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Il punteruolo rosso e le palme dei nostri giardini

Che cos'è e come difendere le nostre piante da questo insetto

Pubblicato il 09/04/2016 da in Malattie delle piante
Il punteruolo rosso e le palme dei nostri giardini

Il Punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus) è un curculionide originario dell'Asia sudorientale e della Melanesia, dove è responsabile di seri danni alle coltivazioni di Cocos nucifera.
A seguito del commercio di esemplari di palme infette, la specie ha raggiunto negli anni Ottanta gli Emirati Arabi e da qui si è diffusa in Medio Oriente, fino ad arrivare nel 2004 in Italia.

Punteruolo rosso

Uovo

L’uovo del punteruolo misura da 2,5 a 3,9 mm di lunghezza, è di forma ovale, allungato, generalmente più largo alla base. Il colore può variare dal bianco giallastro al marrone.

Larva

La larva, apoda, è lunga da 35 a 50 mm. Il colore è biancastro con un capo fortemente sclerificato ed arrotondato di colore marrone.

Pupa

La pupa del punteruolo, che misura da 35 a 50 mm, è inizialmente di colore bianco crema che col tempo vira al marrone. In genere questo stadio è protetto all’interno di un pupario, costruito dalla larva con le fibre della pianta. All’interno tali fibre risultano molto serrate e rivestite da uno strato liscio impermeabile. Il bozzolo misura circa 80 x 35 mm ed è di forma ovale leggermente allungata.

Ciclo biologico del punteruolo rosso

L'insetto vive all’interno della palma, dove compie tutto il suo ciclo vitale. Gli adulti, che vivono fino a 6 mesi, sono in grado di compiere voli lunghi fino a un chilometro. Le femmine, poligame, depongono in media 200 uova (max 700) in piccole cavità del tronco o in corrispondenza delle superfici di taglio delle foglie.

Dopo 2-5 giorni dalla ovideposizione nascono le larve che si introducono nella palma e si cibano dei tessuti della stessa. Le larve si spostano all’interno della pianta scavando gallerie e larghe cavità che diventano il luogo ideale per lo sviluppo dell’insetto.

Le larve attive, si possono rinvenire in qualsiasi parte della palma fino al colletto. Il periodo di sviluppo larvale varia, secondo la stagione, da uno a tre mesi. A maturità, le larve si impupano in un bozzolo cilindrico, formato da strati fibrosi, generalmente questa fase avviene nelle parti più esterne del fusto e del rachide. Dopo 20-30 giorni l'adulto è completamente sviluppato ma rimane all’interno della palma anche per diversi giorni prima di abbandonare la pianta ospite e infestare nuove piante. L’intero ciclo dura circa 4 mesi e nella stessa pianta si sovrappongono più generazioni dell’insetto fino a distruzione della pianta ospite.

Il punteruolo colpisce parecchie specie di Arecaceae, tra cui le più diffuse palme ornamentali del Mediterraneo, Phoenix canariensis e Phoenix dactylifera, ma anche specie di interesse economico quali la palma da cocco (Cocos nucifera) e la palma da olio (Elaeis guineensis), può disgraziatamente colpire anche la palma nana (Chamaerops humilis), con possibilità di danni gravissimi, verso questa unica palma spontanea italiana. Ecco perchè questo parassita deve essere combattuto energeticamente in tutto il territorio nazionale.

Leggi le risposte dell'esperto su PUNTERUOLO:

I danni che causa il punteruolo rosso

I danni causati dalle larve sono visibili solo in una fase avanzata dell’infestazione. I sintomi esteriori dell’attacco del curculionide sono rappresentati dall’anomalo portamento della chioma che perde la sua simmetria verticale e che successivamente si mostra completamente divaricata con l’aspetto ad ombrello aperto. Nelle fasi terminali, la chioma della palma appare come “capitozzata” e collassa. In questa fase si manifesta la migrazione di massa degli adulti, presenti all’interno dello stipite, per la ricerca di un nuovo esemplare di palma del quale alimentarsi. E' fondamentale dell’individuazione precoce dell’infestazione.

Dato il lungo periodo in cui le larve restano all’interno della pianta, esse risultano difficilmente raggiungibili dai comuni antiparassitari. Appare evidente la necessità di impedire preventivamente l’ingresso delle larve e soprattutto l’esigenza di prestare la massima attenzione per individuare precocemente il momento dei loro primi insediamenti al fine di intervenire con tempestività.

Profilassi

Per prevenire l’attacco è necessario il mantenimento delle palme, in buone condizioni nutrizionali e fitosanitarie, in quanto la suscettibilità agli attacchi da parte degli insetti xilofagi aumenta nelle piante in condizioni di stress o comunque indebolite.

Gli interventi di profilassi a cui devono attenersi tutti i proprietari di palme sono i seguenti:

  • Ispezionare periodicamente in maniera accurata tutte le piante suscettibili di attacco da parte del coleottero in questione;
  • Impiegare, preferibilmente nelle zone già infestate, trappole innescate con feromone di aggregazione per il monitoraggio degli adulti;
  • Effettuare una accurata potatura delle vecchie foglie e delle infiorescenze secche, eliminazione delle guaine fogliari, dei residui organici, ecc.;
  • Evitare i tagli delle foglie verdi o, se indispensabili, effettuarli nel periodo invernale operando un taglio “alto” cioè conservando un metro di moncone della foglia che potrà essere asportata successivamente quando secca;
  • Coprire e disinfettare le ferite eventualmente presenti o procurate nelle operazioni di trasporto e/o potatura con mastici o paste insetticide.

