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Susino: Scopri le risposte dei nostri esperti

Leggi qui sotto tutte le domande sull’argomento e le risposte date dai nostri Esperti di Giardinaggio. Guarda i titoli qui sotto elencati e clicca sul titolo che più si avvicina all’argomento di tuo interesse. Una volta cliccato sul titolo potrai leggere, per intero, sia la domanda dell’appassionato che la risposta del nostro Esperto.

Buona lettura!

Scegli l'argomento di tuo interesse:

  • Susino: quando potarlo?

    Elena di Firenze chiede:

    Vorrei sapere quale è il periodo giusto per potare il mio albero di susino. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Elena, 

    il periodo migliore per potare i susini è quando la pianta non ha le foglie, per cui da novembre fino a febbraio/marzo a seconda dell'andamento delle temperature invernali.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Sorbo non produce frutti: come mai?

    Vincenzo di casoria chiede:

    Ho un sorbo da una decina di anni con una folta chioma ma non produce nessun frutto. Come mai?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Vincenzo,

    il sorbo è una pianta che va a frutto anche molto tardi. Se è nato da seme potrebbe impiegare anche 15 anni per fruttificare.

    Il mio consiglio è di non fare nessun tipo di potatura ed eventualmente prendere i rami verticali e piegarli fino a portarli ad essere paralleli al terreno e di lasciarli in quella posizione finchè non lignificano, in questo modo la pianta è stimolata a differenziare le gemme a fiore e quindi poi dare frutti.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Posso innestare su un susino la pesca noce e altri tipi di pesche?

    Domenico di Firenze chiede:

    Salve, volevo sapere se posso innestare su un susino la pesca noce e altri tipi di pesche. E se si può fare l'innesto con il trapano così come viene effettuata con gli ulivi. Se sì, il mese di marzo il mese giusto? Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Domenico,

    sì si può innestare il pesco sul susino ma c'è una percentuale più alta di insuccessi e dà vita ad una pianta dalla vita più breve.

    Sul metodo posso dire che ho visto tanti sistemi anche poco ortodossi, compreso il trapano però il mio consiglio è di fare un'innesto con il sistema tradizionale manuale (si può fare a gemma ora o a marza da febbraio a fine marzo) per fare una ferita minima che cicatrizza più velocemente, con il trapano si rischia con il calore che sviluppa nel perforare il legno di far morire il legno intorno al foro stesso e quindi di rendere l'innesto più incerto.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susino: in che periodo e come potarlo?

    Domenico di Priverno chiede:

    Dott. Di Gioia buongiorno, diversi anni fa ho messo a dimora tre alberi di susino, nello specifico un Coscia di Monaca, un President e un susino Angeleno. Attualmente la chioma risulta essere folta, soprattutto al centro, pertanto sarà necessario sfoltire. Ho letto che per il susino, la potatura deve essere sempre moderata, togliendo il secco, eventuali succhioni, con tagli di ritorno, e accorciamenti vari per abbassare quei rami svettanti verso l'alto. Gradirei conoscere un vostro parere. Poi in che periodo dell'anno posso provvedere alla potatura, premettendo che mi trovo nella provincia di Latina. Inoltre volevo chiedere se posso effettuare degli innesti meccanizzati sul franco di albicocco o di susino attraverso la pinza Innestatrice. Grazie per le spiegazioni in merito, un saluto
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve signor Domenico.

    Per quanto riguarda le sue piante di susino mentre la Coscia di Monaca e la President sono delle specie di susino europeo (Prunus domestica), l’Angeleno è invece una specie di susino Cino - Giapponese (Prunus salicina), di conseguenza richiedono un sistema di potatura diversa.

    In entrambe le specie lo scopo della potatura è anche quello di rimonta, ossia cercare di togliere i rami secchi, malati e attaccati da parassiti che poi andranno successivamente bruciati.

    La rimozione dei polloni e dei succhioni è fondamentale al fine di concentrare le energie verso i rami a legno e soprattutto i rami a frutto (dardi, brindilli e rami misti). 
    I rami a legno in eccesso vanno diradati cercando di lasciare quelli più importanti per guidare l’accrescimento vegetativo della pianta.
    Anche i rami a frutto se in eccesso vanno diradati e rinnovati, per ottenere frutta di qualità e pezzatura migliore.

    Come ha già accennato anche lei, è necessario abbassare la vegetazione con tagli di ritorno al fine di favorire una migliore raccolta dei frutti. Si ricordi che nel fare questa operazione è necessario che ci sia un ramo secondario esterno che sostituisca quello che va in alto e che ha tagliato, per dirigere l’energie nel ramo rimasto.

    Quello che cambia per quanto riguarda le due specie è il periodo di potatura. Mentre il susino europeo (Coscia di Monaca e President) può essere potato anche a metà febbraio in quanto più resistente al freddo, il susino Cino - Giapponese (Angeleno) deve essere potato a marzo perché è più sensibile al freddo e quindi tagliando in quel periodo si sfugge meglio ai geli tardivi.

    Per quanto riguarda l’innesto del susino su portinnesto franco di albicocco e susino, le dico già da subito che la pinza innestatrice va bene per piante come la vite che hanno un legno più tenero. Nel caso del susino è necessario procedere a mano, proprio per la durezza della corteccia del legno.

    Ringraziandola della domanda la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Susine coperte da pellicola bianca con puntini marroni: cos'è?

    Susine coperte da pellicola bianca con puntini marroni: cos'è?

