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Cachi: Scopri le risposte dei nostri esperti

Leggi qui sotto tutte le domande sull’argomento e le risposte date dai nostri Esperti di Giardinaggio. Guarda i titoli qui sotto elencati e clicca sul titolo che più si avvicina all’argomento di tuo interesse. Una volta cliccato sul titolo potrai leggere, per intero, sia la domanda dell’appassionato che la risposta del nostro Esperto.

Buona lettura!

Scegli l'argomento di tuo interesse:

  • Innesto cachi: posso usare il succhione o serve la parte finale del ramo?

    Giovanni di Zanica chiede:

    Buongiorno, per innestare una pianta di cachi con marza posso usare anche il succhione di un anno o devo proprio usare la parte terminale del ramo? Grazie.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Giovanni.

    per innestare il cachi non solo occorrono rami maturi con gemme ben formate e sviluppate. Tendenzialmente si escludono le parti estreme dei rami perchè più soggette a problemi ma non è una regola matematica.

    Può andar bene anche un succhione.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Frutti del caco rinsecchiti: come mai?

    Francesco di Nave (BS) chiede:

    I frutti del cako invece di maturare sembrano rinsecchire. Perché?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Francesco,

    probabilmente si tratta di un'infezione fungina data da botritis.

    Non è un problema frequente ma è possibile.

    Consiglio di fare una potatura precoce, eliminando tutti i frutti rinsecchiti e poi distribuire del solfato di rame, per eliminare le spore rimaste sulla corteccia e sui rametti della pianta.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Cachi pieno di frutti che cascano piccoli: come mai?

    Lucia di Oristano chiede:

    Il mio albero di cachi si carica di frutti ma ancora piccolissimi li perde tutti. Cosa può essere?
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissima Lucia,

    La problematica in questione che ha colpito la sua pianta di cachi è da imputare ad un fenomeno chiamato cascola dei frutti.
    Di seguito le indicherò le modalità che possono essere messe in atto per cercare di contenerla il più possibile, soprattutto quando questa non è più imputabile a fatti fisiologici.

    La pianta del cachi, dal punto di vista fisiologico, è definita specie poligamo - dioica, in quanto è caratterizzata da varie modalità di espressione del sesso. 

    Per questo, vi possono essere:

    • Piante femminili con solo fiori femminili;
    • Piante maschili con solo fiori maschili;
    • Piante ermafrodite con fiori maschili e femminili. 

    Esistono anche casi di piante di cachi che portano fiori maschili, femminili ed ermafroditi.
    L’impollinazione del cachi è essenzialmente di tipo entomofilo (operata dalle api) e anche la fruttificazione può avvenire sia per via partenocarpica (frutti senza semi), che per via riproduttiva (frutti con semi).
    Tuttavia però, i frutti con i semi presentano uno sviluppo e una crescita più regolare, insieme a migliori caratteristiche organolettiche, perché il processo di fecondazione riduce enormemente la cascola dei fiori e dei frutti del cachi.

    Da questo semplice ragionamento possiamo dedurre in maniera molto chiara che l'allegagione dei frutti nella pianta di cachi risulta essere molto alta, sia nel caso che essa produca frutti con i semi che frutti privi di semi.
    La specie tuttavia, ha però la capacità di regolare la carica dei frutti, innescando il fenomeno della cascola fisiologica. Attraverso questo processo, la pianta ha la possibilità di decidere quali frutti portare avanti e quali invece far cadere, di modo che quelli rimasti possano essere di migliore pezzatura e qualità.
    La cascola fisiologica, è dovuta anche dal fatto che nel periodo di accrescimento vegetativo dei germogli e dei rami, si viene a creare una competizione nutrizionale tra le parti riproduttive (fiori e frutti) e le parti vegetative (germogli e foglie) della pianta, soprattutto per quanto riguarda sostanze come gli zuccheri e le proteine.

    Quando però il fenomeno della cascola fisiologica dei frutti supera un certa percentuale, allora è necessario intervenire a livello agronomico al fine di rendere la produzione più regolare nel tempo.
    Innanzitutto è necessario stare attenti alla potatura la quale ha la funzione di evitare lo spostamento della produzione verso le parti alte della chioma e di conseguenza fare in modo che le parti basse delle branche a frutto non si spoglino completamente. 
    Per questo, per favorire un determinato equilibrio produttivo, è necessario eseguire la potatura in maniera regolare ogni anno, cercando di togliere i rami da frutto che hanno già prodotto allo scopo di rinnovarli. 

    Il cachi non tollera tagli troppo energici ed eccessivi, perché favoriscono la produzione di succhioni e polloni e quindi di rami privi di gemme a frutto. Non tollera nemmeno tagli troppo leggeri, in quanto questi lasciano una carica di gemme a frutto troppo elevata, stimolando l'alternanza di produzione e dando origine a frutti di pezzatura e qualità scadente.
    In definitiva la potatura delle piante di cachi, dovrà essere calibrata i base al vigore della piante. Per questo piante vigorose ed esuberanti nella vegetazione, andranno potate poco, in modo da evitare l'emissione di troppi rami a legno e di conseguenza una ridotta produzione di frutti.

    Viceversa piante poco vigorose, andranno potate di più in modo da stimolare la produzione di nuova vegetazione e rinnovare i rami a frutto, al fine di garantire una produzione più regolare nel tempo.
    Per quanto riguarda l'allegagione e di conseguenza la cascola dei frutti, è necessario stare anche attenti alla nutrizione della pianta da regolare con le opportune concimazioni. 
    L'azoto N, per esempio, se in eccesso, favorisce un aumento dell'acidità dei frutti riducendone al tempo stesso l'accumulo degli zuccheri, perché impedisce l'assorbimento del potassio, elemento essenziale per la qualità organolettica del prodotto. 

    Anche il potassio K, se troppo in eccesso, favorisce un eccessivo aumento del livello di zuccheri e una riduzione dell'acidità. Per questo dal punto di vista della qualità organolettica del frutto, soprattutto per quanto riguarda un giusto rapporto acidità/zuccheri, è necessario che il rapporto azoto/potassio (N/K) sia regolare.

    Per quanto riguarda invece l'allegagione dei frutti e di conseguenza il controllo del fenomeno della cascola del cachi, è necessario evitare gli eccessi di fosforo P, in quanto causano la cascola dei frutti, perché stimola un'eccessiva allegagione. Concentrarsi nel cercare di rendere equilibrato il contenuto di microelementi, in particolar modo il boro B, perché questo nutriente rende equilibrata l'allegagione dei frutti, aumentando di conseguenza la loro pezzatura e qualità, favorendone una maturazione anticipata.

    Per ciò che riguarda infine la pratica dell'irrigazione nel cachi, questa non ha nessuna influenza nel determinare il fenomeno della cascola dei frutti, anche se si consiglia sempre di evitare gli eccessi idrici, in quanto questi hanno degli effetti non positivi, soprattutto sulla qualità organolettica del frutto, riducendone il loro contenuto zuccherino e aumentando di conseguenza l'acidità.  

    Ringraziandola della sua domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Cachi duri e maturi con pezzo nero all'interno: cos'è?

    Angelo di Potenza chiede:

    Salve, in questo periodo ho dei cachi duri sulla pianta e dei cachi che sono già maturati ma all'interno presentano un pezzo nero duro di 3 cm come un torso di mela, cosa può essere?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Angelo,

    la maturazione del cachi è influenzata molto dagli ormoni che la pianta ha in circolo, se la pianta durante la stagione vegetativa ha avuto degli stress va a produrre una polpa dei frutti non omogenea, per cui quando si va a mangiarli si incontrano delle sorprese.

    Nel caso si verificasse tutti gli anni le consiglio di mantenere irrigata la pianta così da avere una fruttificazione più omogenea.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Come mai i kaki a pasta dura fanno i kaki a pasta molle?

    Giuseppe di Italia chiede:

    Perchè pianto kaki mela e cachi a pasta dura ma gli alberi producono sempre cachi a pasta molle?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Giuseppe,

    penso che sia un problema di varietà.

    I Kaki mela lo sono sempre cioè si possono mangiare quando il colore è arancione e sono ancora consistenti altrimenti non sono kaki mela ma varietà a maturazione diversa.

    Bisogna capire che varietà di kaki ti hanno venduto.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Cachi con insetti: cosa sono e come debellarli?

    Cachi con insetti: cosa sono e come debellarli?

    Bruno di Monte Vidon Combatte FM chiede:

    Ho un albero di cachi da circa tre anni, lo scorso anno ha fatto solo 3 o quattro frutti, quest'anno una trentina se nonché ho notato da poco degli insetti sulle foglie che hanno attaccato tutta o quasi la chioma (come da foto). Sapete dirmi di cosa si tratta e cosa fare? Grazie mille
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Bruno,

    dalle foto sembra si tratti di Tingide.

    È un insetto che normalmente non attacca il kaki, per cui il mio consiglio è quello di dare del solfato di rame in inverno per colpire le forme svernanti che potrebbero essere rimaste sulla pianta.

