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Chinotto: Scopri le risposte dei nostri esperti

Leggi qui sotto tutte le domande sull’argomento e le risposte date dai nostri Esperti di Giardinaggio. Guarda i titoli qui sotto elencati e clicca sul titolo che più si avvicina all’argomento di tuo interesse. Una volta cliccato sul titolo potrai leggere, per intero, sia la domanda dell’appassionato che la risposta del nostro Esperto.

Buona lettura!

Scegli l'argomento di tuo interesse:

  • Chinotto senza fiori: colpa della cocciniglia?

    Chinotto senza fiori: colpa della cocciniglia?

    Teresa di Roma chiede:

    Ho in terrazzo in vaso una piccola pianta di chinotto 2 anni fa ha fatto fiori e 12 piccoli frutti. Lo scorso anno è stata attaccata dalla cocciniglia in modo molto forte e ha perso molte foglie ovviamente l’ho curata con l’olio bianco e gli antiparassitari. Quest’anno pur avendo delle belle foglie e pur non essendo malata non ha fatto alcun fiore. La causa potrebbe essere l’attacco della cocciniglia dello scorso anno? Oppure sbaglio io qualcosa. La concimo regolarmente con un concime per agrumi grazie per la risposta
    Agrumi_Lenzi
    Risponde l'esperto
    Maurizio Lenzi

    Buongiorno,

    potrebbe essere che abbia sofferto a causa della cocciniglia ma anche perchè ha fatto troppi frutti l'anno prima.

    La lasci vegetare così, vedrà che se non prima, a primavera rifiorirà.

    Buona serata

    Maurizio Lenzi

  • Chinotto: è malato di mal secco?

    Chinotto: è malato di mal secco?

    Vincenzo di Reggio Calabria chiede:

    Gentilmente, vorrei un parere su questo albero di chinotto, che ho acquistato da poco e di cui allego delle foto. Il chinotto è stato tenuto in piena terra per diverso tempo, poi, messo in vaso, ma esposto alle intemperie (vento e pioggia) e, credo, non sia stato molto curato. Ho notato che il chinotto non ha molte foglie e aveva un paio di rametti visibilmente secchi (che ho tagliato). L'albero sta facendo qualche fiore ed alcune nuove foglie stanno germogliando. Il quesito che pongo è questo: è solo un chinotto che è stato trascurato o ha qualche problema più serio? Ho il dubbio che possa avere il mal secco. È possibile, dalle foto, valutare se è in corso il mal secco? Ho potato qualche rametto, visibilmente secco, ma non ho notato all'interno un colore salmone (che, ho letto, indica la presenza del mal secco). Grazie della cortese risposta. Vincenzo
    Agrumi_Lenzi
    Risponde l'esperto
    Maurizio Lenzi

    Buongiorno,
    questa pianta non ha problemi gravissimi.
    Purtroppo ha sofferto per un bel po' di tempo a livello radicale, parlo di concimazione e irrigazione. Quindi ha bisogno di essere pian piano riportata alla "normalità".
    Non si preoccupi, non ha malattie o problemi gravi.

    Per garantire ai tuoi agrumi una crescita sana e rigogliosa, ti consigliamo questo concime specifico studiato apposta per gli agrumi: https://bit.ly/2sqvAiq

    Maurizio Lenzi

  • Chinotto con germogli neri e rami secchi: che cos'ha?

    Chinotto con germogli neri e rami secchi: che cos'ha?