    Bruno di Magliano Alfieri chiede:

    Salve, ho dei susini che su parecchi frutti si è formato questa pellicola biancastra con puntini marroni che se la gratto va via, con la lente di ingrandimento sembrano delle piccole celle di alveare, sapete dirmi di che si tratta? Saluti
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Bruno.

    Da quello che posso notare dalla foto allegata, si nota un particolare danno da freddo che dal punto di vista tecnico viene definita come “cinghiatura”.

    Se durante l’allegagione e la crescita dei frutti vi è un abbassamento improvviso della temperatura, l’accrescimento del frutto si blocca e alcune cellule tendono ad imbrunire lungo la circonferenza del frutto come se il frutto fosse circondato da una cinghia.

    Quelle cellule che sono state colpite, imbruniscono e smettono di crescere, mentre le altre non colpite crescendo fanno assumere al frutto un aspetto deforme.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Susino appassito: colpa del terreno ghiaioso?

    Valerio di San benedetto po chiede:

    Ho piantato da poco un susino e poco dopo aver fatto le foglie ha iniziato ad appassire e ora sembra stia per morire. Può essere il tipo di terreno? C'era un po' di ghiaia dove l'ho messo.. si può ancora salvare? Grazie.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Valerio,

    dalla foto mi sembra un pero innestato su cotogno.

    La pianta mi sembra sofferente, ma penso che si tratti di stress passato a cui non saprei porre rimedio in modo specifico.

    Per non aver scrupoli direi di fare una concimata con azoto per verificare se le radici sono vitali e poi aspettare 2/3 settimane e vedere la reazione della pianta.

    Magari ci risentiamo allora, con altre foto.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susino con foglie gialle: come mai?

    Susino con foglie gialle: come mai?

    Giuseppe di Firenze chiede:

    Buona sera e grazie anticipatamente, vorrei sapere la causa dell'ingiallimento delle foglie del susino, sia grandi che quelle che stanno nascendo.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Giuseppe,

    dalla fotografia direi che è una carenza di azoto. Però la carenza può essere data da diversi motivi che solo con la foto non riesco a determinare.

    Consiglio una concimazione azotata con azoto nitrico oppure con urea.

    Se nel giro di 2/3 settimane dalla concimazione non c'è stato cambiamento di colore delle foglie, risentiamoci.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susino senza foglie: come mai?

    Eleonora di Lucca chiede:

    Buongiorno. Ho acquistato 2 mesi fa un susino e, appena a casa, ho provveduto ad interrarlo usando tutte le accortezze possibili. Ho fatto una bella buca, molto più grande del pane della pianta perché trovasse terreno friabile e ho posto dei dadini di stallatico intorno alla pianta affinché avesse subito il governo per farla subito germogliare. A distanza di 2 mesi la pianta non ha prodotto foglie ma solo germogli che partono dal tronco fino ai primi rami e non capisco cosa vuol dire. Ho chiamato il vivaio che mi ha venduto la pianta ma mi hanno dato risposte vaghe e, comunque, non hanno intenzione di cambiarmi la pianta. Cosa può essere successo? Grazie.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Eleonora,

    dai sintomi che racconti, direi che la tua pianta ha subito lo stress del trapianto per cui si è parzialmente seccata.

    È una specie di falsa partenza, ma si può recuperare la pianta dai germogli che ha emesso e nel giro di 1 anno o due tutto ritornerà alla normalità.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susina ruth gerstetter: su quale portainnesto innestarla e come?

    Alfredo di Italia chiede:

    Salve, vorrei sapere su quale portainnesto, in che periodo e con quale tecnica è consigliato innestare la susina Ruth Gerstetter. Grazie, Cordiali saluti
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Alfredo.

    Se si tratta di un innesto a marza, il periodo migliore in cui intervenire è compreso tra la fine di febbraio e la metà di marzo.

    Se si tratta di un innesto a gemma vegetante il periodo migliore è il mese di aprile, se si tratta invece di un innesto a gemma dormiente il periodo migliore è quello compreso tra la fine di agosto e gli inizi di settembre.

    Per quanto riguarda i portinnesti da utilizzare, può ricorrere alll’impiego del franco di susino domestico, all’impiego del mirabolano oppure all’impiego dell’albicocco.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Susino con vermi arancioni: come intervenire?

    Susino con vermi arancioni: come intervenire?

    Giovanni di Italia chiede:

    La maggior parte della parte inferiore delle foglie dei 2 susini, hanno come una canalina con dentro vermetti color arancione. Di cosa si tratta? Con cosa si può intervenire? Infinitamente grato per la risposta. Cordiali saluti
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Giovanni,

    si tratta della cecidomia del prugno. Se non c'è una forte infestazione non vale la pena di trattare.

    Nel caso che invece occorra farlo, occorre utilizzare un insetticida di tipo sistemico da dare subito fintanto che esistono le larvette in questo stadio di vita.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susino con foglie raggrinzite: come mai?

    Susino con foglie raggrinzite: come mai?

    Giancarlo di Firenze chiede:

    Il susino che ho nell'orto ha iniziato ad avere delle foglie 'raggrinzite', in qualche modo gli si rimpiccioliscano attorcigliandosi su se stesse, sembra che stia soffrendo ma non capisco da cosa. La temperatura è perfetta e l'acqua non gliela faccio mancare. Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Giancarlo,

    il raggrinzamento e l’accartocciamento delle foglie della sua pianta di susino è da imputare alla presenza dell’Afide Farinoso del Susino. Di seguito le descriverò i sintomi e i possibili rimedi:

    AFIDE FARINOSO DEL SUSINO

    (Hyalopterus pruni)

    Ordine: Rincoti.

