più rapido di quello del seghetto e permette di potare rami abbastanza più grossi di quelli che si possono tagliare con delle forbici per potare. In alcuni modelli, si possono cambiare le lame consumate.

Il tagliasiepi elettrico

Quest'arnese, azionato da un piccolo motore, è dotato di una lama con denti trapezoidali taglienti che scivola avanti e indietro nella scanalatura di un pettine con denti più stretti e fissi (come la lama da sega di una mietitrice).

Esistono diversi modelli di tagliasiepi, ciascuno con i propri vantaggi: leggeri, facili da usare, economici, eccetera, ma pericolosi per le dita ed i cavi elettrici (a causa della rapidità del movimento della lama) se non si lavora con estrema precauzione. Inoltre, hanno anche l'inconveniente di avere bisogno di una prolunga del cavo elettrico per utilizzarlo nelle parti più lontane del giardino.

Manutenzione

Tutti questi arnesi di potatura, eccetto i tagliasiepi elettrici, richiedono la stessa manutenzione dei falcetti e gli innestatoi, per quanto riguarda la loro pulizia e affilatura. Ogni tanto, sono necessarie 2 o 3 gocce di olio di vaselina tra le lame e l'asse di rotazione.

I tagliasiepi si devono affidare ad uno specialista per il loro controllo e affilatura.

Gli arnesi che segano

Il seghetto o saracco

Esiste il tipo a lama retta e quello con l'estremità della lama leggermente ricurva, in entrambi i casi di 35-40 cm di lunghezza e fissate ad un manico retto o un po' ricurvo per poterlo afferrare meglio con la mano. I due tipi di saracco si usano per segare con una sola passata rami di massimo 5 o 6 cm di diametro; tuttavia, è preferibile il secondo modello, con lama ricurva in punta, perché il suo uso è più facile ed efficace. Per segare, il giardiniere regge la sega con una mano; per evitare che si muova, afferrerà, con l'altra, il ramo, in questo modo, impedisce anche che il peso della parte del ramo tagliato strappi un pezzo di corteccia e di legno nella parte inferiore conservata. Per recidere i rami con un diametro superiore a 6 cm, il giardiniere ricorre alla sega meccanica (si veda più avanti) oppure a una sega da legno, che ha bisogno di due tagli: uno inferiore e l'altro superiore, sul ramo, e che si uniscano il più esattamente possibile. Le ferite lasciate da queste seghe si arrotondano con il falcetto o con l'innestatoio. ll saracco si usa anche nella potatura delle palme, per il taglio di foglie palmate, l'eliminazione di infiorescenze ed infruttescenze di specie a foglie palmate e l'eliminazione di polloni.

La motosega, sega meccanica o sega a catena

Questo attrezzo, un classico nel lavoro del boscaiolo, si usa di solito per la diramatura dei grandi alberi di parchi e viali. La sega a catena dentata si attiva con un motore elettrico o a benzina. Esistono varie versioni, formati e potenze. La lama a taglio piano, sul cui contorno scorre una catena in una scanalatura che la guida, ha una lunghezza compresa fra 40 e 80 cm.

Deve avere un dispositivo chiamato «guardia» per proteggere la mano posta sul motore, in caso di rottura della catena; inoltre, dev'essere dotata di un dispositivo di disinnesto che blocchi, istantaneamente, sia il motore sia il movimento della catena non appena la sega trovi una resistenza più forte di quella del legno: un chiodo in un ramo, per esempio. Infine, la sega meccanica è dotata di un carter che contiene un olio speciale denso, attraverso il quale passa la catena; questo evita che si surriscaldi e diventi azzurrata per un lavoro ininterrotto. Si deve controllare costantemente (ogni mezz'ora, al massimo ogni ora) che questo carter di lubrificazione non rimanga vuoto; altrimenti, un fumo azzurro uscirà per alcuni secondi; dopo, il danno potrebbe essere irreparabile.

