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Vite: Scopri le risposte dei nostri esperti

Leggi qui sotto tutte le domande sull’argomento e le risposte date dai nostri Esperti di Giardinaggio. Guarda i titoli qui sotto elencati e clicca sul titolo che più si avvicina all’argomento di tuo interesse. Una volta cliccato sul titolo potrai leggere, per intero, sia la domanda dell’appassionato che la risposta del nostro Esperto.

Buona lettura!

Scegli l'argomento di tuo interesse:

  • Vite a spalliera: posso inserire dell'uva da tavola?

    Gioacchino di Terlizzi (Bari) chiede:

    Gentilissimo Esperto, premessa la mia poca esperienza e preparazione in quanto coltivo un piccolo vigneto a spalliera con metodo guyot delle qualità Lavalleé e Baresana, in modo molto amatoriale, le chiedo se, dovendo effettuare dei rimpiazzi è possibile inserire delle piante di uva da tavola del tipo Italia, Red Globe, Regina, Pizzutello, Black Magic, Victoria, Crimson Sedless o altre varietà notoriamente coltivate a tendone. Crede sia un esperimento possibile? Quale varietà di uva da tavola mi consiglierebbe prediligendo uve comunque dolci ad acino croccante e di buona resistenza a patologie della vite? Il mio vigneto è in zona leggermente collinare in località Ruvo di Puglia.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Gioacchino,

    tutte le varietà menzionate mi sembrano valide. Per la mia esperienza la Red Globe e la Black Magic sono un po' più appariscenti, ma alla fine si tratta di gusti personali.

    Per quanto riguarda la potatura il problema si pone con qualsiasi varietà per cui si potrebbero cercare delle barbatelle innestate su portainnesti più deboli così che avendo meno vegetazione si adattano meglio al guyot.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Foglie delle viti diventate rossastre: come mai?

    Foglie delle viti diventate rossastre: come mai?

    Gabriele di Agrigento chiede:

    Salve, in questo inverno alcune piante hanno assunto questa colorazione. Che cosa può essere? Ho avuto anche alcune piante con clorosi. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Gabriele,

    direi che si tratta di una reazione al freddo.

    Alle volte la carenza di alcuni minerali dà una colorazione rossastra ma non mi sembra questo il caso.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Acini d'uva con strani segni che non vanno via: cosa sono?

    Aline di Aosta chiede:

    Buongiorno. Ho notato dei pattern circolari e a spirale su alcuni acini di uva. Questi pattern non scompaiono lavando l'uva o grattando la superficie con l'unghia di un dito. Non recano un particolare fastidio estetico, ma solo per curiosità mi chiedevo cosa sono e come si formano. Grazie.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Aline,

    molto curiosa la tua foto!

    Probabilmente si tratta di cicatrici lasciate da un abbassamento di temperatura o da un parassita quando gli acini erano più piccoli, un ingrossamento della buccia abbastanza interno per cui gli acini non si sono lacerati ma solo inspessiti.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Si potano prima le viti vecchie o quelle giovani?

    Gabriele di Agrigento chiede:

    Si potano prima le piante vecchie o quelle giovani?
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Gabriele.

    Per quanto riguarda la potatura, è indifferente il periodo tra potare piante giovani o potare piante vecchie. Il periodo migliore per la potatura della vite va dalla fine di gennaio fino alla metà di febbraio. Ovviamente il periodo è indicativo e deve tenere conto delle condizioni climatiche, ma i mesi più opportuni sono quelli su indicati.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Talee vite di Lambrusco: serve innesto?

    Ettore di Modena chiede:

    Buongiorno, ho eseguito delle talee prelevando dei tralci da una vite avviata e proficua di Lambrusco Salamino. Premetto che non so se in passato questa vite sia stata innestata. La mia domanda è: otterrò delle nuove viti proficue come la madre o era necessario eseguire un innesto? Più in generale come faccio a capire quando sia necessario un innesto e quando posso farne a meno?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Ettore,

    normalmente le talee di vite danno buoni risultati produttivi perchè, prima dell'avvento della filossera, le viti non si innestavano, ma si moltiplicavano da talea.

    Il problema nasce dal fatto che esiste la filossera che prima o poi arriverà ad attaccare le radici della talea portando la pianta a morire.

    Sono state fatte delle prove da alcune università per verificare se ancora oggi questo problema esista ed è stato verificato che la filossera resta un problema ancora presente per le viti europee per cui l'innesto resta la soluzione risolutiva del problema.

    Le uniche viti che si possono moltiplicare per talea sono vitigni di origine americana come l'uva fragola e varietà similari.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Viti resistenti alle malattie: servono impianti specifici?

    Marco di Scarlino GR chiede:

    Buongiorno, per le viti resistenti alle malattie, ho visto il video su youtube, vanno adottati impianti specifici o vanno bene tutti i tipi? Le viti vanno annaffiate regolarmente? Se vicino ci sono viti classiche che vanno trattate è nocivo per quelle non trattabili o non importa? Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Marco.

    Per quanto riguarda la resistenza della vite alla principali patologie non servono impianti specifici. Non tutte le varietà sono adatte alla resistenza alle malattie.

    Si può indurre resistenza alle malattie, per esempio utilizzando dei portinnesti specifici che inducono resistenza alla varietà innestata. Oppure ricorrere all’impiego di varietà antiche più rustiche e resistenti alle malattie.

    Per quanto riguarda l’irrigazione è fondamentale al momento dell’impianto e nei primi due anni di impianto. Poi per gli anni successivi non è fondamentale irrigarle regolarmente e per le viti da vino l’irrigazione deve avere soltanto una funzione di soccorso, cioè da ricorrere soltanto in caso di prolungata carenza idrica.

    Per le viti da tavola, invece, l’irrigazione è una pratica da adottare regolarmente per garantire una buona produzione e la formazione di acini di grandi dimensioni.

    La distribuzione di prodotti antiparassitari su vite classiche o moderne può avere un effetto di deriva del prodotto su quelle resistenti, ma non è nocivo se si impiegano prodotti di copertura (rame e zolfo). Diverso è invece se si impiegano prodotti sistemici, che possono avere sempre per effetto deriva sulle viti resistenti e in quel caso ci possono essere effetti tossici.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Come innestare marza di moscato su portainnesto paulsen?

    Guido di Chieti chiede:

    Come fare per innestare una marza di moscato bianco su portainnesti 1103 Paulsen? Cioè: il portainnesto deve essere già messo a dimora in un vaso e successivamente si effettua l'innesto? In che periodo dell'anno è opportuno effettuare le suddette operazioni?
    Risponde l'esperto

    Buongiorno Guido,

    per effettuare l’innesto della marza di Moscato Bianco su portinnesto 1103 Paulsen della vita, il portinnesto va allevato in vaso o in pieno campo per almeno due anni, affinché questo possa avere un diametro tale da poter effettuare l’innesto a marza.

    Passati i due anni quando il diametro del portinnesto è ottimale, può procedere all’innesto a spacco con la varietà selezionata.

    Il periodo migliore per effettuare l’innesto a marza è compreso tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo prima della ripresa vegetativa, quando la pianta si dice è in succhio e quindi la corteccia del portinnesto si stacca più facilmente per ricevere la marza.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Vitis vinifera: è vietato tenerla sul balcone?

    Vitis vinifera: è vietato tenerla sul balcone?