    Il prossimo anno è bene controllare la pianta da luglio in poi e nel caso verificasse nuovamente la presenza bisogna intervenire con un insetticida.

    La spaccatura dei frutti non è in relazione con la presenza della tingide ma è data da uno scompenso idrico o di temperatura.

    In pratica se il kaki soffre il caldo o la siccità si verificano danni ai frutti come è capitato ai suoi.

    Se nel corso dell'estate irrigherà ogni 10/15 giorni il problema non si dovrebbe più presentare.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Come propagare una varietà antica di kaki?

    Come propagare una varietà antica di kaki?

    Axel di Venezia chiede:

    Buongiorno vorrei propagare la varietà molto antica di kaki presente in un'isola di venezia. Mi potreste cortesemente aiutare suggerendomi il modo migliore per farlo? Premetto che non sono un professionista quindi vi prego di specificare cose che magari possono sembrare ovvio!!! Grazie mille
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Axel.

    Per poter propagare quella varietà antica di kaki, l’unico sistema di propagazione è quello di ricorrere all’innesto.

    Per fare questo deve dotarsi di un portinnesto, ossia di un individuo che fornisca la parte radicale della pianta su cui poi andrà ad innestare le marze che preleverà dalla vecchia varietà.

    Come portinnesto il migliore è il Loto (Dyospirus lotus), in quanto più rustico e resistente al freddo. Questo portinnesto di solito si ottiene da seme, viene allevato per circa 2/3 anni, dopodiché si procederà all’innesto.

    Per quanto riguarda invece le marze della varietà antica, queste andranno prelevate nel periodo di riposo vegetativo della pianta ossia nel mese di gennaio. Di solito si prendono quelle ben lignificate è più vicine al tronco per aver maggiore successo dell’innesto. 
    Vanno immesse in della sabbia umida avvolte da un telo nero e messe in frigorifero per poter rallentate la loro attività vegetativa.

    Verso la fine di febbraio e gli inizi di marzo si capitozza il portinnesto, si prelevano dal frigo le marze della varietà da propagate e si vanno ad innestare a corona ai lati del tronco del portinnesto precedentemente capitozzato.

    Dopodiché si lega l’innesto con dello spago e per accelerare l’attecchimento lo si ricopre di un mastice cicatrizzante

    A questo punto si aspetta che l’innesto sia andato a buon fine, cercando di scegliere la marza migliore e cioè quella più vigorosa e che avrà maggiori possibilità di andare avanti e far crescere la varietà oggetto di riproduzione.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Cachi con filamenti marroni all'interno: si possono mangiare?

    Giorgio di Oleggio chiede:

    I miei cachi sono maturati molto precocemente quest'anno con tutte le foglie ancora su ho già raccolto tre cassette di cachi e sto facendo marmellata. Ho però dovuto togliere molte parti al centro marce o in fermentazione ma anche la polpa salvata ha all'interno dei piccoli filamenti marroni. Li posso comunque mangiare? Non ho fatto trattamenti, ho preso la grandine, ho difeso con insetticida l'attacco alle foglie della popillia la pianta di 15, 20 anni e grande non la poto sara alta 6 metri. I piani alti sono dei calabroni, ecc i bassi miei
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Giorgio.

    Per quanto riguarda la sua pianta di cachiche ha prodotto molti frutti alcuni dei quali con la parte centrale in marcescenza, le dico da subito che questo danno è stato causato dalle larve della Mosca della frutta (Ceratitis capitata), un insetto polifago che attacca una svariata specie di piante da frutto coltivate.

    Ovviamente se il danno è contenuto, basta asportare la parte che è stata attaccata e toglierla, se invece il frutto è completamente compromesso dalla marcescenza andrà buttato e soprattutto bruciato per togliere l’infestazione e l’inoculo che potrebbe ripresentarsi il prossimo anno.

    I filamenti scuri e marroni che invece ha trovato all’interno del frutto, sono una caratterista della varietà di cachi, in particolar modo le varietà che producono semi. In queste varietà infatti il filamento marrone è proprio nella parte centrale vicino al seme. La presenza dei filamenti non influisce assolutamente sull’edibilità del frutto che può tranquillamente consumare.

    Infine lei ha scritto che la pianta è alta fino a sei metri, per questo motivo nel periodo della potatura di febbraio, le consiglierei di abbassare la pianta attraverso dei tagli di ritorno in grado di ridurne l’altezza almeno fino a 4/3 metri, per permette una raccolta più agevole dei frutti ed evitare che vengano consumati da altri ospiti.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Kaki con tronco rovinato: cosa fare?

    Kaki con tronco rovinato: cosa fare?

    Daniele di Sava TA chiede:

    Salve, ho questo albero di kaki che è da 3 anni che non vegeta bene e sembra malaticcio. Sul tronco, a parte la chioma tutta spennacchiata, ho notato queste insenature e gomme. Mi potreste aiutare per favore? Cosa dovrei fare? Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno daniele,

    si tratta quasi sicuramente della sesia del Kaki.
    È una larva di un lepidottero che vive alle spese delle giovani branche del Kaki.

    In questa situazione non si può far molto: con un coltellino nelle zone nerastre e con la gommosi cercherei le larve per ucciderle, dovrebbe aver costruito delle gallerie fra la corteccia ed il legno per cui seguendole si dovrebbe trovare chi ha fatto il danno.

    Poichè è probabile che il problema si ripresenti nei prossimi anni si potrebbe coprire preventivamente, quindi nel mese di maggio orientativamente, con della calce spenta, tutte le biforcazioni del tuo albero.

    Questo trattamento normalmente dissuade le farfalle dal deporre le uova e quindi dal fare danni.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Caco sofferente senza frutti e foglie mosce: cosa fare?

    Caco sofferente senza frutti e foglie mosce: cosa fare?

    Elena di Torino chiede:

    Ho spostato un caco a dicembre. La pianta ha fatto le foglie e fruttificato ma da fine maggio mi sembra che non stia per niente bene (ha perso i frutti e le foglie sono ”mosce”). Che devo fare? Grazie infinite in anticipo
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Elena,

    dalle foto direi che sta subendo lo stress del trapianto.

    Bisognerebbe conoscere le modalità dell'espianto e la gestione post trapianto, ma in ogni caso per cercare di ottenere che il caco si salvi le consiglio di fare una potatura con pulizia dei rami secchi e di accorciare tutti i rami ancora verdi lasciando un paio di foglie per rametto.

    Mantenere costanti le irrigazioni (una volta alla settimana e viste le dimensioni penso occorra dare almeno 100 lt alla volta) fino ad almeno la fine di settembre dare un concime azotato nitrico per stimolare la pianta a fare foglie (circa 200 gr) tutto intorno ala tronco dove finisce la zolla.

    Magari a metà settembre se possibile vorrei vedere se la pianta ha reagito.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Caco fiorisce ma non fruttifica: come mai?

    Caco fiorisce ma non fruttifica: come mai?

    Giuseppe di Wallerfangen chiede:

    L'albero di cachi fiorisce per il secondo anno con fiori belli e abbondanti però pian piano seccano e cadono. Vorrei sapere il perchè. Grazie. Non so che tipo di caco sia. Cordiali saluti, Giuseppe.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Giuseppe.

    La problematica in questione che ha colpito la sua pianta di kaki è da imputare ad un fenomeno chiamato cascola dei frutti.
    Di seguito le indicherò le modalità che possono essere messe in atto per cercare di contenerla il più possibile, soprattutto quando questa non è più imputabile a fatti fisiologici.

    La pianta del kaki, dal punto di vista fisiologico, è definita specie poligamo - dioica, in quanto è caratterizzata da varie modalità di espressione del sesso. 

    Per questo, vi possono essere:

    Piante femminili con solo fiori femminili;

    Piante maschili con solo fiori maschili;

    Piante ermafrodite con fiori maschili e femminili

    Esistono anche casi di piante di kaki che portano fiori maschili, femminili ed ermafroditi.
    L’impollinazione del kaki è essenzialmente di tipo entomofilo (operata dalle api) e anche la fruttificazione può avvenire sia per via partenocarpica (frutti senza semi), che per via riproduttiva (frutti con semi).
    Tuttavia però, i frutti con i semi presentano uno sviluppo e una crescita più regolare, insieme a migliori caratteristiche organolettiche, perché il processo di fecondazione riduce enormemente la cascola dei fiori e dei frutti del kaki.

    Da questo semplice ragionamento possiamo dedurre in maniera molto chiara che l'allegagione dei frutti nella pianta di kaki risulta essere molto alta, sia nel caso che essa produca frutti con i semi che frutti privi di semi.
    La specie tuttavia, ha però la capacità di regolare la carica dei frutti, innescando il fenomeno della cascola fisiologica. Attraverso questo processo, la pianta ha la possibilità di decidere quali frutti portare avanti e quali invece far cadere, di modo che quelli rimasti possano essere di migliore pezzatura e qualità.
    La cascola fisiologica, è dovuta anche dal fatto che nel periodo di accrescimento vegetativo dei germogli e dei rami, si viene a creare una competizione nutrizionale tra le parti riproduttive (fiori e frutti) e le parti vegetative (germogli e foglie) della pianta, soprattutto per quanto riguarda sostanze come gli zuccheri e le proteine.

