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Le more - Caratteristiche e Potatura

Le more - Caratteristiche e Potatura

Le more (di rovo), che praticamente provengono tutte dagli Stati Uniti, sono dello stesso genere botanico dei lamponi, ma derivano da specie selvatiche diverse, spesso incrociate con lamponi coltivati. Questi incroci hanno prodotto i seguenti tipi:

A frutti neri:

  • 'Youngberries';
  • 'Boysenberries';
  • 'Dewberriesí.

A frutti rossi:

  • 'Loganberriesfi i più diffusi;
  • 'Tayberries" originari della Scozia.

Malgrado questa diversità, le more presentano alcune caratteristiche comuni:

  • fusti sarmentosi, molto lunghi, da 2 a 5 m, che spuntano da un ceppo e non fanno polloni; portamento naturale rampicante o esteso (da qui la necessità di una spalliera);
  • numerose spine, eccezion fatta per le ultime mutazioni, che non le hanno (inermi);
  • autofertilità abbastanza buona per l'insieme delle varietà che si possono coltivare in Italia;
  • frutti più grossi, più allungati (fino a 4 cm, per la varietà 'Tayberries'), più brillanti e più succosi di un lampone, ma con una polpa meno profumata e meno saporita, e con un'anima aderente che obbliga a cuocere queste bacche in composta, gelatina o marmellata, oppure a congelarle o a trasformarle in succo;
  • raccolto abbondante, ogni 2 o 3 giorni per un mese e mezzo o 2 mesi; dal 15 luglio al 25 di agosto (per la varietà più precoce) e dall'1 di agosto al 20 di settembre (per la più tardiva);
  • rendimento superiore a quello del lampone (più di 1 o 2 kg per pianta e per anno);
  • coltivazione impossibile in zone umide o al di sopra dei 600-700 m, poiché le piante sono sensibili alle gelate invernali.

Queste piante hanno una grande capacità di sviluppo e si devono piantare in modo da conservare una distanza di 3 o 4 m sulla linea, e di 2 o 3 m tra i filari. Si devono disporre a spalliera, su di una struttura composta da 2 fili di ferro orizzontali a 1 m e 1,50 m dal suolo, che devono costituire una sorta di «8›› sdraiato; senza questa precauzione i fusti si attorciglierebbero in maniera inestricabile ed occuperebbero una grande superficie del suolo. Inoltre, il fatto di disporli a spalliera favorisce la messa a frutto.

Dobbiamo insistere nel fatto che i rovi non producano polloni, come fanno i lamponi, ma fusti potenti che spuntano dai colletti di ogni ceppo. I fusti fruttificano solo l'anno successivo, nei rami laterali; dopo si asciugano. Il ciclo vegetativo è biennale. La durata di una piantagione può arrivare ai 15 o 20 anni.


La potatura

Tenendo in considerazione le modalità di fruttificazione di queste more, in genere è sufficiente:

  • accorciare i rami laterali, che possono portare fino a 30 o 40 more (un po' eccessivo) prima della fioritura;
  • in ottobre, eliminare a livello del suolo tutti i fusti che hanno fruttificato e che si stanno seccando al piede. Per farlo, bisogna slegare tutte le legature, tagliare, frazionandoli, i fusti eccessivamente lunghi, eliminarli e bruciarli.

Si devono disporre a spalliera 6 o 7 fusti giovani nati in primavera e svettare dal loro punto di uscita i fusti in eccesso. Si capisce adesso, facilmente, come si debbano raggruppare, da una lato della struttura a spalliera, i fusti dell'anno e, dall'altro lato quelli dell'anno precedente. La potatura sarà così più facile, poiché le spine forti e numerose rendono difficoltosa e poco gradevole questa operazione, malgrado l'impiego di guanti di cuoio.


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Questo articolo è stato scritto da Redazione

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