    Igor di Olgiate Olona (VA) chiede:

    Buongiorno! Volevo sapere se esiste una legge che vieta di tenere sul proprio balcone del condominio una pianta della famiglia Vitaceae (Vitis vinifera), che non va oltre il balcone e non cresce sul muro esterno della casa. Grazie, Cordiali Saluti. Igor
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Igor.

    Che io sappia, ad oggi non esiste nessuna legge in grado di vietare di tenere in un balcone condominiale una pianta come la vite, che come noto essendo una liana sarmentosa, è in grado di svilupparsi e arrampicarsi agevolmente laddove trova dei sostegni.

    L’unica cosa che in questo caso Lei può fare, è quella di chiedere al suo condomino di eseguire delle operazioni di potatura verde che si fanno in questo periodo, come la cimatura, la sfemminellatura e la spallò natura che hanno come scopo quello di contenere il vigore vegetativo della pianta ed evitare che questa vada ad invadere troppo altri spazi.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

     

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Innesti a occhio su portainnesto di vite americana Paulsen: quando farlo?

    Alessandro di Giarre (CT)/Italia chiede:

    Vorrei eseguire degli innesti a occhio su portainnesto di vite americana Paulsen 1103 età uno/due anni. Zona geografica Sicilia pendici dell'Etna livello del mare circa 300/350 metri. C'è una certa escursione termica tra la notte e il giorno. Secondo lei in quale periodo dell'anno è meglio eseguire il tipo di innesto precedentemente citato? Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Alessandro, 
    non riesco ad essere di aiuto perchè nella mia esperienza non ho mai neanche sentito dire di innesti a gemma su vite.
    Durante la stagione vegetativa ho fatto e visto fare innesti per approssimazione oppure una specie di spacco inglese con legno maturo con ottimi risultati.
    Altrimenti non so.

    Cordiali Saluti
    Samuele Dalmonte

  • Ceppi di vite non hanno fiorito: si riprenderanno?

    Antonio di Taviano chiede:

    L'anno scorso nessuno nella mia zona ha potuto vendemmiare e questo anno molti ceppi di vite non hanno fiorito, vorrei sapere se c'e speranza che si riprenderanno.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Antonio.

    Molto probabilmente, le piante di vite di cui mi parla sono state attaccate da virosi che oltre a rallentare la crescita della pianta, possono comprometterne anche la fioritura.

    Addirittura in alcuni casi, le piante possono germogliare normalmente e improvvisamente andare incontro alla morte per disseccamento fogliare. In questo caso specifico oltre ai virus sono intervenuti anche dei patogeni vascolari che vanno ad occludere i casi linfatici della pianta provocando la morte improvvisa di essa.

    Per quanto riguardano le virosi, la loro lotta è sempre di natura preventiva e non sempre è facile contrastarle quando hanno attaccato la pianta.

    I patogeni vascolari che nella maggior parte dei casi sono di natura fungina, di solito si diffondono quando il clima risulta umido e soprattutto quando c’e del ristagno idrico nel suolo. In questo caso si può intervenire facilmente non solo impedendo il ristagno idrico ma cercando di adottare dei sistemi di lotta agronomica tali da impedire l’accumulo di umidità nella zona vegetale e al colletto della pianta.

    La ripresa della pianta dipenderà molto dalla sua capacità di reazione nei confronti dei patogeni e soprattutto in base al grado di attacco che gli è stato causato.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • È un ramo di vite quello in foto?

    È un ramo di vite quello in foto?

    Luca di Treviglio chiede:

    Buongiorno, si tratta di un ramo di vite? Grazie a chi mi può rispondere
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Luca.

    Le confermo che si tratta di un tralcio di vite, perché come ben si nota si vede un piccolo germoglietto un po’ arrotolato nella parte bassa dove è stato fatto il taglio e questo non è altro che la tipica forma di sviluppo e crescita dei germogli dei tralci di vite. Prima sono arrotolati, poi si distendono e si allungano.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Barbatelle di uva prosecco: in quanto vanno a foglia?

    Mario di Puerto Plata Rep. Dominicana chiede:

    In quanto tempo le barbatelle di uva prosecco vanno a foglia?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Mario,

    non c'è un tempo che le piante devono rispettare per iniziare a vegetare, perchè occorrono diverse condizioni che devono essere tutte soddisfatte contemporaneamente, cioè una temperatura notturna superiore ai 7 gradi, un terreno che abbia il giusto grado di umidità ed un'esposizione al sole di diverse ore.

    Per cui di solito in aprile incominciano a vegetare ma se le piante sono state piantate in una zona al riparo dal sole possono germogliare anche con un mese di ritardo oppure se soffrono di siccità resteranno in attesa di una pioggia o di un irrigazione.

    Spero di aver risposto in modo soddisfacente.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Vigneto con viti tagliate ma con germogli: possono essere produttive?

    Giovanni di Sezze chiede:

    Ho comprato un vecchio vigneto, alcune viti erano state abbandonate e tagliate a pari terra probabilmente perché non più produttive, però ci sono ancora dei germogli, sarebbe possibile che tornino ad essere produttive se curate? Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Giovanni,

    rimettere in produzione un vecchio vigneto dipende da diversi fattori.

    Se le piante rimaste sono in buone condizioni o lo possono diventare ritornando a coltivarle in modo adeguato può valere la pena, ma bisogna anche dire che un vigneto quando ha superato i 30-35 anni comunque di solito diventa meno produttivo per cui vale la pena rifare tutto così si riesce a pianificare tutto meglio.

    Ma dipende anche da una valutazione economica e dal vitigno presente se continuare o meno.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Diserbante: quando usarlo nelle viti e nell'orto?

    Gio di Calcinato chiede:

    Salve, vorrei sapere quanto è consigliabile l'uso del diserbante nel vigneto e nell'orto in genere. Magari sono fisime dato che sul mais non se ne risparmia l'uso (più che mai necessario).
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Gio.

    L’utilizzo dei diserbanti, in particolar modo i disseccanti totali utilizzati attualmente e più diffusamente, come il gliphosate, a mio parere le consiglierei di utilizzarne il meno possibile o addirittura non impiegarne del tutto.

    Nei vigneti industriali di solito si opera con un inerbimento e/o lavorazione sull’interfila e diserbo sulla fila. Tuttavia, nei piccoli vigneti, abolirei del tutto l’impiego del diserbo sulla fila, facendo un inerbimento totale.

    Questo perché l’impiego del gliphosate ha un impatto negativo e tossico sull’ambiente intesa come salute delle piante, del suolo e anche sull’uomo. Ci sono molti studi in merito a questo, che vorrei citarglieli ma che potrebbe approfondire tranquillamente guardando anche video di sensibilizzazione in merito.

    Il mio consiglio: cerchi di non usare il diserbante e nel suo vigneto e orto cerchi di rispettare l’ambiente, ricorrendo a metodi più rispettosi e naturarli possibile.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Vite cabernet cortis: quali sono i porta innesti più vigorosi?

    Vincenzo di Trieste chiede:

    Le mie viti di cabernet cortis presentano il portainnesto con un diametro molto inferiore rispetto alla vite soprastante. Questo vuol dire che il portainnesto è poco vigoroso? Quali sono i porta innesti più vigorosi?
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Vincenzo.

    Il fatto che il portainnesto della vite sia cresciuto in maniera minore della varietà sovrastante non significa che è meno vigoroso, ma semplicemente che ha avuto una crescita inferiore rispetto a quello che dovrebbe essere.