    Giacomo di La Spezia chiede:

    Salve! Vi scrivo a causa del mio chinotto. L'ho acquistato circa 2 anni fa e fino a questa primavera è sempre stato bellissimo (faceva molte foglie,fiori e frutti). Poi appena é iniziata la bella stagione quest'anno ha cominciato a fare i germogli scuri quasi neri e ha cominciato a perdere fiori e foglie fino a che metà pianta è seccata. Io ho provato a dargli sia insetticidi per piante che il verde rame e speravo di aver salvato almeno qualche ramo perché il problema sembrava essersi fermato questa estate. Ora invece ho notato che i nuovi gernogli che aveva sui rami e sul tronchetto cominciano di nuovo ad inscurire e seccare ed ho ridato il verde rame. Qualcuno sa dirmi che malattia è e cosa si può fare? Grazie mille in anticipo!
    Fabio_DiGioia
    Risponde l'esperto
    Fabio Di Gioia

    Salve gentilissimo Giacomo
    la risposta ala sua domanda è Fumaggine.
    La problematica che ha colpito la sua pianta di chinotto attraverso l'inscurimento delle foglie e germogli a cui è seguito poi il loro disseccamento e successiva caduta anticipata, è stata indotta da un insieme di funghi saprofiti che assumono nel complesso il nome di fumaggine.

    FUMAGGINE DEGLI AGRUMI

    Il nome di questa patologia fungina, è dovuta alle incrostazioni polverose di colore nerastro che un pò ricordano la fuliggine presente nei camini.
    Questa polvere bruno - nerastra ben visibile sulla superficie fogliare può avere spessore variabile da 1 a 4 mm e assumere una consistenza diversa, potendo essere:

    1. Secca e indurita
      Quando il primo attacco avviene molto lontano nel tempo e poi tende a ripetersi più volte nel corso della stagione.
    2. Molle e untuosa
      Nel caso che invece l'attacco si sia manifestato da poco.

    Come abbiamo detto, la fumaggine, è causata dallo sviluppo di alcuni funghi microscopici di natura saprofitaria (es. Capnodium, Cladosporium, Ulocladium) che non penetrano all'interno dei tessuti verdi, ma si sviluppano solo sulla
    superficie fogliare.
    Il danno nelle fasi iniziali dell’attacco, è generalmente di media gravità, ma se non contenuto in tempi brevi può divenire preoccupante.
    I diversi microrganismi fungini responsabili della fumaggine si nutrono principalmente di sostanze zuccherine e appiccicose (melata) emesse da alcuni insetti succhiatori di linfa (es. afidi, cocciniglie, psille) che in precedenza
    avevano attaccato la pianta.
    Oppure la melata può anche fuoriuscire direttamente dalle superfici fogliari, sotto forma di minuscole goccioline ricche di zuccheri, come conseguenza, ad esempio, di un arresto della traspirazione fogliare o di uno stato di particolare sofferenza dell’intera pianta (stress idrici e termici).
    La fumaggine quindi è sempre una malattia, che si sviluppa secondariamente come:

    a) Conseguenza di un attacco della pianta da parte di altri parassiti.

    b) Conseguenza di uno stress, ambientale o nutrizionale.

    Questo spiega, perché lei avendo distribuito in precedenza degli insetticidi specifici e successivamente il rame, era riuscito a contenere lo sviluppo della fumaggine, in quanto è andato ad eliminare la fonte primaria del problema dovuta allo sviluppo di insetti succhiatori, oltre che agire direttamente sui funghi stessi.
    Il danno dovuto all'inscurimento delle diverse porzioni vegetali porta ad una sofferenza generalizzata, perché la patina polverosa determina una riduzione delle normali funzioni fisiologiche della pianta, come:

    1. Respirazione cellulare.
    2. Traspirazione fogliare.
    3.  Fotosintesi clorofilliana.

    In definitiva quindi la fumaggine rappresenta una vera e propria barriera fisica che ostacola gli scambi gassosi tra foglie e atmosfera, riducendo al tempo stesso la quantità di luce che può entrare nei tessuti fogliari.
    I sintomi di attacco della fumaggine sulle diverse porzioni vegetali, possono essere diversi tra cui:

    a) Sulle foglie e germogli si ha la formazione di coperture nerastre, inizialmente polverose, ma che facilmente possono solidificare e diventare vere e proprie incrostazioni granulose e stratificate nel corso del tempo.
    Nei casi gravi, si può verificare anche l'attacco degli organi legnosi della pianta come i rami e il tronco.

    b) Accartocciamento verso l’interno dei margini delle foglie colpite con arrotolamento delle stesse.

    c) In caso di attacchi gravi e prolungati, le parti coperte dalla fumaggine, non ricevendo adeguata illuminazione, ingialliscono determinando un rallentamento della crescita che in uno stadio successivo possono disseccare e
    cadere.