    Famiglia: Afididi.

    L’afide farinoso del susino è molto simile all’afide Verde a quello del pesco perché vive in colonie sulla pagina inferiore delle foglie dove si ricopre da una secrezione cerosa biancastra la quale conferisce alla colonia un’aspetto polverulento e più chiaro.

    La sua attività trofica di nutrizione legata all’asportazione di linfa dalle piante, produce una forte quantità di melata che rimane sulla vegetazione. La melata, assieme alle secrezioni cerose, determina dei danni indiretti legati a ustioni fogliari per l’effetto lente della melata e successivamente asfissia a causa della chiusura degli stomi.

    Le foglie e i germogli colpiti non si accartocciano fortemente, ma si deformano lievemente con arresto della crescita. In caso di forti attacchi si può avere la caduta anticipata delle foglie e la mancata crescita dei getti.

    Infine, le punture provocate da questo insetto possono fungere da vettore di una pericolosa viroso della Sharka o Vaiolatura ad Anello (PPV).

    Lotta chimica

    La lotta chimica contro l’Afide Farinoso del susino viene eseguita alla comparsa delle prime colonie sulle foglie e sui germogli, utilizzando:

    1. Prodotti Afididi specifici: Pirimicarb, Etiofencarb, Eptenofod e Oxidememeton metile.
    2. Prodotto a largo spettro d’azione: Acefate, Dimetoato e Fenitrotion che possono essere utilizzati per controllare altri insetti presenti al momento del trattamento allo scopo di eseguire un intervento ad effetto multiplo.

    Lotta biologica

    Si avvale dell’impiego di nemici naturali degli afidi sia predatori che parassitoidi, come:

    1. Coleotteri Coccinellidi: Adalia bipunctata, Coccinella septempunctata, Coccinella decempunctata, Harmonia conglobata, Scymnus spp e Exocomus spp.
    2. Neurotteri Crisopidi: Chrysopa e Chrysoperla
    3. Rincoti Antocoridi: Orius e Anthocoris
    4. Ditteri Sirfidi: Syrphus spp., Scaeva spp. e Episyrphus spp.
    5. Ditteri Cecidomidi: Aphydoletes spp.
    6. Imenotteri Afididi: Aphydius spp.
    7. Acari Trombididi

    Lotta microbiologica

    Si avvale dell’impiego di funghi ad azione parassitaria contro gli afidi come la Entomophtora fresenii e il Verticillium lecanii.

    Ringraziandola della domanda, le porgo distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia

    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Susino: ramo con foglie appassite, cosa fare?

    Susino: ramo con foglie appassite, cosa fare?

    Graziella di Tortona chiede:

    Buonasera ho un susino che dopo aver vegetato ed emesso fiori su entrambi i rami principali, ora si presenta con un ramo le cui foglie stanno appassendo. Non vedo parassiti, ma temo per la vita dell'intero albero che, già lo scorso anno aveva avuto una severa potatura (da parte di un giardiniere che non vorrei più interpellare) a causa di una non ben specificata malattia. Potete AIUTARMI??
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Graziella,

    Si tratta della Monilia, un fungo che colpisce il susino in primavera.

    Non saprei dire se il suo giardiniere abbia aiutato od ostacolato la malattia, però le piante da frutto vanno tagliate non facendo tagli importanti alla chioma come invece mi sembra di capire dalle sue foto.

    Al momento l'unica cosa possibile è dare solfato di rame in dose leggera (guardando le istruzioni della confezione) ed aspettare; se la malattia progredisce credo che occorra tagliare la pianta perchè la Monilia è un patogeno che si può prevenire ma non curare essendo interno alla pianta.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susino: come posso salvarlo?

    Susino: come posso salvarlo?

    Alessandro di Pomigliano d'Arco chiede:

    Il mio albero, in realtà non so se si tratta di un susino o di un pruno, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre presentava un intero ramo secco (si nota a fatica nella foto 01 che risale per l'appunto a settembre), inoltre si evidenziavano colatura di resina, come da foto 02, e presenza di formiche nel tronco. Un amico mi consigliò di tagliare il ramo in questione e di potare in modo drastico l'intero albero che, ad oggi, si presenta come in foto 03, cioè appare fiorito o con inizio di foglie solo in minima parte. Potete aiutarmi a capire come salvarlo?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Alessandro,

    mi sembra che la sua pianta presenti diversi sintomi di vecchiaia.

    Il fatto che ci siano formiche nel tronco significa che da diverso tempo la pianta ha dei problemi che si sono manifestati con la produzione di gomma e con il disseccamento del ramo.

    La potatura drastica avrà l'effetto di obbligare la pianta a ricominciare in un certo senso da capo, se era in una condizione complessivamente buona si riprenderà se invece era destinata a seccarsi, con la potatura, si è accelerata la decadenza.

    Farei un trattamento con rame per disinfettare i tagli fatti con la potatura e per limitare la produzione di gomma nel tronco.

    Poi occorre aspettare, se in questa primavera si riprenderà, bene, altrimenti secondo me è una pianta destinata comunque a seccare.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susino: quale varietà mi consiglia per zona montana?

    Fabio di Cavalese TN chiede:

    Buon giorno dottore. Le volevo gentilmente porre due domande. Quali varietà di susini cino giapponesi mi potrebbe consigliere per un ambiente montano posto a 980m slm? Che varietà di mirabolano dovrei piantare per garantirne una corretta impollinazione? Ringraziando saluto. Fabio
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Fabio.