    In questi casi infatti, prende il sopravvento la marza e quindi si vengono a perdere alcune caratteristiche che il portinnesto poteva conferire alla varietà sovrastante.

    Tra i portainnesti più vigorosi per la vite, le ricordo.

    1. Kober 5BB.
    2. SO4.
    3. 1103 Paulsen.
    4. 110 Richter.
    5. 140 Ruggeri.
    6. 775 Paulsen.
    7. 779 Paulsen.
    8. Rupestris du lot.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Clematide e pisello odoroso: possono stare in un unico vaso?

    Susanna di Pisa chiede:

    La clematide e il pisello odoroso possono stare insieme in un grosso vaso?
    Alberta_Ballati
    Risponde l'esperto
    Alberta Ballati

    Buongiorno Susanna,

    il pisello odoroso è un'erbacea annuale, mentre la clematide è perenne, penso possano coesistere nel periodo primaverile/estivo.

    Alberta Ballati

  • Innesti vite: meglio eseguire il taglio del ceppo qualche giorno prima?

    Francesco di Adelfia Bari chiede:

    Gli innesti della vite, effettuati in marzo inoltrato, al fine di evitare il fallimento a causa dell'affogamento, sarebbe opportuno eseguire il taglio del ceppo tre o quattro giorni prima dell'esecuzione?
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Francesco.

    Io non taglierei il ceppo 3/4 giorni prima di fare l’innesto perché così facendo c’e il rischio che il ceppo secchi e quindi diventi più difficoltoso eseguire l’innesto.

    L’innesto va fatto al momento del taglio del ceppo, cercando di inserire la marza nella corteccia del portinnesto, ricoprendola o con del mastice cicatrizzante, oppure con della plastica tenendolo all’interno della sabbia umidificata per incrementare le probabilità di attecchimento.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Vite: come capire l'estensione delle radici?

    Gio di Calcinato chiede:

    Si dice che la chioma di una pianta dia l'idea di quanto sia estesa la radice sotto terra, ma per la vite chiaramente non può essere vero: c'è un metodo per capire quanto estese possano essere le radici di una vigna?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Gio,

    L'idea che le radici rispecchiano la forma della chioma degli alberi è nata durante l'illuminismo in cui si pensava che la natura fosse perfetta nelle sue leggi e regole e che quindi le piante rispettassero appunto tutto questo, ma le ricerche successive hanno appurato che ogni specie ha la sua forma radicale che viene influenzata dal clima, dalla natura del terreno e, nel caso di piante coltivate, dalle cure che la pianta riceve durante tutta la sua vita, come le potature influenzano la forma della chioma.

    Nel caso delle viti, a seconda che il terreno sia stato lavorato, le radici saranno più o meno profonde e nel caso di lavorazione costante probabilmente saranno più numerose lungo il filare e meno tra le file ed in più esistono 4/5 portainnesti delle viti che hanno ognuno un sistema radicale differente.

    Se le viti sono vecchie probabilmente avranno alcune radici più importanti che andranno più in profondità e molte altre radici più sottili che occuperanno la parte superiore del terreno.

    In ogni caso direi che è impossibile sapere come sono disposte le radici perchè di fatto ogni pianta risponde a dei criteri individuali e quindi si può solo stimare la forma con cui si sono disposte nel terreno.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Vigna: come eliminare l'acacia torrida?

    Lorena di Sardegna chiede:

    Come posso eliminare l'acacia torrida dalla mia vigna? Senza usare prodotti inquinanti.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Buongiorno gentilissima Lorena.

    L’acacia è una pianta invasiva e infestante. Tagliarla non serve a niente, perché attraverso le radici riscoppia e vegeta più forte di prima.

    Qualora infatti si voglia toglierla eliminandone le radici, basta che rimanga anche un residuo nel terreno affinché questo sviluppi di nuovo la pianta, perché questa specie ha la capacità di produrre delle radici trasformate, chiamate rizomi, che fanno da organo di propagazione.

    Se lei non vuole utilizzare prodotti chimici, l’unico rimedio è asportarla direttamente dal terreno, avendo cura di non lasciare nessun residuo di radice nel suolo. Solo così avrà modo di liberarsi di questa specie invasiva.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Viti nere e tralci secchi: cosa succede?

    Gio di Calcinato chiede:

    Alcune vigne, che hanno avuto i grappoli seccati nella stagione passata, si presentano nere come se fossero state aggredite dal fuoco, ma all'interno sono verdi. L'aspetto è davvero orrendo e diversi tralci sono secchi, ma germogliano e portano anche frutto. È una malattia?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Gio,

    probabilmente si tratta di rami che sono stati colpiti da fumaggine che colora di nero le parti su cui si insedia ma non attacca i tessuti interni.

    Significa che ci sono stati degli afidi che hanno prodotto della melata su cui si è insediata la fumaggine.

    Occorre dare un po' di rame a fine stagione per impedire la diffusione che se diventa eccessiva può dare qualche problema nella crescita dei nuovi germogli.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Potatura a guyot inverso: vite ramificata, cosa fare?

    Gio di Calcinato chiede:

    Poto a Guyot inverso e alcune viti emettono il tralcio migliore, se non l'unico, nel punto più distante. Questo comporta che ogni anno la pianta diventa sempre più ramificata. C'è un rimedio? Grazie.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Gio,

    per evitare che la pianta si ramifichi o si allunghi troppo occorre che, al bisogno, si faccia un intervento sulla struttura, mettendo in secondo piano la produzione, facendo dei tagli più arretrati che vadano a stimolare la formazione di tralci che "svecchino" la pianta e che la struttura ritorni più corta.

    Una sorta di taglio di ritorno, anche se non è corretto dire così perchè altrimenti inevitabilmente nel tempo si modifica la struttura della pianta.

    Occorrerebbe una situazione concreta per spiegare meglio il concetto.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Vite: grappoli che appassiscono sulla pianta, cosa fare?

    Mario di Caravaggio chiede:

    Curo un giardino con varie piante con successi ed insuccessi. Tra gli insuccessi vi sono 4 piante di viti che, opportunamente potate da esperti, danno dei bei grappoli al momento giusto ma che non portano a maturazione. Appassiscono sulla pianta e raggrinziscono. Tratto le viti con poltiglia bordolese come consigliato dal consorzio ma senza risultati. Potreste consigliarmi il da farsi, le viti sono a ridosso di una siepe di lauro. Tra siepe e viti vi sono circa 50 centimetri. Grazie per eventuali suggerimenti
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Mario,

    dai sintomi sembra che si tratti di Botritis che con il rame si controlla ma solo in parte.
    Oppure potrebbe essere anche oidio, mi occorrerebbe qualche sintomo in più oppure delle foto.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Come trattare le viti durante il periodo di fioritura che cause piogge si ammalano?

    Giorgio di Calcinato chiede:

    Nella mia zona, durante la fioritura delle viti piove sempre per molti giorni. I prodotti anti fungini pare non debbano essere usati in questo periodo ma poi le piante si ammalano. Quali soluzioni? Io sarei tentato di irrorare con Cupravit anche se non è consigliato. Cosa ne pensa l'esperto?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Giorgio,

    quando le piante sono in fioritura è assolutamente vietato fare trattamenti in quanto ci sono le api che stanno  impollinando. Nel suo caso si può fare un intervento di prevenzione ma sempre prima della fioritura anche perché oltre a far morire le api si andrebbe a rovinare il fiore e quindi la fruttificazione.