    Quando però il fenomeno della cascola fisiologica dei frutti supera un certa percentuale, allora è necessario intervenire a livello agronomico al fine di rendere la produzione più regolare nel tempo.
    Innanzitutto è necessario stare attenti alla potatura della pianta  la quale ha la funzione di evitare lo spostamento della produzione verso le parti alte della chioma e di conseguenza fare in modo che le parti basse delle branche a frutto non si spoglino completamente. 
    Per questo, per favorire un determinato equilibrio produttivo, è necessario eseguire la potatura in maniera regolare ogni anno, cercando di togliere i rami da frutto che hanno già prodotto allo scopo di rinnovarli. 

    Il kaki non tollera tagli troppo energici ed eccessivi, perché favoriscono la produzione di succhioni e polloni e quindi di rami privi di gemme a frutto. Non tollera nemmeno tagli troppo leggeri, in quanto questi lasciano una carica di gemme a frutto troppo elevata, stimolando l'alternanza di produzione e dando origine a frutti di pezzatura e qualità scadente.
    In definitiva la potatura delle piante di kaki, dovrà essere calibrata i base al vigore della piante. Per questo piante vigorose ed esuberanti nella vegetazione, andranno potate poco, in modo da evitare l'emissione di troppi rami a legno e di conseguenza una ridotta produzione di frutti. 

    Viceversa piante poco vigorose, andranno potate di più in modo da stimolare la produzione di nuova vegetazione e rinnovare i rami a frutto, al fine di garantire una produzione più regolare nel tempo.
    Per quanto riguarda l'allegagione e di conseguenza la cascola dei frutti, è necessario stare anche attenti alla nutrizione della pianta da regolare con le opportune concimazioni. 
    L'azoto N, per esempio, se in eccesso, favorisce un aumento dell'acidità dei frutti riducendone al tempo stesso l'accumulo degli zuccheri, perché impedisce l'assorbimento del potassio, elemento essenziale per la qualità organolettica del prodotto. 

    Anche il potassio K, se troppo in eccesso, favorisce un eccessivo aumento del livello di zuccheri e una riduzione dell'acidità. Per questo dal punto di vista della qualità organolettica del frutto, soprattutto per quanto riguarda un giusto rapporto acidità/zuccheri, è necessario che il rapporto azoto/potassio (N/K) sia regolare.

    Per quanto riguarda invece l'allegagione dei frutti e di conseguenza il controllo del fenomeno della cascola del kaki, è necessario evitare gli eccessi di fosforo P, in quanto causano la cascola dei frutti, perché stimola un'eccessiva allegagione. Concentrarsi nel cercare di rendere equilibrato il contenuto di microelementi, in particolar modo il boro B, perché questo nutriente rende equilibrata l'allegagione dei frutti, aumentando di conseguenza la loro pezzatura e qualità, favorendone una maturazione anticipata.

    Per ciò che riguarda infine la pratica dell'irrigazione nel kaki, questa non ha nessuna influenza nel determinare il fenomeno della cascola dei frutti, anche se si consiglia sempre di evitare gli eccessi idrici, in quanto questi hanno degli effetti non positivi, soprattutto sulla qualità organolettica del frutto, riducendone il loro contenuto zuccherino e aumentando di conseguenza l'aciditá.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente

    Dott. Fabio Di Gioia

    specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Caco con clorosi tra le nervature delle foglie: cosa fare?

    Wen di Milano chiede:

    Salve, le foglie della mia pianta di caco presentano clorosi tra le nervature, che partono dalla lamina e si estende verso l'interno. La clorosi poi tende a necrotizzare e il margine della foglia si secca e si stacca. Sono inoltre presenti dei punti necrotici su tutta la foglia.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Wen.

    La clorosi internervale che nota nella sue piante di kaki e cui poi segue una necrosi è una successiva filloptosi (caduta anticipata delle foglie), è causata dalla carenza di ferro Fe. Di seguito le indicherò le funzioni del ferro nelle piante e i sintomi da carenza.

    Il ferro Fe è considerato uno dei microelementi più importanti per la nutrizione minerale delle piante, in quanto svolge funzioni catalitiche nel favorire il regolare svolgimento delle reazioni biologiche entrando nella costituzione di molti enzimi e proteine (tra cui i citocromi).

    Il ferro favorisce:

    L’attività enzimatica

    La sintesi delle proteine e degli acidi nucleici (DNA e RNA)

    La sintesi della clorofilla

    L’attività respiratoria e fotosintetica delle piante

    La fissazione dell’azoto atmosferico N2 nelle piante azotofissatrici

    Il ferro assunto dalle piante prevalentemente come ferro ferroso Fe2+, in parte come ferro ferrico Fe3+ o come ferro legato a composti organici, può trovarsi nel terreno nelle seguenti forme:

    Forma minerale: è la frazione meno disponibile, presente nel terreno come idrossidi di ferro Fe(OH3) o fosfati di ferro FePO4 quasi sempre insolubile e non assimilabile dalle piante.

    Forma organica: è la frazione un po’ più disponibile che si trova quasi sempre legata alla sostanza organica del terreno (acidi fulvici e acidi umici), che lo legano come chelati di ferro e lo cedono gradualmente alla soluzione circolante.

    Le carenze di ferro, molto comuni anche nei terreni con una buona dotazione, si verificano non tanto per la sua mancanza ma per il crearsi di condizioni anomale al suo normale assorbimento come:

    pH troppo alcalino (7 - 8,5)

    Elevato contenuto di calcio Ca e calcare attivo

    Eccesso di manganese Mn, zinco Zn, rame Cu, magnesio Mg, calcio Ca e rame Cu

    I sintomi da carenza di ferro, si manifestano con:

    Clorosi internervale delle foglie che nei casi più gravi evolve in un disseccamento prima apicale e poi marginale a partire dalle foglie giovani (andamento basipeto)

    Produzione di frutti piccoli con sviluppo stentato

    Cascola precoce di foglie e frutti

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

     

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Cachi colpiti da vento freddo: poche foglie con bordo secco, cosa fare?

    Magda di Sassari chiede:

    Buongiorno, ad aprile ho messo a dimora un albero di cachi. Dopo una giornata di forte vento freddo agli inizi di maggio, le foglie si sono seccate lungo i bordi diventando marroni, tuttavia il loro numero non era diminuito. Anzi, sono apparsi molti fiori che nell'arco di circa due settimane si sono seccati e a seguito anche le foglie. Le poche rimaste sono ingiallite o seccate sulle parti esterne, mentre i giovani rametti, prima verdi, sono marroncini e pieghevoli senza elasticità (foto in allegato). Quale potrebbe essere la causa e il rimedio? Da un mese sto annaffiando il cachi tutti i giorni con 4-5 L d'acqua ogni giorno. Ringrazio per i consigli.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Magda,

    come hai capito tu, il tuo Cachi sta soffrendo per il trapianto.

    Vanno bene le innaffiature però darei 15/20 litri d'acqua alla volta ogni 6/8 giorni.

    Dalle foto che hai mandato direi che ce la dovrebbe fare, mantieni le irrigazioni fino a fine settembre oppure fino a quando non termina l'estate.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Kaki: da che parassita è colpito?

    Kaki: da che parassita è colpito?

    Claudio di Ferrara chiede:

    Buon giorno, vorrei sapere la foglia di pianta di Kaki da che fungo è stata colpita. Penso che possa essere antracnosi e avrei del propiconazolo.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Claudio.

    Come ha già detto nella domanda, si tratta proprio di Antracnosi e la si riconosce da queste macchioline nere infossate nelle foglie del kaki.

    Il Propiconazolo non va bene come prodotto da distribuire.

    Per contrastare la malattia in via preventiva e prima della fioritura, va distribuito del rame.

    In questa situazione però, con la malattia in atto va distribuito un prodotto sistemico ad azione curativa è il migliore è il Clorthalonil.

    Ringraziandola della domanda, le porgo i miei Distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Caco mela: come sviluppare branche laterali?

    Caco mela: come sviluppare branche laterali?

    Lorenzo di Sorrento chiede:

    Buonasera, ho acquistato tramite internet una pianta di cachi mela che purtroppo mi è arrivata a casa spezzata. Ho comunque provveduto a mettere a dimora e cimare l'estremità del fusto. Il mio problema è la forma dell'albero in quanto ritengo sia stato potato male dal vivaista. La forma a colonna non mi soddisfa. Come posso far sviluppare branche laterali? Devo potare ulteriormente? Preciso che ho poco spazio in giardino e ho quindi necessità di una pianta dal basso profilo e che non si sviluppi molto in larghezza. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Lorenzo,

    Per ottenere la forma che desidera direi che per il momento sia meglio far crescere la pianta, poi il prossimo inverno si faranno gli interventi giusti per dargli forma.