    Tra le varietà di susino Cino - Giapponese che le consiglierei da impiantare in un ambiente montano, abbiamo:

    1. Laroda.
    2. Morettini 355.
    3. Ozark Premier.
    4. Shiro.

    Tra le varietà di Mirabolano migliori che può scegliere per garantire un’ottima impollinazione delle varietà su indicate, vi è il Rusticano pianta con fiori rosa e frutti rossi simili a ciliegie.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Susino president: innesto con stanley?

    Giacomo di Italia chiede:

    Buongiorno. Io ho una pianta President ho letto la domanda del utente che chiedeva per l'impollinazione che necessita di una pianta vicino Stanley. Visto che non ho più spazio, è possibile fare un innesto sul President di una Stanley? Grazie mille.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Giacomo,

    si è possibile fare come tu hai detto. 
    Di solito si innesta un ramo centrale più alto degli altri per attirare le api.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susino: quali sono le modalità d'innesto?

    Salvatore di Siracusa chiede:

    Salve, gradirei conoscere l'opinione di un esperto in merito a modalità di innesti su susino o comunque su pianta da frutto in genere. In particolare chiedo se è indispensabile che il nesto sia prelevato da albero che abbia già fruttificato pena la non riuscita dell'innesto stesso. Nel ringraziare, porgo cordiali saluti. Salvatore
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Salvatore,

    la pratica dell'innesto è un'attività che si può fare in diversi modi ed in diverse stagioni tanto è vero che esistono il sistema a gemma, a chip budding, a triangolo, a spacco  ecc. ecc.

    Nel caso del susino se si vuole fare adesso, prima della primavera, ed il fusto del selvatico è da 1 cm a 3/4 cm, di norma si fa a triangolo, usando come marze dei rami di 1 anno che abbiano gemme a legno e che siano ben lignificati.

    Nei vivai, si innesta molto anche a gemma alla fine dell'estate perchè ci sono ottimi risultati anche con questa tecnica, ma a livello professionale diventa importante anche l'organizzazione del lavoro o la reperibilità delle marze che sono fattori organizzativi e non agronomici.

    In ogni caso non c'entra l'età della pianta da cui si prelevano le marze né se questa abbia già prodotto o meno, perchè l'attecchimento varia a seconda dello stato di salute del selvatico, della pianta da cui si prelevano le marze , dalla precisione dell'innestatore e dal clima che ci sarà dopo l'innestatura, per cui c'è sempre un margine d'incertezza.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Susine: di che varietà si tratta?

    Susine: di che varietà si tratta?

    Luigi di Saronno chiede:

    Vorrei sapere di che varietà sono queste piante. Le tramandiamo da circa 40 anni. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Luigi

    Si tratta sicuramente di una susina del gruppo delle regine Claudie. 
    In base al colore della polpa e all'epoca di maturazione si può risalire esattamente alla varietà, così di getto mi sembra una Bianca di Milano.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Mirabolano 29C: innesto per susini

    Mirabolano 29C: innesto per susini

    Lucio Giulio di Anzio - Roma chiede:

    Buongiorno dottore, ho recentemente acquistato due portinnesti mirabolano 29 C perché ho la necessità di tentare di salvare la progenie di un vecchio susino che dimora nel mio piccolo frutteto famigliare da circa 50 anni. Portati a casa i due mirabolano, mi sono accorto che sono frutto, chiaramente, di un innesto, come potrà vedere dalle due foto che le allego. Mi domandavo: se il Mirabolano 29C è un portinnesti, su che cosa lo hanno innestato? Chi fornirà l'apparato radicale al mio vecchio susino? Sicuramente non dovrebbe essere il Mirabolano. E' una tecnica di propagazione? è stato forse predisposto quale innesto intermedio? La ringrazio e le faccio i miei migliori auguri.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Lucio Giulio,

    dalle foto non capisco se le piante che hai acquistato sono veramente innestate o se invece sono state tagliate per ottenere un portainnesto più vigoroso.

    Il 29C è una selezione di mirabolano che si utilizza per la sua vigoria predeterminata rispetto al mirabolano da seme e perchè si riesce ad avere in modo da essere virus esente.

    In ogni caso si può procedere tranquillamente all'innesto perchè l'affinità è pressochè totale anche se si trattasse di una pianta già innestata, di solito si usano dei selvatici perchè costano meno ma non perchè non siano affidabili.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Posso innestare un susino sulla mia pianta di amarena?

    Giuseppe di Alghero chiede:

    Possiedo una pianta di amarena, su questa posso innestare un susino? Grazie per la risposta
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Giuseppe.

    Su una pianta di amarena (Prunus cerasus) non si può innestare il susino (Prunus domestica), ma soltanto un'altra varietà di amarena, la visciola oppure il ciliegio dolce (Prunus avium).

    Ringraziandola della domanda la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia

  • Dove è possibile acquistare la pianta di susine Basaricatta?

    Daniela di Italia chiede:

    Buona sera, per cortesia vorrei sapere dove posso acquistare la pianta di susine Basaricatta detta dal collo storto. In attesa di un cortese riscontro ringrazio e porgo distinti saluti Daniela
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissima Daniela.

    Nella sezione "Il tuo vivaio online" di portale del verde,  può trovare l'elenco dei vivaisti di tutta Italia più vicini a lei per poter acquistare il miscuglio di semi per il suo tappeto erboso.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia

  • Pianta di susino del 2013 che non fruttifica tutt'ora: quale può essere il problema?