    Cordiali saluti
    Samuele Dalmonte

  • Vite americana che ha perso il fogliame in estate: cosa fare?

    Vite americana che ha perso il fogliame in estate: cosa fare?

    Angela di Ferrara chiede:

    Buongiorno questa è una vite americana acquistata questa primavera, con l'estate ha perso il fogliame essiccato dal caldo pur mantenendola annaffiata. Pensavo che in autunno si riprendesse, sui tralci non sono sbocciate nuove foglie. Cosa si può fare?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Angela,

    ormai è arrivato l'autunno per cui occorre pensare a come far ricrescere la pianta la prossima primavera.
    Per cui, giusto grado di umidità nel terriccio (senza eccedere) e a fine febbraio concime con NPK per avere una buona partenza con foglie sane e ben formate.
    Cordiali saluti,

    Samuele Dalmonte

  • Vigneto con piante che hanno prodotto uva non dolce e altra è seccata: come mai?

    Giorgio di Calcinato chiede:

    I tralci del mio vigneto sono rimasti verdi, alcuni verso l'apice altri tutti interi, non si tratta di flavescenza, le foglie non sono accartocciate e il tralcio non è molliccio. E' stata un'annata non buona anche per gli altri vigneti della zona, l'uva è seccata sulla pianta diventando nera e quella raccolta non aveva molto zucchero. Solo il (mal) tempo è la causa?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Giorgio,
    io direi di sì, perchè l'eccesso di pioggia normalmente produce questi effetti nella vite.
    Consiglio un trattamento con solfato di rame dopo la potatura che stimola i tralci di vite a lignificare. 

    Samuele Dalmonte

  • Uva fragola che ha perso i frutti prima di maturare: cos'è successo?

    Uva fragola che ha perso i frutti prima di maturare: cos'è successo?

    Paride di Cesena (FC) chiede:

    Ho un piccolo filare di uva fragola purtroppo esposto a nord, che prende sole un po’ al mattino e tardo pomeriggio, comunque fino a quattro anni fa aveva sempre dato buoni frutti seppur abbastanza avanti in autunno. Da allora tutto procede bene sino a fine luglio poi al momento del probabile inizio invaiatura, tutto si ferma e l'uva non giunge a maturazione. Ho sempre usato una buona concimazione e mai nessun trattamento. Allego foto della vite come era ancora a metà settembre dopo di che è andata appassendo senza maturare. Che posso fare il prossimo anno? Grazie 1000. Paride, Cesena
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Paride,

    anche se teoricamente l'uva fragola non si ammala di peronospora possono capitare situazioni favorite dal clima in cui anche l'uva fragola si ammala, come invece è capitato a lei.

    Tra i funghi che colpiscono la vite non esiste solo la peronospora ma anche la botrite che può attaccare i grappoli che si rinsecchiscono per cui il mio consiglio è di non concimare più le piante e dare un pò di solfato di rame verso settembre quando il caldo non è più forte.
    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Trattare l'uva fragola e le altre viti con i prodotti per le vigne è dannoso?

    Giorgio di Calcinato chiede:

    Vorrei sapere se trattare l'uva fragola e le altre viti "resistenti" con i prodotti per le vigne comuni può recare danno. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Giorgio,

    fatto salvo il fatto che magari 1/2 trattamenti all'anno potrebbero essere utili comunque direi che non si fa danno ma si spreca tempo e si immette nell'ambiente una sostanza, il rame, che comunque è un inquinante chimico poiché il rame è un metallo pesante come il piombo o il mercurio che non è assorbito dall'ambiente se non dopo diversi anni.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Viti e uva: posso innestare il Gaglioppo sul Fragolino?

    Pasquale di Isola di Capo Rizzuto chiede:

    Salve, vorrei fare un piccolo vigneto di 300 viti. Il mio terreno è molto sabbioso, sotto i quaranta centimetri c'è roccia morbida (tufo). Vorrei sapere se posso innestare il gaglioppo o qualsiasi varietà sul fragolino, visto che sono in una zona di mare, perché la pianta di fragolino cresce gigantesca ed è sempre in buona salute.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Pasquale,

    sì, può innestare su viti di uva fragola, ma consideri che appunto avrà viti molto vigorose e che quindi dovrà avere un sesto d'impianto largo e con una potatura "lunga".

    Cordiali saluti,

    Samuele Dalmonte

  • Come spargere correttamente il concime npk nel mio vigneto?

    Paolo di Gonnesa chiede:

    Buongiorno, io seguo su YouTube i vostri video però non ho capito bene una cosa: devo effettuare una concimazione npk al mio vigneto (1000 piante di 25 anni circa) e lo devo fare a mano, ecco il concime come lo devo mettere? Attorno alla pianta a circa 20/30 cm dal tronco oppure sparso nell’interfilare o nell’interceppo un po’ a casaccio? Io pensavo di metterne circa 20 grammi attorno alla pianta ma non vorrei bruciare e perdere tutto il vigneto. Grazie per l’attenzione e per una futura risposta, Paolo
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Paolo,
    un concime complesso che contiene NPK va dato sparso in tutta la superficie che si pensa sia occupata dalle radici perchè se l'azoto si muove nel terreno per cui le piante riescono ad intercettarlo facilmente; il potassio si muove più lentamente ed il fosforo si sposta solo di qualche cm all'anno per cui sarebbe conveniente dopo averlo sparso fare una leggera lavorazione per metterlo il più vicino possibile alle radici.

    Cordiali saluti,

    Samuele Dalmonte

  • Uva fragola che smette di crescere in luglio, avvizzisce e non matura: cosa posso fare?

    Uva fragola che smette di crescere in luglio, avvizzisce e non matura: cosa posso fare?

    Paride di Cesena chiede:

    La mia uva fragola anche se posizionata a nord con sole in prima mattina e a tardo pomeriggio aveva sempre fatto una buona maturazione...ora da almeno 5 anni cresce meravigliosamente fino alla fine di luglio (vedi foto), poi sembra che tutto si blocchi, avvizzisce e stenta a maturare... a fine ottobre raccolgo pochi grappoli e in parte ancora verdi. Che posso fare?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Paride,

    l'uva fragola è esente da peronospora ma non dalle altre malattie della vite. Visto che la pianta è esposta poco al sole si ammala di Botrytis che alla fine dell'estate attacca sia le foglie che i grappoli e non riesce a portare a maturazione l'uva che non si ammala. Valuti lo spostamento della pianta oppure occorre trattare contro il fungo, probabilmente basta il classico solfato di rame.

    Samuele Dalmonte

  • Ramato su viti che hanno foglie seccate e frutti marci: cosa ho sbagliato?

    Matteo di chiede:

    Buongiorno, come mi è stato consigliato da miei colleghi, ho dato il ramato alla mia pianta d'uva una volta alla settimana e tutte le volte dopo una giornata di pioggia. Negli ultimi giorni l'ho dato praticamente una volta ogni 2 giorni visto che piove 1 giorno si e 1 giorno no ma ho notato che le foglie sono diventate piu' opache e con delle venature marroni e tante oltretutto sono rotte. I fruttini all'apparenza sembrano intatti, solo un paio di loro sono seccati e marciti. Vorrei capire se tutto questo è dovuto al fatto di aver esagerato con il ramato o se al contrario devo continuare a metterlo quasi quotidianamente visto la frequenza di pioggia di questo periodo. Ho pensato anche che la situazione possa essere determinata dalla pioggia stessa che essendo pioggia di città è tutt'altro che pulita ma bensì raccoglie tutte le impurità proprio della pioggia' cittadina notevolmente pregna di impurità. Chiedo in sostanza se la situazione è recuperabile visto che, a parte la foglie non troppo belle, i fruttini sembrano abbastanza in buone condizioni. Chiedo cortesemente come continuare a comportarmi con l' utilizzo del ramato o se devo adottare un metodo differente o utilizzare sostanze diverse? Attendo risposta. Grazie. Matteo
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve signor Matteo.
    Dalle foto che lei gentilmente ha allegato, si nota chiaramente un fenomeno di fitotossicità da rame, in quanto se questo anticrittogamico viene dato in dosi errate e in pochi giorni addirittura come ha fatto lei dopo ogni giornata di pioggia, le piante possono subire questo fenomeno tossico.

    Tenga conto che il rame, è si un buon anticrittogamico utile contro la peronospora della vite in questo caso, ma se distribuito in maniera errata può dare problemi di fitotossicità che si manifesta in questo caso con avvizzimenti fogliari, foglie opache con venature scure, disseccamento dell'infiorescenza e un altro fenomeno chiamato prezzemolatura. Si chiama prezzemolatura perché le foglie tendono ad assumere una forma a prezzemolo con molti lobi e insenature.

    Quello che vorrei consigliarle per le prossime volte soprattutto in periodi piovosi intanto di non dare rame ogni volta che piove per non provocare fitotossicità, ma soprattutto di orientarsi verso l'uso di poltiglia bordolese alcalina che a differenza di quella neutra ha la capacità di aderire meglio alle superfici vegetali e di non essere dilavata con la pioggia.
    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Pianta di vite malata con foglie rovinate: come curarla?

    Pianta di vite malata con foglie rovinate: come curarla?

    Giacomo di Chicago - USA chiede:

    Salve, sono Giacomo da Chicago. Vi scrivo perché avrei bisogno d'aiuto. Come vedete dalle foto, la mia vite si sta ammalando. Come curarla? Grazie mille. Giacomo
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Giacomo
    La malattia che ha colpito la sua pianta di vite si chiama Escoriosi, di cui le descriverò i sintomi e gli eventuali metodi di lotta.

    ESCORIOSI DELLA VITE

    (Phomopsis viticola)

    Classe: Deuteromiceti
    Ordine: Diaporthales
    Famiglia: Diaporthacee

    L'escoriosi della vite colpisce soprattutto i giovani tralci, su cui provoca delle vere e proprie escoriazioni o lesioni più o meno profonde da cui prende il nome la malattia (ben visibili dalle foto allegate).
    Sui tralci erbacei giovani si evidenziano delle vere e proprie lesioni che rimangono evidenti e visibili anche dopo il processo di lignificazione. I tralci colpiti diventano scuri e marroni, mentre la corteccia esterna assume una colorazione chiara. Su si essa si formeranno delle pustole nerastre punteggiate che non rappresentano altro che la forma di evasione del patogeno.
    Se le lesioni interessano vaste aree fino ad arrivare quasi alla zona legnosa vicino al cambio, i tralci smettono di vegetare e disseccano completamente o presentano una vegetazione stentata.
    I sintomi sugli altri organi (foglie e grappoli) generalmente non tipici, sono la diretta conseguenza del danno causato ai tralci
    La lotta all'Escoriosi della vite, prevede sia interventi di natura preventiva e agronomica che di natura chimica e diretta

    Lotta agronomica

    Essa si basa prevalentemente su interventi preventivi volti ad evitare il lussureggiamento della vegetazione e ad eliminare le fonti di inoculo del patogeno, come:

    1. Asportare e bruciare i tralci colpiti.
    2. Non effettuare la trinciatura dei sarmenti ma allontanarli dal vigneto e bruciarli.
    3. Evitare la formazione di tralci troppo vicini al suolo.
    4. Evitare l'irrigazione soprachioma.
    5. Impiegare materiale di propagazione certificato.
    6. Favorire una buona circolazione dell' aria nella vegetazione tramite la potatura verde.
    7. Non eccedere nelle concimazioni azotate.

    Lotta chimica

    E' basata sull'utilizzo di prodotti ad azione preventiva come i Ditiocarbammati (es. Mancozeb) da distribuire al momento del germogliamento, oppure attraverso prodotti endoterapici ad azione curativa come Cimoxamil, Fosetil Alluminio da distribuire da soli o in miscela ai Ditiocarbammati.
    Questi trattamenti devono essere anticipati rispetto a quelli contro la peronospora e possono essere eseguiti anche due o tee volte nel corso della stagione con dosi di principio attivo maggiori rispetto a quelli utilizzati per il normale utilizzo.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Viti di uva bianca con foglie ricoperte di macchioline bianche: cosa fare?

    Viti di uva bianca con foglie ricoperte di macchioline bianche: cosa fare?

    Bruno di Magliano Alfieri chiede:

    Salve, ho circa una ventina di viti d'uva bianca, ci sono alcune foglie qua e là come da foto. Che malattia è e che trattamento bisogna fare? Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Bruno.
    Il parassita in questione è un acaro che produce l'Erinosi della vite. Di seguito le descriverò i sintomi e i metodi di lotta.

    ERINOSI DELLA VITE

    (Colomerus vitis)

    Classe: Aracnidi
    Ordine: Acari
    Famiglia: Eriofidi

    L'erinosi della vite è l'acaro più conosciuto e diffuso su tutto il territorio nazionale e soltanto in alcuni casi molti rari provoca danni alle piante se non molto lievi.
    Il parassita si manifesta con l'insorgenza di una bollosità fogliare convessa sulla pagina superiore della foglia, in corrispondenza del quale nella pagina inferiore vi è una zona concava il cui interno è di colore bianco - giallastro ocraceo (come è ben visibile dalle foto), a causa della presenza di peli fitti e spugnosi. La bollosità fogliare è causata da una crescita incontrollata (ipertrofia) dei peli fogliari nella pagina inferiore della foglia a causa dell'attività di nutrizione dell'acaro.

    Gli acari rimangono riparati all'interno di questa fitta peluria. Il feltro biancastro tende ad inscurire e alla fine del ciclo a favorire la necrosi fogliare.
    In alcuni casi l'acaro può colpire anche i grappoli appena formati e i germogli. In questi casi il parassita provoca una crescita abnorme e deformazioni degli organi con presenza di fitta peluria e ammassi feltrosi che alla fine degenerano.

    La lotta specifica contro l'erinosi della vite non trova quasi mai una giustificazione, perché i normali trattamenti che vengono effettuati con acaricidi specifici (es. Endosulfan), sono in grado di controllare la popolazioni di questo acaro.
    Ricordiamo inoltre che i normali trattamenti antioidici a base di zolfo specialmente quello polverulento agendo allo stato gassoso, hanno un'azione specifica nei confronti di questo acaro provocando asfissia.