Difesa contro il punteruolo rosso

La strategia più diffusa per la difesa dagli attacchi di questo insetto è quella chimica. Questa può essere realizzata sia con irrorazioni esterne localizzate dirette all’apice vegetativo delle piante infestate, sia con interventi endoterapici. Il trattamento endoterapico prevede la pratica di un foro nel fusto della palma, nel quale viene poi inserita una capsula di chiusura, che permette il passaggio di liquido composto da un elemento attivo, contro il punteruolo rosso.

Un concime per facilitare la ripresa della palma e un agente per scongiurare eventuali infezioni nel foro praticato. L’ efficacia di questo trattamento è alta, tanto da consentire la ripresa di piante ormai compromesse, arrivando addirittura a produrre nuovi germogli. Il trattamento insetticida, dovrà essere realizzato sulla pianta attaccata e su tutte le altre palme presenti nel raggio di circa 1.000 metri dal punto in cui è stata rilevata la presenza dell’insetto.


Il controllo del Rhynchophorus ferrugineus è problematico e molto difficile trattamenti curativi tardivi, oltre ad essere inutili per risolvere l'attacco nella pianta infestata, sono anche di scarsa efficacia trattamenti chimici preventivi. Possono avere una loro efficacia come barriera chimica, tuttavia presuppongono l'impiego di prodotti attivi per contatto, dotati anche di una certa tossicità, e la copertura di tutta la pianta con l'irrorazione.

Per la lotta chimica, possono essere utilizzati esclusivamente gli insetticidi registrati per l’impiego su piante ornamentali (PPO) e quelli definitivamente autorizzati dal Ministero della Salute, il cui elenco aggiornato è pubblicato sul sito web del Servizio (Maggio 2012).

In alternativa e/o integrazione alla lotta chimica, possono essere applicate tecniche di tipo meccanico come ad esempio la dendrochirurgia.

La tecnica dendrochirurgica viene usata per il recupero di palme infestate da poco tempo, dove cioè l’apice vegetativo non è stato ancora danneggiato. La tecnica è stata già ampiamente utilizzata con efficacia, ma è da ricordare che richiede, dopo il trattamento, le stesse misure di prevenzione che si applicano a palme mai attaccate dal punteruolo rosso.

Attualmente, sono ancora in sperimentazione e validazione tecniche di cattura massale degli adulti con alcuni metodi anche biologici, che permettono l’uso di apposite trappole innescate con feromoni e sostanze zuccherine, di micronde e funghi entomopatogeni e Nematodi entomoparassiti del genere Steinernema. L’uso di questi ultimi ha dato risultati interessanti, in quanto sono in grado di penetrare nelle gallerie e raggiungere le larve, permettendo perciò un intervento anche in sede curativa.

Come evitare la diffusione del punteruolo rosso

Il metodo più sicuro per evitare la diffusione di R. ferrugineus è rappresentato dalla distruzione delle parti attaccate, di piante secche o gravemente compromesse.

L’abbattimento deve essere effettuato possibilmente nelle prime ore del mattino di giornate fresche, evitando giorni con forte piovosità, che può rallentare l’esecuzione degli interventi e giornate con ventosità eccessiva che può favorire il volo degli adulti.

Deve essere predisposta la copertura dell’area sottostante la proiezione della pianta da abbattere con
un telone di plastica dello spessore di almeno 0,20 millimetri al fine di agevolare le operazione di raccolta delle parti vegetali tagliate e di tutti gli stadi di sviluppo dell’insetto. In caso di piante di notevoli dimensioni, si procederà con il taglio a sezioni, avvalendosi anche di carro gru, asportando per prima le foglie e l’apice vegetativo, evitando la caduta libera a terra.

Se in occasione del taglio si rilevano cavità con presenza di larve o adulti le parti tagliate devono essere tempestivamente chiuse in buste di plastica. In caso di abbattimento di piante di ridotte dimensioni, può essere previsto direttamente il taglio del tronco al di sotto del colletto della pianta con o senza la rimozione della ceppaia, tenuto conto che di solito il R. ferrugineus non attacca tale organo della pianta. Raccolta e imbustamento di tutti i residui caduti sul telone di plastica a fine operazione di abbattimento della singola pianta.

Distruzione della piante abbattute

Le piante abbattute devono essere cippate/triturate, possibilmente in loco e in seguito incenerite in siti autorizzati. Il sito di distruzione deve essere quanto più possibile vicino al luogo delle operazioni di abbattimento. Durante il trasporto deve essere assicurato che il carico non venga disperso accidentalmente, per cui deve avvenire con camion chiusi o telonati.

Il materiale di risulta ottenuto, deve avere dimensioni non superiori ai 2 cm. A seconda delle caratteristiche, può essere trattato ulteriormente con un insetticida di contatto, sottoposto a trattamento termico (130 °C per 3 minuti) o destinato a centri di compostaggio, ecc. In alternativa può essere interrato ad almeno 3 m di profondità in discarica autorizzata.

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