    Maria di Parma chiede:

    Buongiorno, ho piantato a 350 mt. di altitudine una regina Claudia nel settembre 2013. L'unica fruttificazione che ha fatto (5 frutti) presentava frutti molto piccoli per cui mi è stato detto che potrebbe trattarsi di una Claudina. L'anno passato non ha fatto ne fiori e tanto meno frutti. Fino ad ora non ho fatto potature. cosa mi consigliate? Ringrazio e attendo risposta Maria Soncini
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissima Maria.

    Il susino e in particolare le varietà appartenenti al gruppo delle Regine Claudie, tendono ad entrare a frutto molto lentamente. Lo dimostra il fatto che per ora abbia prodotto poco, dando origine soltanto a 5 frutti dal 2013 ad oggi.

    Per questi motivi, affinché la pianta possa presentare una medio - buona produzione a volte è necessario aspettare anche 8 anni.

    Il fatto che lo scorso anno la sua pianta di Claudina non abbia fatto nè fiori e nè frutti, può essere dipeso sia ad un eventuale danno da freddo che ha colpito la pianta nella fase più delicata della fioritura, che da una mancata potatura della stessa la quale è andata a generare uno squilibrio tra attività vegetativa e attività produttiva a favore della prima determinando lo sviluppo di numerosi germogli e rami e pochi fiori e frutti.

    In questi casi è necessario intervenire con le potature cercando di frenare l'intensa attività vegetativa a favore di quella produttiva, togliendo i rami in eccesso o in competizione e abbinando a questi interventi le operazioni di piegatura dei rami più vigorosi che hanno la capacità di frenare la vegetazione a favore della loro messa a frutto.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia

  • Portainnesto per susino: va bene innestare la Orzak Premium?

    Portainnesto per susino: va bene innestare la Orzak Premium?

    Maurizio di Urbino chiede:

    Buonasera, ho comprato un susino innestato, del quale però non conosco la varietà del portainnesto. La varietà prescelta è la grossa di felisio e vorrei piantare un'altra pianta. Avrei optato per Orzak Premium. È una buona scelta? Grazie per l'attenzione Il 28/11/2017 Maurizio chiede: Buonasera, ho ricevuto la vostra gentilissima risposta alla mia domanda, ma purtroppo mi sono spiegato male io. Avendo già messo a dimora la grossa di felisio, intendevo mettere in aggiunta una orzak Premium, per poter avere maggiori vantaggi di produzione, sperando che fosse la pianta giusta per impollinare al meglio una president; una distanza di 15 m può andare bene? Inoltre, come da immagini ho piantato, pero, melo 'Granny Smith' e 'Renetta del Canada'. Ho distanziato di 4 metri ma vorrei rimanere a 3 m quando metterò piante in fondo all'orto. Faccio bene? Magari qualche consiglio per impollinare anche un melo e angelica e quale albicocco prendere. Avrei pensato 'pisana' e 'borgenon' per non sovrapporre le produzioni. Buona serata
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Maurizio.

    La Grossa di Felisio, così come la Orzak Premium (nome coretto), sono entrambe varietà di susino Cino - Giapponese (Prunus salicina), che hanno Grossa di Felisio dalle varietà di susino europeo (Prunus domestica).

    Se il portinnesto di cui non conosce ovviamente la varietà è un susino oppure un albicocco, andare ad innestare la Orzak Premium sopra e sostituire la Grossa di Felisio va bene perché c'è affinità botanica e quindi maggiore probabilità di attecchimento

    Per l'innesto ovviamente, si affidi a operatori specializzati del settore, in grado di farle un Grossa di Felisio e permettere un Grossa di Felisio della marza sul portinnesto.

    Le marze di Orzak Premium mi raccomando, le prelevi verso la fine di gennaio - inizi di febbraio, le Grossa di Felisio ricoperte con un telo di nylon scuro, messe all'interno di sabbia umida al fine di rallentare l'attività vegetativa di esse e far in modo che al momento dell'innesto in primavera, sia la marza che il portinnesto, si trovino nello stesso periodo di crescita e sviluppo, al fine di aumentare le probabilità di attecchimento dell'innesto.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Il 29/11/2017, Di Gioia risponde:

    Salve di nuovo gentilissimo Maurizio.

    Non si deve scusare lei, ma mi devo scusare io con lei, perché effettivamente aveva scritto già la parola piantare e quindi io l'ho confusa con la parola innestare credendo che volesse sostituire la Grossa di Felisio con la Orzak Premium.

    Allora, per quanto riguarda l'impollinazione, vanno bene entrambe, sia la Orzak Premium che la President, per impollinare la Grossa di Felisio. La distanza di 15 m va benissimo, in quanto i susini Cino - Giapponesi, essendo ad impollinazione entomofila, attraverso le api, sono molto favoriti negli scambi di polline tra varietà diverse, tenendo conto che le api hanno in media un raggio d'azione anche intorno i 3 km.

    Per quanto riguarda invece i Meli 'Granny Smith' e 'Renetta del Canada', io le consiglierei di stare a 4 m, se non a 5 m di distanza gli uni dagli altri, in quanto il melo è una pianta da frutto che naturalmente tende a crescere più in ampiezza che in altezza, e quindi è fondamentale stare un po' più larghi in modo da dare ad essi una forma d'allevamento a vaso tradizionale.



    Per quanto riguarda gli impollinatori della Granny Smith, i più indicati sono:

    Per quanto riguarda invece la Renetta del Canada, gli impollinatori più indicati sono:

    • Abbondanza Rossa
    • Belfiore Giallo

    Per quanto riguarda la varietà Angelica, in questo caso presumo che lei intenda la varietà di pero, perché non conosco personalmente varietà di melo con quel nome. In quel caso il migliore impollinatore è la varietà William.