Un'altra raccomandazione: durante l'abbattimento di un albero o il taglio dei rami, la catena della sega non deve mai lavorare sul terreno, per distrazione o volontariamente, per tagliare radici superficiali, benché il suolo sia privo di pietre e ghiaia, poiché perderà immediatamente l'affilatura; questa condizione è tanto importante quanto quella di rifornire periodicamente il carter dell'olio e controllare la tensione corretta della catena della sega, regolabile con un'apposita vite. La motosega si usa anche nella potatura delle palme, per il taglio delle foglie, sia pinnate sia palmate, la formazione del capitello, l'eliminazione di polloni e la pulizia dello stipite, tenendo presente in tutte queste operazioni che la motosega non si deve utilizzare per potare direttamente i piccioli verdi (lasciando guaine fogliari corte), poiché possono produrre lacerazioni dannose

Manutenzione

I seghetti si puliscono subito dopo il loro uso, come gli arnesi da taglio.

L’affilatura consiste in:

  • Restituirgli l'allicciatura, con l'apposita pinza, spostando un dente su due da un lato e gli altri dall'altro, in modo tale che la larghezza di segatura lasciata dai denti, su una tavola, sia circa il doppio dello spessore della lama per una sega che si usa su legno «verde››.
  • Collocare orizzontalmente la lama della sega tra 2 pannelli di legno della stessa larghezza, stretti sul tornio e che lascino sporgere i denti della sega.
  • Uguagliare poi, con la lima piana, le punte dei denti.
  • Limare leggermente 3 o 4 volte tutti i denti inclinati verso l'esterno con una lima triangolare da 5 a 6 mm di lato, usata orizzontalmente e perpendicolarmente alla lama della sega. Il dente sarà affilato quando il metallo brilli nello spessore del dente.
  • Girare la sega, collocarla di nuovo sul tornio e limare allo stesso modo i denti che non sono stati limati.
  • Passare sulla lama un po' d'olio di vaselina con un panno, per evitare che si arrugginisca.

Gli attrezzi da taglio per le palme

Per la potatura delle palme si usano, oltre alla motosega e al seghetto da giardiniere (visti nei paragrafi precedenti), arnesi da taglio specifici, alcuni di essi provenienti dalla tradizione locale di distinte zone del litorale mediterraneo della Penisola lberica, specialmente da Elce, altri punti della Comunità Valenziana, Cadice e Malaga, tutte zone in cui la coltivazione della palma è tradizionale.

"Corvellon", potapalme, detto anche pala da palma o accetta

È un attrezzo da taglio a lama d'acciaio larga e piatta, con 2 fili contigui e manico, utilizzato per il taglio di foglie pinnate, la formazione del Capitello, l'eliminazione di polloni e la pulizia dello stipite.

"Marcola"

Simile ad una roncola, la marcola è un attrezzo da taglio a lama d'acciaio stretta e a forma di "L", con manico molto lungo, che serve per potare le foglie pinnate delle palme e le sue infiorescenze e infruttescenze.

Gancio da palme o mezzaluna

È un attrezzo da taglio a lama d'acciaio stretta e a forma di mezza luna, con manico lungo o molto lungo. Si usa per l’eliminazione di infiorescenze ed infruttescenze di specie a foglie pinnate.

Manutenzione

Tutti questi arnesi devono essere perfettamente affilati e mantenuti secondo le istruzioni del fabbricante, come si fa con gli arnesi da taglio. Per disinfettare gli arnesi (eccetto le motoseghe) si possono usare:

  • appositi preparati commerciali;
  • candeggina domestica diluita all'8%,
  • alcol a 97°.

La disinfezione si deve effettuare il più spesso possibile e sempre:

  • quando si passa da una palma all'altra;
  • alla fine della giornata;
  • quando si trovano dei marciumi.

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Questo articolo è stato scritto da Redazione

Redazione

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