    Lotta alla Fumaggine

    Esistono sostanzialmente tre tiplogie di lotta:

    1. Agronomici.
    2. Chimici.
    3. Naturali.

    La lotta agronomica alla Fumaggine

    È di natura preventiva e ha lo scopo di mettere in atto una serie di semplici pratiche colturali che hanno come obiettivo quello di creare un ambiente sfavorevole allo sviluppo dei funghi, tra cui:

    a) Cercare di evitare condizioni di sofferenza della pianta, che si manifestano quando, questa è posta in ambiente non adatto o poco curato

    b) Evitare gli eccessi di concimazione azotata, perché l’azoto, se dato in grande quantità, favorisce una rigogliosa crescita di tessuti verdi, che rimanendo teneri ed acquosi, vengono più facilmente attaccati dai parassiti.

    c) Evitare i ristagni idrici nel suolo, perché in tale situazione le piante subiscono un rammollimento dei tessuti e sono quindi più facilmente attaccabili.

    d) Evitare il contatto con piante già infestate come il contatto diretto tra pianta sana e malata oppure il contatto indiretto tramite l’azione dell’uomo (es. mani, forbici di potatura passate prima nella zone infette e poi in quelle sane).

    e) Favorire il ricambio di aria all’interno della chioma della pianta, specialmente in ambienti caldo - umidi e in piante a fogliame molto fitto.

    La lotta chimica alla Fumaggine

    Si adotta qualora quella preventiva di natura agronomica non abbia avuto i risultati di indurre una riduzione rilevante dell'infestazione.
    Questo metodologia di lotta, è basata sull’impiego di prodotti antiparassitari, secondo due tipologie d’intervento:

    a) Indiretto nei confronti dei parassiti che causano la melata
    In questo caso si impiegano insetticidi contro gli afidi come il piretro e i piretroidi oppure gli oli bianchi contro le cocciniglie.

    b) Diretto nei confronti della fumaggine
    In questo caso si distribuiscono prodotti anticrittogamici a base di rame (es. poltiglia bordolese, ossicloruro di rame, idrossido di rame) sulle parti colpite a cadenza regolare (generalmente 2 - 3 interventi nell’arco di 2 - 3 mesi).

    La lotta naturale alla Fumaggine

    Si attua in due tempi e modalità diverse:

    a) Si può cercare di rimuovere lo strato di fumaggine con l’aiuto di spazzole dotate di setole di plastica morbida.

    b) Si può cercare di togliere la polvere nerastra con lavaggi a base di acqua e sapone molle, avendo cura poi di risciacquare le parti interessate e aver fatto agire il sapone per circa 1 - 2 ore.
    Le porzioni più estesamente danneggiate e non più facilmente recuperabili, vanno asportate con tagli di potatura.

    C) Successivamente si interviene con i prodotti antiparassitari a base di rame, che su una superficie non più incrostata, risultano più efficaci.

    Infine dopo i trattamenti i trattamenti indicati, è opportuno effettuare moderate concimazioni con prodotti ricchi in fosforo P e potassio K.
    Questi elementi aiutano una pronta ripresa della pianta e contribuiscono a rafforzare i tessuti vegetali, rendendoli più duri e consistenti e quindi più difficilmente attaccabili della fumaggine.

    Ringraziandola della domanda, la saluto cordialmente.

    Dott. Fabio Di Gioia
    Specializzato nel recupero e valorizzazione di varietà vegetali antiche.