    Per quanto riguarda infine la scelta della varietà di albicocca, visto che lei abita a Cagli, in un posto di montagna dove ovviamente il clima è più freddo e dove l'albicocco può venire danneggiato da eventuali gelate tardive primaverili, io le consiglierei di impiantare varietà a fioritura tardiva che, vegetando in epoca più avanzata rispetto alle altre, sono meno soggette ai danni da gelate primaverili. Per questo la varietà Pisana va bene, in quanto fruttifica verso la metà di luglio, ma sostituirei la Borgenon con la Tardiva Agostana che, rispetto alla Pisana, fruttifica verso la fine di luglio o i primi di agosto e in questo modo non ci sono sovrapposizioni di produzione di frutta.

    Ringraziandola ancora della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia

    Leggi le risposte dell'esperto su INNESTI SUSINO:

  • Pianta di susino che avvizzisce in seguito ad infestazione di vespe: cosa fare?

    Salvatore di Onifai chiede:

    Ho problemi con un susino: sotto la pianta si sono presentate macchie umidicce; dopo neanche un mese è stata infestata dalle vespe e il fogliame ora è completamente avvizzito e bucherellato.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Salvatore.

    Per quanto riguarda le macchie umidicce che ha notato sotto la sua pianta di susino a cui ha fatto seguito un'attacco massiccio di vespe e successivo avvizzimento fogliare, sarebbe necessario che lei alleghi alla domanda che dovrà riformulare delle foto al fine di identificare meglio la causa che ha determinato questo stato di sofferenza e individuare la cura migliore.

    In attesa di un suo successivo riscontro, la ringrazio della domanda e la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia

  • Attacco Corineo alla mia Susina Fortune: rimedi?

    Attacco Corineo alla mia Susina Fortune: rimedi?

    Bruno di Magliano Alfieri chiede:

    Salve, le foglie dei miei susini tipologia "fortune" sono tutte bucherellate come si vede dalle foto, di che si tratta? In autunno ed in inverno faccio sempre un trattamento di rame con calce ottimo contro il corineo però la cosa non si risolve.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Bruno.

    La malattia in questione che ha colpito la sua pianta di Susino Fortune è proprio il Corineo.

    Di seguito le indicherò le modalità di riconoscimento del patogeno e gli eventuali metodi di lotta.

    CORINEO, IMPALLINATURA O GOMMOSI PARASSITARIA (Coryneum beijerinckii)

    Classe: Deuteromiceti.

    Ordine: Sphaeriales.

    Famiglia: Xylariacee.

    Il corineo è un fungo molto polifago, in grado di attaccare quasi tutte le specie da frutto appartenenti alla sottofamiglia delle Drupacee (pesco, albicocco, susino, ciliegio e mandorlo).

    Questa micosi, determina alterazioni molto specifiche a carico di:

    1) Foglie.

    2) Rami.

    3) Frutti.

    Sintomi del Corineo sulle foglie

    Sulle foglie, la malattia si manifesta con delle alterazioni cromatiche che si presentano sotto forma di piccoli puntini di colore rosso - brunastro con alone giallastro, per poi estendersi all'intera lamina fogliare assumendo l'aspetto di aree tondeggianti di alcuni mm di diametro.

    Successivamente queste aree con alterazione cromatica, necrotizzano si staccano dal lembo fogliare risultando forate. Se l'attacco è forte e le aree necrotiche sono molte, la foglia risulterà pesantemente bucherellata o impallinata come se fosse stata colpita da pallini di piombo.

    Sintomi del Corineo sui rami

    Sui rami il sintomo più rilevante, è la comparsa di tacche depresse, tondeggianti, di colore brunastro con la parte centrale chiara. Queste tacche successivamente confluiscono in lesioni longitudinali necrotiche che si possono rompere trasformandosi in veri e propri cancri.

    L'estensione di queste lesioni nel tessuto legnoso del ramo, determina:

    1) Disseccamento dei rametti soprattutto quelli giovani.

    2) Indebolimento delle aree lesionate dal cancro con emissione di resina (gommosi) e incremento di suscettibilità della pianta ad altre malattie.

    Sintomi del Corineo sui frutti

    Sul frutto il fungo si manifesta con l'insorgenza di tacche tondeggianti di colore bruno - rossastro con la parte centrale più chiara.

    Se il frutto si trova in uno stadio di accrescimento più avanzato non solo la differenza cromatica tra il centro e l'esterno della tacca è più evidente, ma in corrispondenza delle lesioni si possono aprire delle fessurazioni più profonde a cui segue l'emissione di un essudato gommoso.

    Lotta al Corineo

    La lotta al Corineo è molto simile a quella effettuata per la Bolla del Pesco, perché i due funghi si sviluppano nello stesso periodo stagionale e in condizioni di temperatura e umidità similari.

    La lotta al Corineo per cui, può essere:

    1) Agronomica.

    2) Chimica.

    3) Biologica.

    Lotta agronomica al Corineo

    La lotta agronomica, prevede l'esecuzione di semplici pratiche agronomiche da eseguire nel corso della potatura invernale consistenti in operazioni di eliminazione dei rametti colpiti dai cancri provocati dall'azione del patogeno i quali andranno accuratamente bruciati.

    Lotta chimica al Corineo

    La lotta chimica contro il Corineo, è strettamente legata a quella della Bolla del Pesco, perché i due patogeni agiscono nello stesso periodo stagionale con condizione di temperatura e umidità similari.

    Per questo la lotta consiste in due trattamenti preventivi, cadenzati secondo tale tempistica:

    - 1 trattamento eseguito alla caduta delle foglie a fine autunno (novembre/dicembre).