    Nel caso di attacchi intensi e massivi specialmente sui grappoli, è possibile intervenire specificatamente in primavera con prodotti a base di Bromopropilate.
    Ricordiamo infine che la popolazione di questo acaro, è ben tenuta a bada da dei nemici naturali e quindi utili, da acari predatori della famiglia egli Stigmeidi.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia
  • Quale varietà di vite possiamo innestare in questa zona?

    Quale varietà di vite possiamo innestare in questa zona?

    Gregorio di Roma chiede:

    Salve, abbiamo una casa su due piani, di cui 3 lati su 4 sono scoperti. i piani sono esposti da mattina a sera al sole. La casa si trova a 800 metri di altezza in Petrella Salto. vorremmo piantare una vite del canada, ma non sappiamo a quale corrisponde quella in foto, dato che ci sono molte varianti. cercavamo quella con le foglie più grandi possibili per ricreare lo stesso effetto. in autunno diventano rosse, poi cadono. cosa ci consigliate? Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Gregorio.
    Delle due foto la vite del Canada corrisponde alla secondo foto allegata. Esiste anche una forma con foglie più grandi che ha un effetto coprente maggiore rispetto ad altre varietà. Tenga conto però che coprire eccessivamente di vegetazione il muro di una casa può avere degli effetti non positivi sulle qualità del cemento e calce del muro incrementando l'umidità a favorendo fenomeni di marcescenza della stessa pianta.

    Le consiglierei certo di scegliere la varietà a foglie larghe e più grandi, ma allo stesso tempo non tenga le piante troppo ammassate per evitare un eccesso di vegetazione che potrebbe avere effetti non positivi sia sulle piante con sviluppo di parassiti che sul muro stesso. Ringraziandola della domanda la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Frutti vite americana che non maturano

    Frutti vite americana che non maturano

    Stefano di Erba chiede:

    Buongiorno, ho da 17 anni questa pergola di vite americana nera. La pergola è alta 2,5 metri, larga 1,5 metri e lunga 10 metri. Da sempre i grappoli mostrano una maturazione incompleta come visibile nelle foto. Gli acini che non maturano restano sempre verdi mentre quelli che maturano, se si prova a lasciare il grappolo in pianta fino all'impossibile poi, come è naturale, cadono. A farla breve, non ho mai colto un grappolo con tutti gli acini neri. Perché? Gli acini maturi sono buonissimi. C'è qualcosa che si può fare perché i grappoli maturino completamente oppure mi devo rassegnare perché è una caratteristica dell'uva? Grazie e cordiali saluti. Stefano.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Stefano.

    Quella che lei chiama con il nome di vite americana, corrisponde dal punto di vista botanico all'Uva Fragola (Vitis labrusca), varietà a bacca nera

    L'Uva Fragola, è l'unica specie tra le viti americane ad essere utilizzata per la produzione del frutto, perché le altre (Vitis Riparia; Vitis Berlandieri; Vitis Rupestris), vengono utilizzate come portinnesti della Vite Europea (Vitis vinifera).

    La vite americana di distingue dalla vite europea, perché quella americana ha le foglie più rotondeggianti, pelose, con semi peziolari meno infossati o non evidenti e bacche di pezzatura più grande.

    Perchè la vite americana non matura completamente?

    Venendo al suo problema in cui lei lamenta una maturazione incompleta delle bacche di uva fragola come è ben evidente dalle foto allegate, è necessario fare una distinzione perché le cause che possono determinare questo fenomeno sono due e vanno analizzate separatamente.

    1) Il diverso colore degli acini, può essere dovuto al fatto che l'uva si trova nella fase d'invaiatura in cui si assiste al cambiamento di colore della buccia esterna del frutto. Questa fase fenologica avviene proprio nel mese di agosto. E in questo caso è facile notare la presenza all'interno dello stesso grappolo, di acini di diverso colore.

    Se questa diversità di colore è dovuto al fatto che la pianta si trova in fase d'invaiatura, allora in questo caso sarà necessario attendere il normale protrarsi della fase fenologica, affinché avvenga il completo cambiamento di colore del frutto fino ad arrivare alla sua maturazione.

    Foto frutti vite americana uva fragola2) Il diverso colore degli acini, può essere dovuto al fatto che essendoci una vegetazione troppo fitta con molte foglie e tralci, si viene a creare un ambiente poco illuminato che impedisce alla luce di penetrare in maniera corretta all'interno della vegetazione e favorire una maturazione uniforme degli acini.

    In questi casi, è necessario operare delle sfogliature o togliere tralci in più della sua vite americana (o uva fragola), in modo da favorire una penetrazione più uniforme della luce solare all'interno della vegetazione e far si che gli acini maturino in maniera regolare. 

    In alternativa può operare anche il diradamento dei grappoli in eccesso, perché quando i grappoli sono troppi la pianta non riesce a distribuire le sostanze nutritive assimilate in maniera regolare agli acini, dando maturazione irregolare.

    Da quanto però lei mi ha descritto in maniera egregia, facendomi presente che si tratta di una vite allevata a pergola e che anche negli anni scorsi la pianta presentava la stessa problematica, deduco che non si tratta dell'invaiatura, ma bensì di una maturazione irregolare a causa della scarsa penetrazione all'interno della vegetazione, tenendo conto che le viti allevate a pergola ne sono più facilmente soggette.

    Quindi per rendere più regolare la maturazione dell'uva, oltre che operare delle sfogliature ed eliminare i tralci in eccesso, dovrà operare anche un diradamento dei frutti al fine di garantire un'accurata illuminazione dei grappoli e una ripartizione più equilibrata dei nutrienti all'interno delle bacche.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Periodo migliore per innestare la vite?

    Ferdinando di Fermo (FM) chiede:

    Desidero conoscere: per innestare una vite, con innesto manuale a spacco o meccanizzato a V, qual è il periodo migliore? Alcuni dicono nei mesi di ottobre o novembre periodo di riposo vegetativo, per cui non si ha fuoriuscita di linfa, oppure febbraio? Grazie e cordialità.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve signor Ferdinando.

    per l'innesto manuale e/o meccanico a omega (non a V), innesto a spacco o a marza come dir si voglia, il periodo migliore per eseguirlo non è l'autunno quando le piante vanno in riposo vegetativo, ma tra la fine di febbraio e il mese di marzo prima dell'apertura delle gemme. 

    Tutto questo semplicemente perché prima che le piante entrino di nuovo in attività vegetativa primaverile, le radici già circa 40 giorni prima attraverso la fase del pianto tendono a spingere la linfa grezza verso l'alto. 

    Questa condizione non solo favorisce un miglior attecchimento dell'innesto, ma al tempo stesso agevola la saldatura e il collegamento dei fasci conduttori del portinnesto con la marza.

    Per questo motivo il periodo migliore per l'innesto vite ed eseguire l'innesto a spacco o a marza della vite, è tra la fine di febbraio e il mese di marzo.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Innesto vite: alcuni accorgimenti

    Ferdinando di Fermo (FM) chiede:

    Quando si innesta una vite, prevalentemente a spacco, si ha una inarrestabile fuoriuscita di linfa, che compromette sempre l'attecchimento dell'innesto, nonostante l'applicazione del mastice. Oltre l'avvertenza di eseguirli in luna calante, esiste qualche rimedio?
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Ferdinando.

    Come ha già indicato nella sua domanda, una delle precauzioni è proprio di eseguire l'innesto a spacco o a marza della vite preferibilmente a luna calante, perché in questa fase l'apice del germoglio dei rami richiama meno linfa ascendente dalle radici verso l'alto e quindi si limita al minimo la perdita di liquidi dallo spacco dell'innesto per favorirne il suo attecchimento.

    Ma come ha già detto lei spesso non basta.
    Per questo è necessario intervenire con altri accorgimenti per limitare la perdita di linfa e migliorare l'attecchimento dell'innesto. Vediamo qui sotto cosa fare.

    Innesto vite

    Per prima cosa è necessario eseguire l'innesto delle viti non nella primavera inoltrata quando l'ascesa della linfa e il fenomeno del pianto è intenso, ma tra la prima settimana e la metà di febbraio quando il fenomeno del pianto è ridotto e quindi risulterà minore la perdita di liquido dallo spacco dell'innesto.

    Per seconda cosa è necessario sostituire al mastice, per coprire e favorire l'attecchimento dell'innesto, l'utilizzo della paraffina a caldo la quale oltre a favorire la veloce cicatrizzazione della ferita e migliorare l'attecchimento dell'innesto, limita molto la perdita di liquidi dalla ferita provocata, riducendo di fatto il fenomeno del pianto proprio in quel punto.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Cosa sono queste macchioline grigie sulle mie viti?

    Cosa sono queste macchioline grigie sulle mie viti?

    Achille di Oricola -AQ- chiede:

    Buongiorno, a completamento del precedente quesito del 5/4/2017 invio, le foto delle viti che presentano macchioline grigie sulle mie viti. Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve di nuovo signor Achille.
    Ringraziandola delle foto allegate che ha inviato, a seguito della precedente 
    domanda, le comunico che si tratta di:

    COCCINIGLIA NERA DELLA VITE
    (Targionia vitis)

    Ordine: Rincoti.
    Famiglia: Diaspididi.

    Si tratta di una specie di cocciniglia estremamente polifaga, la quale oltre alle piante di vite attacca anche altre specie arboree d'interesse forestale e/o arbustivo (es. leccio, faggio, corbezzolo e platano).
    Sulle piante della vite attacca principalmente gli organi legnosi come il tronco e i tralci (come da foto allegate).
    A volte è difficile notarla, in quanto presenta un colore grigio - scuro, che le permette di mimetizzarsi facilmente con il legno, oltre a nascondersi al di sotto della corteccia della pianta.

    Il danno di questo insetto, è causato dall'attività trofica di sottrazione della linfa attraverso le punture causate dal suo apparato pungente succhiante, a cui può seguire anche la trasmissione di malattie (es. virosi).
    In primavera, le forme giovanili dell'insetto (neanidi) essendo mobili, si muovono lungo le nervature della pagina inferiore della foglia. Nella fase finale del loro sviluppo, si spostano a livello della corteccia dei tralci e del fusto diventando adulte, immobili e concentrandosi in colonie attorno all'organo colpito.

    Nel caso di attacchi forti e molto gravi, le cocciniglie possono ricoprire completamente la quasi totalità del tralcio, determinando oltre alla sottrazione di linfa, un deperimento generale della pianta, caduta anticipata delle foglie preceduta ingiallimenti e necrosi fogliari, scarso sviluppo dei 
    tralci e ritardi nella maturazione delle uve.

    La lotta alla cocciniglia nera della vite, può essere:

    a) Agronomica.
    b) Chimica.

    a) La lotta agronomica, è basata nell'eliminazione meccanica del parassita attraverso lo scortecciamento della parte infestata la quale andrà opportunamente bruciata, oppure attraverso la spazzolatura dei tronchi con attrezzi specifici (es. striglia meranese), da eseguire durante l'inverno.

    b) La lotta chimica viene eseguita in primavera nel caso di forti attacchi, soprattutto contro le forme giovanili e mobili dell'insetto. 
    Questa è basata sul ricorso all'utilizzo degli oli minerali attivati attraverso l'impiego di prodotti a base di fosforganici (es. Dimetoato).

    Ringraziandola della domanda precedente e delle foto allegate e rimanendo a 
    disposizione per risolvere altri dubbi, la saluto cordialmente.

    Dr. Fabio Di Gioia

  • Le mie viti sono ricoperte di puntini grigi, cosa sono?

    Achille di Oricola (AQ) chiede:

    Ho un piccolo vigneto per produzione vino a livello familiare, alcune viti sono ricoperte di puntini grigi, come granelli di zucchero. Sapreste dirmi cosa sono? Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Achille.
    Mi scuso con lei se tardo nel rispondere, ma ho voluto analizzare meglio la domanda che mi poneva circa l'avversità presente a carico delle sue viti. 

    Infatti il sintomo che lei ha descritto "Puntini grigi come granelli di zucchero", è attribuibile a varie cause non solo di tipo patologico ma anche ambientale e/o nutrizionale.
    Ad una prima analisi le potrei dire che si tratta di "Oidio della vite", ma andando più a fondo potrebbe essere anche "Escoriosi".
    Capisco che l'obbiettivo di chi pone le domande in questo ambito giustamente e in maniera lecita, sarebbe quello di ricevere la risposta chiara, precisa in tempi rapidi e con la soluzione migliore.
    A volte tutto questo è possibile ottenerlo, perché alcune patologie e parassiti delle piante producono sintomi inequivocabili che si riconoscono subito. 
    Altre invece no, in quanto producono sintomi uguali tra loro ma attribuibili a varie cause.

    Per questo per poter identificare meglio la patologia e poter trovare un rimedio chiaro e unico, le chiedo se gentilmente, può mandarmi qualche foto delle sue viti attaccate, di modo che io possa capire meglio di cosa si tratta.
    La ringrazio in anticipo e mi scusi ancora.

    Fabio Di Gioia

  • Quale portinnesto è indicato per la vite in un terreno di 20-30 cm?

    Enzo di Trieste chiede:

    Avrei bisogno di sapere quale portinnesto per la vite è indicato in un terreno di soli 20-30 cm (sotto è roccia fessurata) e secco. I portinnesti consigliati per terreni secchi sono fittonanti e quindi sul mio terreno superficiale non vanno bene.
    kety_cialdi
    Risponde l'esperto
    Kety Cialdi

    Buonasera Enzo,
    mi sono avvalsa dell'esperienza di un'esperto di frutti per cui mi sento di consigliarle come portinnesto l'1103 Paulsen

    Buona serata

    Kety Cialdi 

  • Come curare la vite?

    Giovanni di Oliveto Lario chiede:

    Buonasera vorrei dei suggerimenti sulla cura della vite prodotti da usare dalle gemme alla maturazione del grappolo con un calendario da seguire, ultimamente, ho avuto scarsi risultati a causa delle malattie, ho delle viti di barbera, merlot, cabernet, nebbiolo ecc.. Se mi sapreste aiutare ve ne sarei molto grato. Buonasera
    Gianluigi_Burdisso
    Risponde l'esperto
    Gianluigi Burdisso

    Buona sera, la sua richiesta è piuttosto complessa ed articolata, vedo di esserle di aiuto.
    Le malattie che colpiscono la vite sono principalmente due:

    • la peronospora.
    • l'oidio.

    La prima si combatte con il rame o prodotti chimici.
    La seconda con lo zolfo (bagnabile) o prodotti chimici.
    Il primo trattamento viene fatto quando i germogli sono circa 2-3 cm. Con prodotti di copertura ( rame e zolfo che NON sono sistemici). Dosi: zolfo bagnabile 250 gr X 100 litri, rame da ossicloruro 250 gr. X 100 litri.
    Questi prodotti a queste dosi si utilizzano PRIMA di ogni pioggia per coprire la nuova vegetazione che si è formata.
    Si sospende il rame nella fioritura utilizzando un prodotto sistemico ( per esempio ELECTIS TRIO 500 gr X 100 liti) per poi continuare con i prodotti utilizzati in precedenza.
    Un accorgimento è quello di bagnare bene assicurando una buona copertura della vegetazione con i prodotti.
    Buon lavoro 

  • È possibile innestare la vite diretta di uva fragola con una varietà classica?

    Elvio di Italia chiede:

    Io per uva diretta intendo tipo l'uva fragola... Ho acquistato una piccola vigna per uso famigliare, oltre alle classiche varietà di uva sia da tavola che da vino ci sono alcune viti di uva diretta. Volevo chiedere: 1) È possibile innestare la vite diretta con una varietà "classica" (dolcetto, barbera, o uva da tavola)? 2) se semino i semi di uva diretta ottengo delle viti selvatiche? Grazie mille.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve di nuovo signor Elvio.

    La ringrazio ancora per aver riproposto nuovamente la sua domanda e avermi fatto capire che quella che chiama "Vite Diretta" per lei è "Uva Fragola".

    L'uva fragola (Vitis labrusca) è una specie di vite americana che, in Europa e negli ambienti mediterranei, viene impiegata spesso come uva da consumo o per la produzione del fragolino, che non si tratta di un vino, bensì di un liquido dolce come se fosse un mosto. 

    Infatti in Italia esiste una legge che vieta la vinificazione dell'uva fragola, perché durante il processo di fermentazione del mosto, a causa del suo contenuto di pectine nella polpa, più elevato rispetto alla vite europea (Vitis vinifera), si libera una quantità elevata di metanolo, che può raggiungere livelli tossici se non addirittura mortali.

    L'uva fragola è inoltre una specie di vite molto rustica e resiste a qualsiasi tipo di patologia. Per questo non richiede nessun particolare trattamento antiparassitario.

    Venendo di nuovo alle domande che mi pone lei mi fa due domande.

    1) È possibile innestare la Vite Diretta (uva fragola) con la Vite Classica (uva europea). 

    Certo che è possibile, cercando di utilizzare come portinnesto l'uva fragola di origine americana, resistente all'attacco radicale della fillossera e come varietà (es. Dolcetto, Barbera o Uva da Tavola che lei ha detto). In questo modo si riproduce completamente la varietà di vite europea che ha innestato sopra l'uva fragola, e il frutto può essere tranquillamente vinificato. Inoltre l'uva fragola, essendo una specie rustica, conferisce alla vite europea una 
    particolare resistenza alle avversità.

    2) Se semino i semi di uva diretta (uva fragola), ottengo delle viti selvatiche?

    Sicuramente, perché il seme deriva dalla riproduzione sessuale, ossia dall'unione tra il gamete maschile (nucleo spermatico del polline) e il gamete femminile (oosfera o cellula uovo dell'ovulo), si verifica un rimescolamento dei caratteri ereditari e di conseguenza la pianta sarà molto diversa dal padre e dalle madre. Per cui da quel seme, si otterrà una pianta con caratteristiche esteriori diverse dai genitori.

    Per questo se lei vuole ottenere di nuovo la pianta di uva fragola originaria a partire da quel seme, dovrà far crescere la pianta ottenuta dal seme e successivamente innestarla con la varietà di uva fragola che vuole ottenere e propagare.

    Ringraziandola nuovamente per la sua domanda e rimanendo a disposizione per il chiarimento di ulteriori dubbi, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Esperto nel recupero e valorizzazione delle varietà antiche

  • È possibile innestare la vite diretta con una varietà classica?

    Elvio di Italia chiede:

    Buongiorno. Ho acquistato una piccola vigna per uso famigliare, oltre alle classiche varietà di uva sia da tavola che da vino ci sono alcune viti di uva diretta. Volevo chiedere: 1) È possibile innestare la vite diretta con una varietà "classica" (dolcetto, barbera, o uva da tavola)? 2) se semino i semi di uva diretta ottengo delle viti selvatiche? Grazie mille
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve Elvio.

    Per iniziare intanto le volevo dire che quella che lei chiama con il termine di "Vite diretta", presumo che sia la vite franca di piede, ossia la vite europea (Vitis vinifera), ottenuta direttamente da seme, talea o propaggine. Le ricordo che la vite europea, è suddivisa a sua volta in due sottospecie:

    1. Vitis vinifera sativa (vite domestica).
    2. Vitis vinifera sylvestris (vite selvatica o silvestre).

    Come lei ben sa, la maggior parte delle viti che oggi sono coltivate, derivano da un innesto di una vite europea (Vitis vinifera), che fornisce la varietà sovrastante, su di un piede americano (Vitis riparia; Vitis berlandieri; Vitis rupestris), che invece fornisce l'apparato radicale. Tutto questo viene fatto per contenere l'attacco radicale di un insetto che colpisce le radici chiamato Fillossera (Phylloxera vastatrix). Questo insetto di origine nordamericana, arrivato in Europa attorno al 1845, provocò dei danni notevoli a carico dei vitigni europei in quanto non resistenti all'attacco radicale dell'insetto. In poco tempo molte piante di vite morirono. Tuttavia però la vite americana risulta essere resistente all'attacco radicale. Per cui ricapitolando: 

    • Vite europea: resistente all'attacco fogliare, ma sensibile a quello radicale;
    • Vite americana: sensibile all'attacco fogliare, ma resistente a quello radicale.

    Come conseguenza a quanto descritto, si procedette all'innesto della vite europea sulla vite americana, ottenendo di conseguenza piante resistenti alla fillossera che esistono anche oggi.

    Ci sono tuttavia delle zone d'Italia, in cui ancora oggi è possibile coltivare la vite franca di piede, ossia una pianta con radice europea. Sono i terreni sabbiosi e vulcanici della Campania e della Sicilia, laddove il parassita non può muoversi nel terreno e provocare danni alle radici.

    Venendo alle domande che lei chiede:

    È possibile innestare vite diretta con una varietà classica?

    Le rispondo di sì, a patto che ci troviamo, come ho già detto, in terreni sabbiosi, dove l'insetto non può muoversi e creare danni alle radici. Negli altri casi è necessario innestare la vite europea su vite americana. Nel fare questo innesto, le consiglio di utilizzare varietà domestiche e non quelle selvatiche, perché sono più produttive, entrano a frutto più precocemente e danno frutti di qualità migliore.

    Se si semina uva diretta, si ottengono viti selvatiche?

    Le rispondo di sì, perché nella riproduzione da seme (gamica), c'è un rimescolamento dei caratteri ereditari, a causa dell'unione del gamete femminile con quello maschile. Per cui la pianta figlia avrà delle caratteristiche molto diverse dai suoi genitori. Per cui per riprodurre fedelmente la varietà in oggetto che si vuole impiantare e ottenere di nuovo la vite domestica, è necessario ricorrere all'innesto. Tuttavia però è necessario ricordare che la parte radicale deve essere sempre costituita dalla vite americana, mentre la parte sovrastante da vite europea.

    Ringraziandola della domanda e rimanendo a sua disposizione per risolvere altri dubbi, le porgo i miei distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.