    Durante la crescita si possono cimare le punte se hanno una crescita troppo verticale per le vostre esigenze, cosi da favorire i germogli che meglio si adattano alla forma che volete ottenere.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Caco che non cresce più: cosa posso fare?

    Caco che non cresce più: cosa posso fare?

    Arnaldo di Livinallongo chiede:

    In autunno inoltrato ho seminato ossa di cachi in un vasetto e inaspettatamente uno ha germogliato. Cresciuto fino ad arrestarsi. Ora è alto circa 6 cm. con la presenza di 4 foglie, ma sono quasi 2 mesi che è così. Cosa posso fare?? Impiantarlo all'esterno no poiché abito in montagna e proprio ieri ha fatto ulteriori 30 cm. di neve.. Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Arnaldo.

    La piantina di kaki la lasci pure all’interno del vasetto, magari apporti del nutrimento con piccole dosi di un concime organico per farla crescere di più.

    La tenga ancora al riparo dagli agenti esterni almeno fino a quando le temperature anche in montagna, soprattutto durante il giorno, non si rialzano in modo da poterlo porre anche fuori nelle ore diurne.

    Se lo lascia all’interno si ricordi di tenerlo più vicino alla luce per favorire la crescita della pianta e la sua attività fotosintetica.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Cachi: come favorire la crescita di rami bassi?

    Cachi: come favorire la crescita di rami bassi?

    Federico di Pavia chiede:

    Mi sono trasferito in una casa nel cui giardino sono presenti 4 piante di cachi molto vecchie e alte, tanto che i frutti sono quasi impossibili da raccogliere. Che consigli potete darmi per cercare di favorire la crescita di rami più bassi? Una potatura piuttosto drastica sarebbe utile o dannosa? Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Federico

    per fortuna il Kaki si può potare in maniera abbastanza drastica.

    Il prossimo inverno, meglio verso la fine, si può fare una potatura di riduzione avendo cura di lasciare intatte le branche principali che fanno da supporto ai rami che si sono allungati e cresciuti da quando la pianta non è stata più curata.

    Contemporaneamente bisogna dare una concimata per aiutare la pianta a ricrescere.

    Di solito in 2/3 anni le piante ritornano alla normalità.

    Cordiali Saluti

    Samuele Dalmonte

  • Cachi: non fa frutti, cosa fare?

    Cachi: non fa frutti, cosa fare?

    Iesmina di Lodi chiede:

    Buongiorno, la mia pianta di cachi ha ormai 20 anni è diventata molto grande e non produce più. Lo scorso anno abbiamo effettuato una drastica potatura mantenendo solo i rami più bassi ma durante l'estate la pianta si è riempita di nuovi rami, più li staccavo più ne ricrescevano. Ovviamente neppure un caco. Qualche consiglio? Grazie, cordialità
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissima Lesmina.

    La potatura che lei ha operato sulla sua pianta di Kaki, non è altro che una potatura di ringiovanimento o di rinvigorimento, atta principalmente a rinnovare la pianta e recuperare l’attivitá vegetativa in una pianta senescente.

    Il fatto che dai tagli drastici siano spuntati nuovi rami, è dovuto al risveglio delle gemme latenti e avventizie presenti sul tronco, la cui funzione principale è quella di andare a ricostituire la parte di chioma asportata con questo intervento straordinario di potatura.

    Per evitare il ricaccio continuo dei rami, le conviene lasciarne almeno 2/3 per branca o altro elemento legnoso in modo da guidare l’energia verso quei rami e contenere il riscoppio di nuovi succhioni.

    La pianta non ha ancora prodotto nessun frutto, perché ovviamente tutta la sua energia si è concentrata nel far sviluppare di nuovo la parte vegetativa (foglie e germogli).

    Le consiglio di non togliere tutti rami nuovi che spuntano, non solo per guidare l’energia vegetativa della pianta, ma per consentire ad alcuni di loro lentamente di andare a frutto.

    Ringraziandola della domanda la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Cachi: frutti morsicati, è stato lo scoiattolo?

    Mario di Coriano Rimini chiede:

    Nel mio orto ho una pianta di cachi da più di 20 anni che ogni anno produce in gran quantità. Quest'anno, già da settembre, ho notato che alcuni frutti erano come morsicati per metà fino a che piano piano sono stati mangiati tutti ancora verdi. Ho pensato che l'unico animale che può aver fatto questo sia lo scoiattolo. Cosa può essere stato altrimenti? In attesa di una sua risposta le porgo i miei più cordiali saluti. Mario
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Salve Mario,
    per poter dare una risposta mi occorrerebbe qualche fotografia per valutare il tipo di morsicatura
    Comunque è probabile che siano stati dei ghiri o degli scoiattoli.

    Cordiali saluti
    Samuele Dalmonte

  • Posso piantare il seme preso dai cachi maturi?

    Serenella di San Gregorio nelle Alpi (BL) chiede:

    Ho consumato 4 cachi, dolcissimi, ognuno contenente 1 seme. Posso piantarli? Non ho alcuno spazio verde. Grazie. Serenella
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Serenella,

    si possono seminare ma andranno innestati, magari per 2-3 anni si possono tenere in vaso. Perchè germoglino occorre tenerli all'aperto in un substrato di sabbia3-4 cm di profondità in cui restino umidi ma non bagnati, e poi verso marzo seminati in un terriccio mediamente drenato.

    Cordiali saluti
    Samuele Dalmonte

  • Caco: uso del pollone per uinnesto con gemma

    Giovanni di Zanica chiede:

    Buongiorno ho una pianta di caco di circa trent'anni che non essendo mai stata curata e potata si è sviluppata molto sia in altezza che in larghezza con tronco principale senza rami laterali molto alto. Essendo nati dei polloni alla base del tronco posso eliminare la pianta vecchia e usare un pollone per innestare con gemme della pianta eliminata? Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Giovanni,

    in teoria è possibile ma occorre valutare lo stato di salute della pianta poichè tagliando una pianta di trent'anni è probabile gli si dia il colpo di grazia. 

    Il mio consiglio è di fare un'operazione in 3 tempi:

    1. innestare il succhione, e potare la pianta vecchia;
    2. fare crescere il nuovo innesto per 2/3 limitando sempre la parte della pianta vecchia e poi, quando la nuovapianta è ben impostata,
    3. tagliare completamente il tronco della pianta vecchia.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Pianta di kaki: dai germogli nati dalle radici posso ottenere piante che fruttificano?

    Giovanni di Zanica chiede:

    Buongiorno ho una pianta di kako di + o - vent'anni e su una radice sono cresciute nuove piantine; volevo sapere, se possibile, se posso tagliare la pianta vecchia e far ripartire una piantina per fare una nuova pianta per frutti o come dicono mi cresce una pianta selvatica che non produce. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonasera Giovanni,

    sì, cresce una pianta selvatica, per cui andrebbero tagliati i polloni che crescono dalle radici altrimenti vanno in concorrenza con la pianta innestata.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Perché i Cachi si ammalano in questo periodo, con bolle nere e marcescenti?

    Carlo di Almè chiede:

    Perché i Cachi si ammalano in questo periodo, con bolle nere e marcescenti?
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Carlo,

    i sintomi delle zone scure nei frutti dei cachi sono dovute a punture di insetto quando il frutto sta crescendo.
    È difficile dire cosa fare perchè possono essere stati diversi insetti in un momento non prevedibile.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Cachi con macchie nere e marciume intorno al picciolo: qual è la causa?

    Cachi con macchie nere e marciume intorno al picciolo: qual è la causa?

    Salvatore di San Benigno Canavese chiede:

    Buonasera, gradirei sapere la causa delle macchie nere e del marciume intorno al picciolo dei cachi. L'albero ha 5/6 anni e dopo la cascola è rimasto con molti frutti, ma appena inizia la maturazione intorno al picciolo diventano neri e tendono a marcire. Come posso intervenire per evitare il ripetersi del fenomeno il prossimo anno? Distinti saluti. Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buonsera Salvatore,

    sembrerebbe un problema fungino, per cui si può solo prevenire facendo in modo che non ci siano frutti a contatto fra di loro. Ho però il dubbio che non siano punture di cimice asiatica, lo si capisce se all'interno della polpa ci sono come delle cicatrici o delle parti di polpa di consistenza diversa dal normale

    Se si tratta di cimice asiatica al momento non ci sono cure, l'unico modo per difendersi è coprire la pianta con una rete antinsetto.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Che malattia ha contratto la mia pianta di cachi?

    Che malattia ha contratto la mia pianta di cachi?

    Salvo di Trapani chiede:

    Sono al quanto inesperto e volevo capire questo frutto del cachi da cosa è stato attaccato dal momento che non ho mai fatto alcun trattamento. Oltre la foto allegata, molti frutti ancora in maturazione presentano una spaccatura con presenza di una schiuma biancastra. Ci sono rimedi consigliati per il futuro? Grazie
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Salvo,

    dalla foto direi che potrebbe essere un raro caso di mosca della frutta che ha scelto la sua pianta di kaki. La schiuma direi che è la fermentazione della polpa zuccherina esposta all'aria poiché i frutti che si sono spaccati sono ormai prossimi alla
    maturazione e quindi ricchi di zuccheri, non mi stupirei se notasse la presenza di larve di moscerini della frutta che infestano la frutta che sta marcendo.