    - 2 trattamento eseguito a fine inverno (febbraio/marzo).

    Sulle Drupacee dove il processo di lignificazione dei giovani rametti avviene a fine autunno (es. albicocco, susino e ciliegio) si possono usare prodotti a base di rame che hanno un'azione più efficace rispetto ai ditiocarbammati (Ziram e Thiram).

    In caso di un andamento stagionale con primavere umide e piovose che possono favorire ulteriori infezioni, i trattamenti preventivi fatti secondo le tempistiche non sono sufficienti a contenere lo sviluppo della malattia. In questi casi è necessario intervenire con prodotto a base di ditiocarbammati o prodotti sistemici a base di Ditianon anche con piante in fase di vegetazione.

    Lotta biologica al Corineo

    Infine la lotta biologica, viene eseguita con le stesse tempistiche della lotta chimica abbinando all'utilizzo del rame la distribuzione della propoli agricola.

    Ringraziandola della sua domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Pianta di susino con Verticilliosi: che fare?

    Pianta di susino con Verticilliosi: che fare?

    Flavio di avezzano chiede:

    La mia pianta di susino presenta queste anomalie: frutto con rughe (raggrinzito), polpa interna asciutta e foglie gialle e rosse. Ringrazio in anticipo per un eventuale aiuto. Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Flavio.

    La malattia in questione che ha colpito la sua pianta di susino, è causata da un agente fungino appartenente al genere Verticillium.

    Il genere Verticillium annovera una serie di specie fungine molto polifaghe e diverse tra di loro, di natura parenchimatica e vascolare in grado di attaccare varie specie di piante, come:

    1) Specie da frutto (es. Pomacee e Drupacee).

    2) Specie arbustive e arboree di interesse paesaggistico (es. acero e alloro).

    3) Specie forestali (latifoglie).

    4) Specie ortive ed erbacee.

    5) Specie ornamentali e da fiore.

    Le specie di Verticillium, parassite per le piante, ad oggi conosciute sono circa 350. A sua volta per ogni specie fungina esiste una pianta ospite specifica. 

    Specie fungine Verticillum più conosciute

    - Verticillium albo - atrum.

    - Verticillium dahliae.

    - Verticillium tricorpus.

    - Verticillium nigrescens.

    - Verticillium theobromae.

    Nel caso però delle specie da frutto come il susino, la malattia in questione, è causata dalle seguenti specie fungine:

    VERTICILLIOSI

    (Verticillium albo - atrum ; Verticillium dahliae)

    Classe: Deuteromiceti.

    Ordine: Hypomicetales.

    Famiglia: Hyalosporacee.

    Le Verticilliosi sono malattie fungine definite con il termine di tracheomicosi, perché sono in grado di attaccare il tessuto vascolare della pianta in particolare quello legnoso provocando gravi alterazioni dello stesso visibili in sezione e con disseccamenti generalizzati. 

    Questi patogeni vascolari, manifestano i loro sintomi a carico di:

    1) Foglie.

    2) Rami e branche.

    3) Frutti.

    Sintomi Verticilliosi sulle foglie

    Sull'apparato aereo compaiono dei disseccamenti anomali, preceduti da un ingiallimento marginale delle foglie nonostante il lembo dello stesso rimanga completamente verde.

    L'attacco porta ad una graduale caduta anticipata delle foglie (filloptosi), più o meno intensa o veloce a seconda della virulenza del patogeno e del grado di reazione della pianta attaccata.

    Per questo motivo, il decorso della malattia potrà essere a sua volta:

    - Acuto.

    - Cronico.

    Sintomi Verticilliosi su rami e branche

    Osservando in sezione il tessuto legnoso delle branche e dei rami colpiti, si evidenzia al suo interno una vera e propria necrosi del tessuto vascolare, con alterazioni cromatiche di colore verde - brunastro di una parte o di tutto l'anello legnoso. 

    Se la necrosi interna interessa tutto il tessuto legnoso, si può avere una perdita totale del funzionamento dell'apparato vascolare a cui segue la morte improvvisa (apoplessia) dell'organo colpito per mancanza di afflusso di linfa all'interno delle cellule determinando esternamente l'insorgenza di disseccamenti generalizzati della chioma.

    Le alterazioni e necrosi del legno non sono provocate soltanto dall'attività del fungo all'interno del tessuto vascolare, ma anche dalla produzione da parte delle cellule della pianta di tille, ossia una sorta di tessuti suberificati prodotti allo scopo di difendere e chiudere il tessuto colpito, per impedire l'ulteriore diffusione del patogeno e isolarlo dal resto della pianta.

    Il fungo produce anche una serie di sostanze tossiche che hanno la funzione di aggravare ancora di più il processo di degenerazione a carico del legno.

    Sintomi Verticilliosi sui frutti

    A causa del mancato afflusso di linfa, i frutti non ricevendo più acqua e sostanze minerali, raggrinziscono disidratandosi, assumendo una consistenza asciutta, stopposa e allo stesso tempo amara con conseguenza perdita produttiva dal punto di vista qualitativo.

    In generale la sintomatologia della Verticilliosi, ha un andamento basipeto all'interno della pianta cominciandosi a manifestare prima nelle parti alte della pianta con disseccamenti dei giovani rametti, per poi proseguire via via verso il basso interessando gli organi legnosi di maggiore dimensione (branche e tronco), fino a portare alla morte completa della coltura.