    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Caco attaccato da una malattia: cura con poltiglia bordolese?

    Caco attaccato da una malattia: cura con poltiglia bordolese?

    Felice di Formello, Roma chiede:

    Dopo 15 anni che questa pianta del cachi ci ha regalato dei frutti squisiti è stata colpita da una malattia che si presenta con delle escrescenze scure come si vede nelle foto. I frutti sono caduti prematuramente. La stiamo curando con la poltiglia bordolese (polvere bagnabile). Stiamo procedendo bene o dobbiamo fare altro? Grazie.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno,

    secondo me si tratta della sesia del kaki la cui larva si comporta come un rodilegno.
    Occorre per prevenzione spazzolare il tronco e tutti i rami principali che hanno la corteccia suberosa, e tutte le biforcazioni dei rami più importanti; poi se non volete fare trattamenti insetticidi bisogna verniciare per quanto possibile con della calce spenta per impedire alla farfalla di deporre le uova nella corteccia della pianta.
    Cordiali saluti

    Samuele Dalmonte

  • Pianta di cachi morta dopo che ha perso foglie e frutti: cosa può essere successo?

    Grazia di Milano chiede:

    Non capisco che cosa sia successo: l'anno scorso, in primavera, ho messo a dimora in un grosso vaso: 50x50 un alberello di cachi cioccolatino, inizialmente tutto è andato bene si sono formate le foglie i cachi verdi ma dopo qualche mese sono caduti tutti e la pianta è morta. Che cosa può essere successo? gentilmente datemi una risposta. Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissima Grazia.
    Sicuramente la pianta è stata colpita da uno stress da trapianto, perché forse non ha valutato molto bene la grandezza del vaso dove doveva rinvasare la pianta. Una delle reazioni più immediate che ha avuto la pianta, è stata quella di produrre più frutti possibile per poter perpetuare la specie in quanto aveva già presumibilmente capito che stava sopraggiungendo la sua morte e per questo ha fruttificato.
    Le faccio una domanda: la pianta, prima di essere posta nel vaso 50 x 50, era in pieno campo?
    In attesa di un suo riscontro per capire meglio cosa sia successo, intanto la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Albero di cachi secco e senza foglie: sta morendo?

    Albero di cachi secco e senza foglie: sta morendo?

    Rossella di Firenze chiede:

    Salve, Ho notato che il mio albero di cachi è senza foglie nonostante sia aprile. Alcuni rami hanno piccolissime foglie, altri sono completamente secchi, uno l’ho anche spezzato ed era secco anche dentro. L’albero é stato potato questo inverno, sta morendo ? È morto? :(
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissima Rossella.
    Questa pianta di kaki, è quasi morta in quanto è stata attaccata da una malattia chiamata Carie del legno, nonostante che vi sia una parte con delle piccole foglie che si stanno sviluppando; le alternative sono due:

    1. Tagliare tutti i rami e branche secche e ormai morenti e lasciare la piccola parte di ramo viva con foglie con la speranza che questo si riprenda, disinfettando le ferite con del mastice protettivo.
    2. Tagliare completamente la pianta dalla base, bruciando completamente tutti i residui legnosi per non favorire la diffusione della malattia e cospargere il suolo con della calce al fine di disinfettare il terreno e impedire che la malattia si diffonda altrove.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Albero di kaki si è seccato: quali possono essere i motivi?

    Michele di Andria chiede:

    Carissimi, posseggo un albero di cachi che avrà sicuramente 30 anni e quest'anno misteriosamente è seccato. Non mi spiego il perché visto che non è solo ed è sempre stato molto fiorente. Quali possono essere i motivi per cui è seccato? Escludo la carenza di acqua in quanto a pochi metri ce n'è un altro fiorente. Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Michele.

    L'improvvisa morte della sua pianta di kaki, può essere dovuta a varie cause tra le più svariate possibili.

    In questi casi, non avendo a disposizione una foto che illustri in maniera dettagliata quale possa essere stata la causa di tale problematica, la pregherei di inviarcela, o in mancanza di essa, descrivere in maniera più specifica (se è possibile), cosa sia realmente accaduto o quali siano stati i sintomi che ha manifestato prima della morte.

    Ringraziandola della domanda e rimanendo in attesa di ulteriori delucidazioni, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

     

  • Pianta di Kaki con frutti che cadono: cosa può essere?

    Rocco B. di Gavirate (VA) chiede:

    Buongiorno, nel cortile/giardino di casa abbiamo un albero di kaki che ha parecchi anni. Fino a due anni fa ha dato un abbondantissimo raccolto di frutti, invece dall'anno scorso tutti i frutti son caduti da soli, prima del tempo. Nessuna traccia di parassiti. Grazie mille, cordiali saluti.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Rocco.
    La problematica in questione che ha colpito la sua pianta di kaki, è da imputare ad un fenomeno chiamato cascola dei frutti.
    Di seguito le indicherò le modalità che possono essere messe in atto per cercare di contenerla il più possibile, soprattutto quando questa non è più imputabile a fatti fisiologici.

    La pianta del kaki, dal punto di vista fisiologico, è definita specie poligamo - dioica, in quanto è caratterizzata da varie modalità di espressione del sesso. 

    Per questo, vi possono essere:

    1. Piante femminili con solo fiori femminili;
    2. Piante maschili con solo fiori maschili;
    3. Piante ermafrodite con fiori maschili e femminili. 

    Esistono anche casi di piante di kaki che portano fiori maschili, femminili ed ermafroditi.
    L’impollinazione del kaki è essenzialmente di tipo entomofilo (operata dalle api) e anche la fruttificazione può avvenire sia per via partenocarpica (frutti senza semi), che per via riproduttiva (frutti con semi).
    Tuttavia però, i frutti con i semi presentano uno sviluppo e una crescita più regolare, insieme a migliori caratteristiche organolettiche, perché il processo di fecondazione riduce enormemente la cascola dei fiori e dei frutti del kaki.

    Da questo semplice ragionamento possiamo dedurre in maniera molto chiara che l'allegagione dei frutti nella pianta di kaki risulta essere molto alta, sia nel caso che essa produca frutti con i semi che frutti privi di semi.
    La specie tuttavia, ha però la capacità di regolare la carica dei frutti, innescando il fenomeno della cascola fisiologica. Attraverso questo processo, la pianta ha la possibilità di decidere quali frutti portare avanti e quali invece far cadere, di modo che quelli rimasti possano essere di migliore pezzatura e qualità.
    La cascola fisiologica, è dovuta anche dal fatto che nel periodo di accrescimento vegetativo dei germogli e dei rami, si viene a creare una competizione nutrizionale tra le parti riproduttive (fiori e frutti) e le parti vegetative (germogli e foglie) della pianta, soprattutto per quanto riguarda sostanze come gli zuccheri e le proteine.

    Quando però il fenomeno della cascola fisiologica dei frutti supera un certa percentuale, allora è necessario intervenire a livello agronomico al fine di rendere la produzione più regolare nel tempo.
    Innanzitutto è necessario stare attenti alla potatura della pianta di kaki, la quale ha la funzione di evitare lo spostamento della produzione verso le parti alte della chioma e di conseguenza fare in modo che le parti basse delle branche a frutto non si spoglino completamente. 
    Per questo, per favorire un determinato equilibrio produttivo, è necessario eseguire la potatura in maniera regolare ogni anno, cercando di togliere i rami da frutto che hanno già prodotto allo scopo di rinnovarli. 

    Il kaki non tollera tagli troppo energici ed eccessivi, perché favoriscono la produzione di succhioni e polloni e quindi di rami privi di gemme a frutto. Non tollera nemmeno tagli troppo leggeri, in quanto questi lasciano una carica di gemme a frutto troppo elevata, stimolando l'alternanza di produzione e dando origine a frutti di pezzatura e qualità scadente.
    In definitiva la potatura delle piante di kaki, dovrà essere calibrata i base al vigore della piante. Per questo piante vigorose ed esuberanti nella vegetazione, andranno potate poco, in modo da evitare l'emissione di troppi rami a legno e di conseguenza una ridotta produzione di frutti. 

    Viceversa piante poco vigorose, andranno potate di più in modo da stimolare la produzione di nuova vegetazione e rinnovare i rami a frutto, al fine di garantire una produzione più regolare nel tempo.
    Per quanto riguarda l'allegagione e di conseguenza la cascola dei frutti, è necessario stare anche attenti alla nutrizione della pianta da regolare con le opportune concimazioni. 
    L'azoto N, per esempio, se in eccesso, favorisce un aumento dell'acidità dei frutti riducendone al tempo stesso l'accumulo degli zuccheri, perché impedisce l'assorbimento del potassio, elemento essenziale per la qualità organolettica del prodotto. 

    Anche il potassio K, se troppo in eccesso, favorisce un eccessivo aumento del livello di zuccheri e una riduzione dell'acidità. Per questo dal punto di vista della qualità organolettica del frutto, soprattutto per quanto riguarda un giusto rapporto acidità/zuccheri, è necessario che il rapporto azoto/potassio (N/K) sia regolare.

    Per quanto riguarda invece l'allegagione dei frutti e di conseguenza il controllo del fenomeno della cascola del kaki, è necessario evitare gli eccessi di fosforo P, in quanto causano la cascola dei frutti, perché stimola un'eccessiva allegagione. Concentrarsi nel cercare di rendere equilibrato il contenuto di microelementi, in particolar modo il boro B, perché questo nutriente rende equilibrata l'allegagione dei frutti, aumentando di conseguenza la loro pezzatura e qualità, favorendone una maturazione anticipata.

    Per ciò che riguarda infine la pratica dell'irrigazione nel kaki, questa non ha nessuna influenza nel determinare il fenomeno della cascola dei frutti, anche se si consiglia sempre di evitare gli eccessi idrici, in quanto questi hanno degli effetti non positivi, soprattutto sulla qualità organolettica del frutto, riducendone il loro contenuto zuccherino e aumentando di conseguenza l'aciditá.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Sesia del kaki: cosa fare?

    Sesia del kaki: cosa fare?

    Mauro di bollengo chiede:

    Buongiorno, su alcuni rami del caco, dai 2 ai 5 cm di diametro, si sono verificati dei distacchi all'inserzione. La porzione basale risulta essere nerastra, in corrispondenza della porzione periferica, come da foto. Credo si tratti di rami cresciuti da gemme avventizie. Non ho evidenziato altre fessurazioni lungo il fusto o sui rami. La pianta non presenta altri segni di sofferenza vegetativa. Cosa potrebbe essere? Grazie e cordiali saluti.
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Mauro,
    il distacco di alcuni rami della sua pianta di kaki, con la manifestazione di una zona nerastra a partire dalla parte periferica, non è dovuto alla crescita di altri rami a partire da gemme avventizie, ma da un iniziale attacco di un insetto chiamato Sesia del kaki, di cui le scriverò di seguito i danni che provoca e gli eventuali mezzi di lotta.

    SESIA DEL KAKI

    (Synanthendon tipuliformis)

    Ordine: Lepidotteri.
    Famiglia: Sesidi.

    La Sesia, è un insetto polifago che attacca una serie di piante arboree da frutto, piccoli frutti e specie ornamentali tra cui:

    1) Kaki
    2) Vite
    3) Nocciolo
    4) Ribes
    5) Uva Spina
    6) Lampone
    7) Evonimo

    I danni di questo insetto sono provocati principalmente dalle larve che scavano delle gallerie nei tessuti della corteccia arrivando fino a legno, danneggiando di conseguenza l'apparato conduttore della pianta (xilema e floema).
    Le gallerie che scavano queste larve, si concentrano principalmente a livello del punto d'innesto della pianta, alla base di grossi rami e limitatamente a partire anche dai rametti.

    In caso di forti attacchi, la pianta va incontro ad ingiallimenti diffusi a livello di tutta la chioma con ridotto sviluppo della vegetazione. I rametti invece, se infestati in maniera grave, possono disseccare completamente e a causa della loro fragilità provocata dalle gallerie scavate all'interno del legno, sotto l'azione di movimenti meccanici dovuti al vento, possono spezzarsi, manifestando alla base una porzione nerastra indotta dall'insediamento di parassiti fungini, come conseguenza dell'attività minatrice delle larve.

    Lotta alla Sesia del Kaki

    Può essere di tipo:

    1) Meccanico
    2) Chimico

    La lotta meccanica della Sesia si avvale di spazzolature delle parti legnose, attraverso l'impiego di strumenti metallici e guanti appositi (striglia meranese), da eseguire in inverno e in particolare a livello dell'inserzione dei rami, allo scopo di eliminare le uova e altre forme svernati dell'insetto, che posson nascondersi tra gli anfratti della corteccia.
    In alternativa alle spazzolature con attrezzi metallici, è possibile uccidere meccanicamente le larve attraverso l'utilizzo di uncini o fili di ferro, da inserire direttamente all'interno delle gallerie scavate, introducendo l'attrezzo dentro i fori creati dall'insetto.

    La lotta chimica della Sesia del Kaki invece, si avvale di:

    1) Trattamenti mirati a carico direttamente del legno;
    2) Trattamenti da eseguire al primo sfarfallamento dell'insetto.

    Nel primo caso la lotta viene condotta attraverso l'utilizzo di prodotti a base di fosforganici, eventualmente attivati mediante la miscelazione di oli minerali.
    Nel secondo caso invece, si eseguono dei trattamenti (circa 3 - 4) cadenzati ognuno per un periodo di circa 15 giorni, attraverso l'utilizzo di prodotti a base di fosforganici come l'Azinfonsmetile.
    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Fabio Di Gioia

  • Cascola dei kaki, come intervenire?

    Cascola dei kaki, come intervenire?

    Mario di Cologno Monzese chiede:

    Buongiorno, da 2 anni purtroppo TUTTI i cachi della mia pianta (di circa 25 anni), in questo periodo (luglio 2017), cadono e evidenziano le macchie nere che potete vedere nelle fotografie allegate. Al momento non sto facendo alcun trattamento e non ho idea di quale possa essere la causa di tale problema. Potreste gentilmente aiutarmi? Grazie e buona serata, Mario
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo signor Mario.

    parliamo di cascola dei kaki.

    Il kaki, infatti,  come una buona parte delle specie da frutto, presenta un'elevata allegagione dei frutti avendo al tempo stesso però la capacità di regolare la carica dei frutti, innescando appunto il fenomeno della cascola fisiologica.
    Attraverso questo processo, la pianta ha la possibilità di decidere quali frutti portare avanti e quali invece far cadere, di modo che quelli rimasti possano essere di migliore pezzatura e qualità. Quindi finché si tratta di cascola fisiologica, il fenomeno è da considerarsi positivo e normale.

    Quando però il fenomeno della cascola fisiologica dei frutti supera un certa percentuale diventando patologico e allora è necessario in questo caso intervenire a livello agronomico al fine di rendere la produzione più regolare nel tempo.

    Foto di Cascola dei kakiLe cause di questa cascola patologica, sono da imputare a cause diverse tra loro, ma nel suo caso specifico grazie anche alle foto allegate il fenomeno è da imputarsi principalmente alla carenza di boro B nel terreno, il cui danno è stato amplificato in questo caso alla concomitante presenza di alte temperature e siccità estiva.
    Di seguito le indicherò le principali caratteristiche dell'elemento e i sintomi da carenza sulla pianta.
    Il boro B, è un elemento che entra nella costituzione di molti enzimi e proteine cellulari ed è fondamentale per il regolare svolgimento dell’attività metabolica delle piante. E’ anche un costituente fondamentale degli zuccheri.

    Il boro favorisce:
    1) La riproduzione delle cellule.
    2) Il metabolismo degli zuccheri.
    3) La crescita dei tessuti giovani (attività meristematica).
    4) La germinazione dei semi.
    5) La formazione del polline e la fioritura.
    6) L’allegagione dei frutti e l’accrescimento delle radici.
    7) La sintesi del DNA, RNA e proteine.
    8) L’assorbimento e mobilità di altri elementi nutritivi come il calcio Ca.

    Il boro assunto dalla pianta come acido borico H3BO3, o come ione borato BO32-, o come ione boroso BO2-, è presente nel terreno nelle seguenti forme:

    1) Forma minerale
    E’ la frazione che si trova legata ai minerali contenenti boro come la tormalina. Si tratta di minerali poco alterabili capaci di liberare l’elemento molto lentamente nel tempo.

    2) Forma solubile
    E’ la frazione presente sotto forma di borato di sodio Na3 (BO3)2, soprattutto nei terreni di origine marina.

    3) Forma scambiabile
    E’ quella legata ai minerali argillosi del terreno.

    La carenze di questo elemento sono frequenti nei terreni con eccesso di potassio K e azoto N, i quali essendo elementi antagonisti al boro ne determinano un minore assorbimento. 
    La carenza è comune anche nei terreni sabbiosi, nei climi aridi ad elevata siccità o ad alto contenuto di calcare.

    I sintomi da carenza, si manifestano con:

    1) Riduzione dell’accrescimento dei germogli e delle radici che mostrano fessurazioni e aree brunastre.
    2) Formazione di frutti disformi, con macchie necrotiche sulla buccia e sulla polpa.

    I sintomi da eccesso, si manifestano invece con:

    1) Fitossicità in caso di elevate quantità.
    2) Sintomi da carenza di potassio K e di azoto N.

    In questo caso specifico, le consiglio oltre che intervenire con irrigazioni di soccorso in caso di siccità prolungate anche con la distribuzione di concimi fogliari specifici a base di boro, nella fase di post fioritura e prima dell'allegagione dei frutti indicativamente tra la fine di maggio e i primi di giugno.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.
    Fabio Di Gioia

  • Pianta di kaki con alcuni frutti che cadono. Perchè?

    Giovanni di Zanica chiede:

    Buon giorno, per semplice curiosità volevo sapere: avendo una pianta di cachi (diospiro?), come mai i frutti cominciano a cadere ancora piccoli e verdi fino ad essere quasi pronti mentre poi si ferma la caduta e i restanti maturano? Grazie
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Giovanni,

    Il fenomeno in questione che ha riguardato le sue piante di kaki, è definito con il termine di CASCOLA DI  POST - ALLEGAGIONE O FISIOLOGICA.

    È un fenomeno fisiologico assolutamente normale, attraverso la quale la pianta cerca di autoregolare la carica dei frutti in base alle sue capacità nutritive. Per questo motivo soltanto i frutti rimanenti sulla pianta cresceranno regolarmente e arriveranno a maturazione completa. 

    Ovviamente se il fenomeno è contenuto, è da ritenersi del tutto normale. Se invece supera un certo limite in questo caso la cascola dei frutti, diventa PATOLOGICA per cause di natura ambientale, nutritiva e parassitaria.

    Dall'altra parte invece, se il fenomeno della cascola fisiologica non ha permesso di eliminare tutti i frutti definiti in eccesso rispetto alle capacità nutritive della pianta, allora è necessario intervenire con il diradamento.

    Diversa infine, è ancora la CASCOLA PRE - RACCOLTA, che colpisce i frutti in fase di maturazione. Questo tipo di cascola è da considerarsi sempre deleteria, perché va ad agire sui frutti in fase di maturazione e quindi ha un effetto negativo sulla produzione finale.

    Le auguro che la raccolta dalla sua pianta di kaki sia ricca e succulenta.

    Ringraziandola della domanda, le porgo distinti saluti.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.

  • Piante di Kaki con cascola totale

    Vincenzo di Corbetta chiede:

    Abito nella zona ovest milano e le piante di kaki (specialmente kaki tipo di due anni), e non solo a me ma anche a molti altri, subiscono una cascola totale. Prima le mia piante di cachi hanno sempre fruttificato, con una cascola regolare. Curo bene i miei kaki, li concimo con pacciamatura di letame in autunno, bagno solo quando é necessario e, in autunno, per cautela irroro (poco) con prodotti a base rameica, informandomi nei garden. Purtroppo nessuna risposta precisa, solo uno più attendibile dice che sono insetti che si localizzano alla base del frutticino dei kaki. Sarà vero? A voi il responso, considerando che accontentando me fate un piacere a molti amici. Grazie e al più presto risentirci
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Buongiorno gentilissimo signor Vincenzo

    La pianta del kaki dal punto di vista fisiologico, è definita specie poligamo - dioica, in quanto è caratterizzata da varie modalità di espressione del sesso. 

    Per questo, vi possono essere:

    a) Piante femminili con solo fiori femminili.

    b) Piante maschili con solo fiori maschili.

    c) Piante ermafrodite con fiori maschili e femminili. 

    Esistono anche casi di piante di kaki che portano fiori maschili, femminili ed ermafroditi.

    L’impollinazione è essenzialmente di tipo entomofilo (operata dalle api) e anche la fruttificazione può avvenire sia per via partenocarpica (frutti senza semi), che per via riproduttiva (frutti con semi).

    Tuttavia però, i frutti con i semi presentano uno sviluppo, una crescita più regolare e migliori caratteristiche organolettiche, perché il processo di fecondazione riduce enormemente la cascola dei fiori e dei frutti del kaki.

    Da questo semplice ragionamento possiamo dedurre in maniera molto chiara, che l'allegagione dei frutti nella pianta di cachi risulta essere molto alta, sia nel caso che essa produca frutti con i semi che frutti privi di semi.
    La specie tuttavia, ha però la capacità di regolare la carica dei frutti, innescando il fenomeno della cascola fisiologica. Attraverso questo processo la pianta, ha la possibilità di decidere quali frutti portare avanti e quali invece far cadere, di modo che quelli rimasti possano essere di migliore pezzatura e qualità.

    La cascola fisiologica, è dovuta anche dal fatto che nel periodo di accrescimento vegetativo dei germogli e dei rami, si viene a creare una competizione nutrizionale tra le parti riproduttive (fiori e frutti) e le parti vegetative (germogli e foglie) della pianta, soprattutto per quanto riguarda sostanze come gli zuccheri e le proteine.
    Quando però il fenomeno della cascola fisiologica dei frutti supera un certa percentuale, allora è necessario intervenire a livello agronomico al fine di rendere la produzione più regolare nel tempo.
    Innanzitutto è necessario stare attenti alla potatura del kaki, la quale ha la funzione di evitare lo spostamento della produzione verso le parti alte della chioma e di conseguenza fare in modo che le parti basse delle branche a frutto non si spoglino completamente. 
    Per questo, per favorire un determinato equilibrio produttivo, è necessario eseguire la potatura in maniera regolare ogni anno cercando di togliere i rami a frutto che hanno già prodotto allo scopo di rinnovarli. 

    Il kaki non tollera tagli troppo energici ed eccessivi, perché favoriscono la produzione di succhioni e polloni e quindi rami privi di gemme a frutto. Non tollera nemmeno, tagli troppo leggeri, in quanto questi lasciano una carica di gemme a frutto troppo elevata, stimolando l'alternanza di produzione e dando origine a frutti di pezzatura e qualità scadente.
    In definitiva la potatura delle piante di caco, dovrà essere calibrata i base al vigore della piante. Per questo piante vigorose ed esuberanti nella vegetazione, andranno potate poco, in modo da evitare l'emissione di troppi rami a legno e di conseguenza una ridotta produzione di frutti. Viceversa piante poco vigorose, andranno potate di più in modo da stimolare la produzione di nuova vegetazione e rinnovare i rami a frutto, al fine di garantire una produzione più regolare nel tempo.

    Per quanto riguarda l'allegagione e di conseguenza la cascola dei frutti, è necessario stare anche attenti alla nutrizione della pianta da regolare con le opportune concimazioni. L'azoto per esempio se in eccesso, favorisce un aumento dell'acidità dei frutti riducendone al tempo stesso l'accumulo degli zuccheri, perché impedisce l'assorbimento del potassio elemento essenziale per la qualità organolettica del prodotto. 

    Viceversa anche il potassio K, se troppo in eccesso, favorisce un aumento eccessivo del livello di zuccheri e una riduzione dell'acidità. Per questo dal punto di vista della qualità organolettica del frutto soprattutto per quanto riguarda un giusto rapporto acidità/zuccheri, è necessario che il rapporto azoto/potassio (N/K), sia regolare.
    Per quanto riguarda invece l'allegagione dei frutti e di conseguenza il controllo del fenomeno della cascola del kaki, è necessario evitare gli eccessi di fosforo P, in quanto causano la cascola dei frutti, perché stimola un'eccessiva allegagione e concentrarsi nel cercare di rendere equilibrato il contenuto di microelementi in particolar modo il boro B, perché questo nutriente rende equilibrata l'allegagione dei frutti, aumentando di conseguenza la loro pezzatura e qualità e favorendone un anticipo di maturazione.

    Per quanto riguarda la pratica dell'irrigazione nel kaki, questa non ha nessuna influenza nel determinare il fenomeno della cascola dei frutti, anche si consiglia sempre di evitare gli eccessi idrici in quanto questi hanno degli effetti non positivi soprattutto sulla qualità organolettica del frutto, riducendone il loro contenuto zuccherino e aumentando di conseguenza l'aciditá.

    La distribuzione di prodotti fitosanitari a base di rame in autunno ha una funzione positiva, perché incrementano la durezza dei tessuti legnosi rendendoli di conseguenza più resistenti all'attacco di parassiti fungini.

    Gli insetti che si localizzano alla base del frutticino sono si considerati dei parassiti, ma non sono responsabili del fenomeno della cascola dei frutti.

    L'insetto in questione è la cocciniglia del kaki (Mytilococcus conchyformis)

    La cocciniglia del kaki, è un insetto appartenente all'ordine dei rincoti, al sottordine degli omotteri e alla famiglia dei coccidi. 

    Le forme adulte di questa cocciniglia, apode (senza zampe) e attere (senza ali), si attaccano tenacemente agli organi vegetali della pianta soprattutto quelli verdi e attraverso il loro apparato pungente - succhiante determinano l'asportazione della linfa zuccherina con l'insorgenza di danni diretti che si manifestano con clorosi, arrossamenti e deformazioni degli organi vegetali e danni indiretti legati alla trasmissione malattie.

    Sperando che la mia risposta sia stata esauriente, le auguro il meglio per le sue piante di kaki.
    Fabio Di Gioia

  • Kaki mela: a quale distanza interrare le piante

    Annibale di Sparanise chiede:

    Salve, ho acquistato quattro piante di kaki mela e vorrei sapere a quanti metri di distanza l'uno dall'altro devo interrarli. Grazie.
    samueledalmonte
    Risponde l'esperto
    Samuele Dalmonte

    Buongiorno Annibale,

    considerando un terreno mediamente fertile e con la possibilità di irrigazione, direi che i kaki vadano messi ad almeno 3 metri di distanza l'uno dall'altro. Se intende farli crescere in volume (ad albero ), allora potrebbero anche essere necessari 4 metri di distanza fra le piante.

    Cordiali saluti,
    Samuele Dalmonte

  • I frutti del caco attaccati dai parassiti: come intervenire?

    I frutti del caco attaccati dai parassiti: come intervenire?

    Ferruccio di Erba (Como) italia chiede:

    Buongiorno! quest'anno la produzione di caki è misera. Premetto che è una pianta molto vecchia (vedi foto) ma produce sempre caki di un ottimo sapore. Quest'anno c'è stata una cascola molto importante di frutti piccoli e già maturi. I frutti a sud sono piccoli ma passabili mentre quelli a nord presentano parassiti tipo afidi (vedi foto). Mi sapete spiegarne il motivo e cosa devo fare? Grazie. Ferruccio
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve signor Ferruccio,
    la pianta del kaki dal punto di vista fisiologico, è definita poligamo - dioica in quanto è caratterizzata da varie modalità di espressione del sesso.
    Per questo vi possono essere:

    a) Piante femminili con solo fiori femminili.

    b) Piante maschili con solo fiori maschili.

    c) Piante ermafrodite con fiori maschili e femminili.

    Vi sono inoltre casi di piante che portano addirittura fiori maschili, femminili ed ermafroditi. L'impollinazione è essenzialmente di tipo entomofila (operata dalle api) e anche la fruttificazione può avvenire sia per via partenocarpica Albero di Kaki(frutti senza semi), che per via riproduttiva (frutti con semi).

    Tuttavia però, i frutti con i semi presentano uno sviluppo, una crescita più regolare e migliori caratteristiche organolettiche perché il processo di fecondazione riduce enormemente la cascola dei fiori e dei frutti.

    Da questo semplice ragionamento possiamo dedurre in maniera molto chiara, che l'allegagione dei frutti nella pianta del kaki risulta essere molto alta sia che si producano frutti con i semi che frutti senza semi.
    La specie tuttavia ha la capacità di regolare la carica dei frutti, innescando il fenomeno della cascola fisiologica. Attraverso questo processo la pianta ha la possibilità di decidere quali frutti portare avanti e quali invece far cadere, di modo che quelli rimasti possano in qualche modo essere di buona pezzatura e qualità. La cascola fisiologica è determinata anche dal fatto che nel periodo di accrescimento vegetativo dei germogli e dei rami, si viene a creare una competizione nutrizionale tra le parti riproduttive (fiori e frutti) e le parti vegetative (germogli e foglie) della pianta, soprattutto per quanto riguarda sostanze come gli zuccheri e le proteine.
    Quando però il fenomeno della cascola fisiologica dei frutti supera un certa percentuale, allora è necessario intervenire a livello agronomico al fine di rendere la produzione più regolare nel tempo.
    Innanzitutto è necessario stare attenti alla potatura della pianta, la quale ha la funzione di evitare lo spostamento della produzione verso le parti alte della chioma e di conseguenza fare in modo che le parti basse delle branche a frutto non si spoglino completamente.
    Per questo, per favorire un determinato equilibrio produttivo, è necessario eseguire la potatura in maniera regolare ogni anno cercando di togliere i rami a frutto che hanno già prodotto allo scopo di rinnovarli.
    Il kaki non tollera tagli troppo energici ed eccessivi, perché favoriscono la produzione di succhioni e polloni e quindi rami privi di gemme a frutto. Non tollera nemmeno tagli troppo leggeri, in quanto questi lasciano una carica di gemme a frutto troppo elevata, stimolando l'alternanza di produzione e dando origine a frutti di pezzatura e qualità scadente.
    In definitiva la potatura, dovrà essere calibrata i base al vigore della pianta. Per questo piante vigorose ed esuberanti nella vegetazione, andranno potate poco, in modo da evitare l'emissione di troppi rami a legno e di conseguenza una ridotta produzione di frutti. Viceversa piante poco vigorose, andranno potate di più in modo da stimolare la produzione di nuova vegetazione e rinnovare i rami a frutto, al fine di garantire una produzione più regolare nel tempo.
    Dalla foto che lei ha allegato assieme alla domanda, si nota una pianta che ha sviluppato molto in altezza producendo una vegetazione leggermente esuberante con una ridotta carica di frutti. Quindi il consiglio che mi sento di darle è quello di abbassare la taglia della piante attraverso la potatura invernale tra gennaio e febbraio con tagli di ritorno, a cui far seguire inoltre un rinnovo dei rami e delle branche che hanno fruttificato quest'anno, evitando tagli troppo energici ed eccessivi e di conseguenza stando attenti a mantenere un determinato equilibrio vegeto - produttivo della pianta.
    Per quanto riguarda l'allegagione e di conseguenza la cascola dei frutti, è necessario stare anche attenti alla nutrizione della pianta da regolare con le opportune concimazioni. L'azoto per esempio se in eccesso, favorisce un aumento dell'acidità dei frutti riducendone al tempo stesso l'accumulo degli zuccheri, perché impedisce l'assorbimento del potassio elemento essenziale per la qualità organolettica del prodotto. Viceversa anche il potassio se troppo in eccesso, favorisce un aumento eccessivo del livello di zuccheri e una riduzione dell'acidità. Per questo dal punto di vista della qualità organolettica del frutto soprattutto per quanto riguarda un giusto rapporto acidità/zuccheri, è necessario che il rapporto azoto/potassio (N/K), sia regolare.
    Per quanto riguarda invece l'allegagione dei frutti e di conseguenza il controllo del fenomeno della cascola, è necessario evitare gli eccessi di fosforo P, in quanto causano la cascola dei frutti a causa del fatto che esso stimola un'eccessiva allegagione e concentrarsi nel cercare di rendere equilibrato il contenuto di microelementi in particolar modo il boro B, perché questo nutriente rende equilibrata l'allegagione dei frutti, aumentando la loro pezzatura e qualità e favorendone un anticipo di maturazione.
    Riguardo invece ai frutti esposti verso la parte settentrionale e che sono stati attaccati dai parassiti, in questo caso non Cocciniglia del kakisi tratta di afidi ma bensì si tratta della cocciniglia del kaki (Mytilococcus conchyformis).
    La cocciniglia del kaki, è un insetto appartenente all'ordine dei rincoti, al sottordine degli omotteri e alla famiglia dei coccidi. Le forme adulte di questa cocciniglia, apode (senza zampe) e attere (senza ali), si attaccano tenacemente agli organi vegetali della pianta soprattutto quelli verdi e attraverso il loro apparato pungente - succhiante determinano l'asportazione della linfa zuccherina con l'insorgenza di danni diretti che si manifestano con clorosi, arrossamenti e deformazioni degli organi vegetali e danni indiretti legati alla trasmissione malattie.
    La lotta contro la cocciniglia del kaki può essere di varie tipologie:

    1) Lotta agronomica: consiste nell'eseguire delle potature, mirate ad evitare un eccesso di vegetazione e quindi deputate allo svilupparsi di condizioni microclimatiche tali da impedire lo sviluppo del parassita. In altre parole è necessario dare aria alla pianta e ridurre l'accumulo di umidità. Inoltre è necessario evitare gli eccessi di azoto che, come ho detto prima, favoriscono una vegetazione troppo esuberante e creano le condizioni di sviluppo ottimali per la cocciniglia.

    2) Lotta convenzionale: si basa sull'utilizzo degli oli minerali, ossia delle miscele di sostanze oleose, che hanno la caratteristica sia di asportare (andando a creare una sorta di film liquido sulla superficie vegetale) che al tempo stesso di soffocare il parassita (in quanto il prodotto abrade l'esoscheletro dell'insetto, chiudendone i suoi stigmi respiratori).

    3) Lotta naturale: prevede l'impiego del sapone di potassa che deve essere sciolto accuratamente in acqua calda, in modo da creare una soluzione da spruzzare sull'intera superficie vegetale. Anche in questo caso lasciando agire la soluzione per almeno 2 ore, si viene a creare sulla superficie un fil che stacca le cocciniglie e al tempo stesso le soffoca a causa della presenza del sapone che contiene idrossido di sodio che risulta essere caustico per l'insetto.

    In definitiva, per evitare gli attacchi di cocciniglia del kaki, in questo caso, deve stare attento a evitare un eccessivo infittimento della vegetazione cercando di dare aria alla pianta e intervenire con prodotti naturali nel caso l'attacco fosse particolarmente intenso.
    Ringraziandola della sua domanda e rimanendo in attesa di risolvere altri eventuali dubbi, la saluto cordialmente.


    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.