    Lotta alla Verticilliosi

    La lotta alla Verticilliosi, è molto complessa e allo stesso tempo difficile essendo possibile contenere la malattia soltanto negli stadi iniziali della patogenesi.

    I metodi di lotta per questo, possono essere:

    1) Agronomici.

    2) Chimici.

    3) Biologici.

    La lotta agronomica

    Di natura preventiva, ha come scopo quello di operare la distruzione di eventuali residui infetti come i rametti e le foglie asportate con le operazioni di potatura a cui dovrà essere fatta seguire la loro bruciatura per evitare l'ulteriore diffusione del patogeno.

    La lotta chimica

    Anch'essa sempre preventiva, prevede la distribuzione di prodotti di copertura ad azione disinfettante a base di rame, oppure prodotti sistemici a base di Benzimidazoli che distribuiti direttamente sugli organi attaccati oppure sul terreno per assorbimento radicale, svolgono una sorta di barriera alla penetrazione del patogeno fungino. 

    Da notare tuttavia che questi trattamenti chimici hanno soltanto un'azione preventiva e non eradicante del patogeno in quanto ad oggi non esistono dei veri e propri prodotti in grado di distruggere direttamente il fungo laddove ha colpito.

    La lotta biologica

    Quella biologica, infine, si basa sul ricorso all'impiego di funghi entomopatogeni per i Verticillium e quindi utili per le piante, come quelli del genere Trichoderma:

    - Trichoderma harzanium.

    - Trichoderma koningii.

    Se gli organi legnosi risultano pesantemente compromessi dalla malattia, il rimedio migliore e più efficace è quello di procedere all'estirpazione dell'intera pianta, avendo cura di disinfettare il terreno con prodotti rameici o con fumiganti gassosi.

    Ringraziandola della domanda e rimanendo a disposizione per monitorare l'evoluzione della situazione la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Come si chiama questa pianta?

    Come si chiama questa pianta?

    Francesco di Correggio RE chiede:

    Salve, mi sapete dire che pianta è quella in foto? Grazie
    Gianluigi_Burdisso
    Risponde l'esperto
    Gianluigi Burdisso

    Prunus, susinoBuongiorno Francesco,
    Mi baso solo sulla foglia perché L'altra foto è poco chiara.

    Non vedendo il fiore potrebbe trattarsi di una pianta del genere Prunus, un susino in buona sostanza.


    Buon lavoro!

    Gianluigi Burdisso

  • Esiste qualche Susino resistente al bozzacchione ?

    Amedeo di Baselice chiede:

    Esiste qualche Susino resistente al bozzacchione ? In attesa, grazie per la cortese risposta.
    Gianluigi_Burdisso
    Risponde l'esperto
    Gianluigi Burdisso

    Buonasera Amedeo,
    Ci scusiamo per il ritardo nella risposta.

    Al di fuori della lotta chimica oggi in commercio non esistono piante di Susino resistente ai bozzacchioni.

    Cordiali saluti

    Gianluigi Burdisso

  • Queste specie di susino sono autoincompatibili? Se si quali sono gli impollinatori?

    Federico di Salerno chiede:

    Salve vorrei cortesemente sapere le seguenti specie di susino sono autofertili o autoincompatibile : boccone del re, meschina bianca e meschina nera ed infine la pappagona. Se sono autoincompatibile vorrei sapere i relativi inpollinatori per vederle a frutto. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Sig. Federico,
    chiedo scusa per il ritardo della risposta ma ho cercato delle tabelle che mi dessero una risposta sicura al suo quesito.
    Purtroppo non esistono tabelle che chiariscano se le varietà da lei menzionate siano autoimpollinanti o meno , la mia esperienza mi dice che nel dubbio il miglior impollinatore è il susino selvatico o mirabolano che ha una fioritura abbondante e prolungata perchè compatibile dal punto di vista genetico sia con i susini  europei e  che i cinogiapponesi.
    Per le due meschine da lei citate per quanto mi concerne dovrebbero essere parzialmente autocompatibili.
    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Che tipo di susino abbinare al President per l'impollinazione?

    Loris di Verona Italia chiede:

    Buongiorno, ho un susino President di dieci anni che produce fiori che poi perde... Rimangono solo una decina di frutti.. Credo serva un'impollinatore, quale susino dovrei abbinare? Potrebbe andar bene il susino Renclod Althan? Cordialità e grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Buongiorno Gentilissimo Signor Loris.

    Le confermo proprio che la varietà di susino europeo (Prunus domestica) da lei indicata come President, è una specie autoincompatibile.

    Autoincompatibile significa che il polline del fiore di questa varietà non riesce a fecondare fiori diversi della stessa e di conseguenza ad autoimpollinarsi.

    È necessario per questo porre nel frutteto degli impollinatori di specie diverse, capaci di favorire l'impollinazione incrociata operata principalmente dalle api, allo scopo di produrre in questo caso susine.

    Il fatto che molte specie e varietà da frutto, siano autosterili o autoincompatibili a livello naturale, non è una casistica negativa, ma bensì positiva perché in questo modo queste piante ricevendo il polline da altre diverse hanno la possibilità di incrementare la loro variabilità genetica in maniera tale da consentirgli di essere più resistenti agli stress ambientali e ai parassiti.

    Ovviamente per il frutticoltore, questo comportamento fiorale non è positivo, perché si traduce in una non produzione e quindi nella necessità di porre impollinatori che fanno aumentare i costi d'impianto.

    Nel caso della varietà President, gli impollinatori migliori sono le varietà Empress e Stanley e non la Renclod Althan come da lei indicato.

    Ringraziandola della sua domanda, le porgo distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia